Meglio che Gentiloni non vada agli Affari economici

Il Governo Conte bis ha avuto i segnali di fiducia da parte dei mercati finanziari e nelle valutazioni politico-istituzionali europee ma anche nella opinioni di mass media non nostrani. Al presente, come italiani, bisogna prenderne atto con soddisfazione perché il livello di sfiducia internazionale verso l’Italia aveva raggiunto una intensità e ampiezza record per il nostro Paese

Pensare che adesso tutto sia risolto è ingenuo e tuttavia bisogna dare a questo Governo una apertura di credito ampia ma vigilata, costruttiva ma anche correttiva perché la nostra situazione economica necessita di cure urgenti piuttosto che di critiche senza proposte migliorative. Ma anche l’Europa necessità di cure come ha di recente ricordato il Presidente Mattarella. Vari temi andrebbero affrontati perciò in questo inizio del Conte bis in Italia e della Commissione Von der Leyen. Riflettiamo nel seguito sul nesso italo-europeo

Più euro-flessibilità non basta

E’ evidente che il governo Conte bis ha una intonazione europeista ma la stessa deve essere proattiva nella progettazione e nella concretezza e non solo incalzante per avere più flessibilità in termini di deficit e di debito. Perché se otteniamo questa flessibilità e non cresciamo di più ,alla fine le nostre debolezze di finanza pubblica rimarranno. E’ buona cosa che mercati dei titoli di stato con il Conte bis abbiano segnato una convergenza sui tassi di interesse che in termini di spread sui titoli tedeschi si sono dimezzati da fine maggio passando da 300 a 150 punti base. Tuttavia i nostri tassi sono ancora vicini a 1% sui titoli decennali mentre quelli di spagna e Portogallo,due paesi economicamente più deboli dell’Italia, sono vicini allo zero. Dunque c’è molto da fare e ciò significa considerare le possibili traiettorie del Conte bis e dell’Italia in Europa.

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