Dopo il trionfo di Kurz, incognita alleanze in Austria. Occhi puntati sui Verdi, che dettano le condizioni


Il problema è che dal punto di vista dei programmi sono partiti molto lontani tra loro. Il 33enne Kurz aveva sostenuto una linea molto rigida sui migranti, ma oggi ha messo da parte il tema, proponendosi come il grande ‘modernizzatore’ dell’Austria, con gli elettori – come emerge dai sondaggi – che sembrano convinti delle sue competenze in economia. In questo settore ha ribadito posizioni molto rigide, rivolte in genere anche all’Italia, a cominciare dalla proposta di sanzioni automatiche in ambito Ue a chi viene meno agli impegni presi in quanto al rispetto del debito pubblico. Molto diverso il profilo dei socialdemocratici, le cui proposte in campagna elettorale andavano dall’abbassamento degli affitti al reddito minimo, così come quello dei Verdi, che chiedono innanzitutto una tassa sulle emissioni di Co2.


In casa Fpoe, comprensibilmente, regna un’atmosfera da lutto.
Solo due anni fa, l’ultradestra qui valeva il 26% dei voti e si sentiva abbastanza forte da condizionare ogni scelta del governo Kurz, tanto che c’è chi non esclude cheal cancelliere tutto sommato non era dispiaciuta la crisi di governo seguita all’“Ibizagate”, in modo da ridimensionare l’ingombrante alleato. Oggi però, tornare al governo con l’Fpoe per Kurz sembra troppo rischioso, e comunque è la stessa ultradestra a togliergli le castagne dal fuoco: per noi la sconfitta “significa partire per un nuovo inizio”, dice Vilimsky, secondo cui “non è nostro obiettivo entrare nelle trattative per il nuovo governo”.


Nella storia dell’Austria una distanza di oltre 15 punti tra il primo partito uscito dalle urne rispetto a chi segue è un record assoluto, ma non semplifica la strada di Kurz. La maggior parte degli osservatori a Vienna prevede negoziati durissimi e tempi lunghi: insomma, un nuovo esecutivo lo si vedrà solo intorno a Capodanno. Per il giovane capo dei popolari questo voto rappresenta l’ennesimo record: è stato il più giovane ministro degli Esteri, il più giovane leader dell’Oevp, il più giovane cancelliere ed oggi colui che mette a segno il tempo più breve tra un cancellierato e l’altro. A quanto scrive il più autorevole quotidiano austriaco, Der Standard, “ora sta all’Spoe e ai Verdi capire se è possibile una collaborazione con l’Oevp. Ma sta a Kurz dimostrare nelle prossime settimane se è solo bravo a condurre una campagna elettorale oppure se è un vero uomo di Stato”.

L’HUFFPOST

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