Governo giallo-rosso, le tappe e la squadra. Di Maio riunisce i vertici M5s. Patuanelli: “Se Rousseau dice no, Conte si adegui”

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Di Maio pronto a far saltare tutto. Conte: “Voglio ancora i due vice”

di GOFFREDO DE MARCHIS
Intanto Luigi Di Maio riunisce lo stato maggiore M5s a palazzo Chigi per fare il punto della situazione politica. Entrando alla riunione, il sottosegretario Manlio Di Stefano così ha risposto ai cronisti: “Il vicepremier? Non è un nodo che ci interessa. Spetterà a Conte mediare”.

Definita con precisione la compagine governativa, domani si terrà il voto online su Rousseau e la direzione nazionale del Partito democratico, che potrebbero dare il via libera al nuovo governo. Ecco allora che mercoledì 4 settembre Conte potrebbe tornare dal presidente della Repubblica, per sciogliere positivamente la riserva. L’intenzione è quella di presentare un documento programmatico finale e una lista dei ministri, sui qualI ovviamente confrontarsi con Sergio Mattarella.


Il voto su Rousseau. Patuanelli: “Se dice no, Conte si adegui”

Gli iscritti alla piattaforma potranno votare dalle 9 alle 18. Il quesito sarà il seguente: “Sei d’accordo che il MoVimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?”. La votazione è stata decisa nonostante ad aprile scorso Rousseau sia stato sanzionato dal Garante della Privacy Antonello Soro, in quanto non garantiva né la sicurezza e né la segretezza del voto degli iscritti, il cui risultato può essere manipolato – senza lasciare traccia – dagli amministratori del sistema. La Casaleggio Associati ha assicurato di avere adottato alcune migliorie mirate a garantire la libertà e la segretezza del voto. Tuttavia rimangono i dubbi sull’uso di uno strumento su cui, come rileva il Garante “sono state evidenziate persistenti criticità” e che potrebbe essere condizionante per il futuro del Paese. In merito alla votazione  ha aggiunto: “Se il voto su Rousseau va male, ne trarremo le conseguenze”. Concetto rimarcato anche dal capogruppo al Senato Stefano Patuanelli: “Se la piattaforma dice no, Conte si adegui”.

Riparte il totoministri

Quanto alla squadra, ieri Conte intervenendo alla Festa del Fatto Quotidiano ha ribadito di non volere un esecutivo solo al maschile. Pertanto l’ultimo aggiornamento del totoministri dà in aumento la presenza femminile. Al Viminale salgono infatti le quotazioni di Luciana Lamorgese, ex prefetto di Milano. Vengono accostati alla poltrona che è stata di Matteo Salvini anche i nomi dell’attuale capo della Polizia Franco Gabrielli, quello del suo predecessore Alessandro Pansa o dell’ex capo dell’Anac Raffaele Cantone. In discesa un altro prefetto, Mario Morcone.

In pole per il ministero del Lavoro un’altra donna, Teresa Bellanova, già sottosegretaria per questo stesso dicastero. In alternativa Giuseppe Provenzano, che però potrebbe essere dirottato verso le Politiche giovanili.  Mentre alla Cultura potrebbe andare la renziana Anna Ascani, vicepresidente Pd.

Nel caso Di Maio diventi anche vicepremier, a lui potrebbe andare il nuovo ministero per il Sud. Altrimenti il leader M5s è papabile per la Farnesina. Alla Giustizia potrebbe essere riconfermato l’attuale ministro Alfonso Bonafede. All’Economia la riconferma di Giovanni Tria sembra poco probabile. In questo caso si parla di tecnici: Carlo Cottarelli, Daniele Franco, ex ragioniere dello Stato, e Dario Scannapieco, ex vicepresidente della Bei.

All’Istruzione potrebbe il senatore cinquestelle Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia. Mentre per lo Sviluppo economico si fa il nome di Stefano Buffagni, attuale sottosegretario alla presidenza. Per gli Affari europei spunta la candidatura di Gian Paolo Manzella, assessore allo Sviluppo della Regione Lazio.

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