Lagarde: Draghi? È superintelligente e ha carisma. Così ha salvato l’euro

«Insomma, stiamo parlando di un’istituzione davvero unica, e solo l’intelligenza, la perizia tecnica e le grandi capacità diplomatiche di Mario potevano permettergli di gestirla così bene e con tanta efficacia».

«Perché quelle sue tre parole — «Whatever it takes» — sono considerate le più potenti nella storie delle banche centrali? Per l’integrità e la credibilità di chi le ha pronunciate. Il peso delle parole dette quel giorno — io ero presente — rispecchiava appieno la sua capacità e disponibilità a prendere tutte le misure necessarie in una partita la cui posta in gioco era la più alta possibile: la sopravvivenza dell’unione monetaria europea e il futuro economico dell’eurozona».

«Per questo non sorprende che quando Mario parla tutti gli prestino ascolto. Insieme abbiamo partecipato a moltissimi summit e riunioni ai quattro angoli del mondo, e si poteva sempre contare si di lui per mettere fine alla (frequente) cacofonia, identificare i problemi chiave e proporre soluzioni in modo chiaro e succinto».

«Mario Draghi usa «le conoscenze dell’analisi teorica come guida per l’azione pratica», la definizione stessa dell’economia politica nella formulazione dell’illustre economista italiano e suo primo mentore, Federico Caffè. E poi c’è il suo carisma di leader, che gli ha permesso di condurre la Bce, e in un certo senso l’intera eurozona, fuori da un periodo di crisi cruciale — rendendola più forte di prima».

«Se lo chiedete a lui, Mario vi dirà che questi traguardi non sono merito suo, ma dell’istituzione e del suo staff. Il garbo e la generosità sono tratti caratteristici della sua leadership, insieme al coraggio e alla sicurezza. È stato un grande piacere leggere questo resoconto dell’operato del mio amico Mario. Come disse Dante, «noi non potemo perfetta vita avere senza amici».

CORRIERE.IT

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