Il nuovo governo. Giallorosso o giallorosé

di MICHELE BRAMBILLA

Superato anche l’ultimo ostacolo – la discussa votazione sulla piattaforma Rousseau – il governo Conte-bis esce dalla sala parto per entrare nella nursery. È un governo forte e debole al tempo stesso. I suoi punti di forza sono molteplici. Innanzitutto, il Parlamento più refrattario della storia allo scioglimento. Solo Lega e Fratelli d’Italia vorrebbero le elezioni: ma, in fondo, neppure loro con la certezza di vincerle. Forza Italia, al di là delle dichiarazioni di facciata, è il partito più refrattario al voto. Si andasse alle urne, ne uscirebbe più che dimezzato, e molto probabilmente scaricato (o ridotto in un angolino) dall’ex alleato Salvini.

Sulla stragrande maggioranza dei parlamentari incomberebbe poi, in caso di scioglimento delle Camere, l’incubo del ritorno a casa e della disoccupazione. Un altro punto di forza è l’indubbio favore dell’Europa e dei mercati: un aiuto non indifferente a chi dovrà fare la manovra economica. E un terzo, importantissimo punto di forza è la prospettiva di arrivare con questo Parlamento all’elezione, nel 2022, del prossimo Presidente della Repubblica.

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