I paletti del Colle su Economia e Viminale

L’altra casella sulla quale il presidente vuol dire la sua, usando il potere duale che gli assegna la Costituzione, è l’Economia. I conti del Belpaese sono a rischio, il governo dovrà preparare una manovra che eviti che scattino le clausole di salvaguardia e aumenti l’Iva, occorrerà uno sforzo sul debito per convincere la Ue. Al posto di Tria serve quindi una figura di «provato europeismo» e di una certa «autorevolezza» in materia di finanza pubblica. Altre preoccupazioni per la Difesa: anche qui è richiesto un ministro esperto, non uno sbarbatello. Tra i tanti nomi, Lorenzo Guerini potrebbe andare bene.

Poi il programma, sul quale l’intesa è già pronta. «Il lavoro è finito», dice Graziano Delrio. E Di Maio: «Tutti i nostri venti punti sono stati accolti». Vedremo se soddisferà le richieste del Colle, dove, insieme alla soddisfazione per aver risolto in meno di un mese una crisi difficile, resta un po’ di scetticismo sul respiro del nuovo esecutivo. Mattarella durante i suoi giri di consultazioni aveva domandato due cose. Fare presto, perché i problemi economici italiani e gli impegni internazionali non aspettano: e l’obiettivo è stato rispettato. E fare bene. Il presidente voleva un governo politico di legislatura: e qui i dubbi sulla durata e la coesione degli eterogenei giallorossi sono parecchi.

IL GIORNALE

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