La non scissione dei sindaci renziani «Matteo fa un errore enorme»

di Cesare Zapperi

In alto da sinistra: Giorgio Gori, Dario Nardella, Matteo Ricci, Matteo Biffoni. Sotto, da sinistra: Antonio Decaro, Gian Carlo Muzzarelli, Andrea Gnassi e Simone Giglioli

È una separazione politica, certo. Ma quando condividi anni di impegno e di scelte c’è un coinvolgimento personale che nel momento dell’addio aggiunge sale alla ferita. Perché Matteo Renzi per alcuni non era solo il leader di riferimento ma anche un amico. «È un passaggio molto doloroso politicamente e umanamente» ammette Matteo Biffoni, sindaco di Prato, seguace della prima ora dell’ex segretario dem. «Mi sono riavvicinato alla politica nel 2013 grazie a Matteo — spiega il primo cittadino di Bergamo Giorgio Gori — E certamente sono diventato sindaco nel 2014 sull’onda del suo successo. Ho condiviso tante battaglie, compresa quella persa del referendum, ma ora le nostre strade si separano perché non sono portato ad aderire a progetti che si basano su una persona».

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