Piazza Affari dà fiducia al «Conte-bis» e svetta in Europa con banche e spread a 172


Questo si è riflesso anche sui titoli di Stato italiani: sono proseguiti infatti gli acquisti, in un contesto di tassi in ribasso in tutta Europa, con lo spread BTp/Bund in calo a 172 punti base, dai 175 di ieri e a livelli che non si vedevano da maggio 2018, poco prima dell’insediamento del Governo Lega-5 Stelle, a inizio giugno 2018 (durante la seduta era sceso anche a 165). Il rendimento decennale ha aggiornato il minimo storico intraday allo 0,96% e a chiuso a 1,02%, dopo essere sceso ieri per la prima volta sotto l’1%. Valore più basso di sempre anche per i BTp decennali assegnati in asta con una buona domanda e tassi allo 0,96%.
Ulteriore sostegno arriva da Wall Street, che segna buoni rialzi. Non incide in negativo la revisione al ribasso del Pil americano del secondo trimestre (da +2,1% a +2%), visto che il ritocco era atteso dagli analisti. Il presidente Usa Donald Trump ha approfittato del dato per attaccare nuovamente la Banca centrale americana: «L’economia va alla grande, con un potenziale al rialzo enorme, se la Fed facesse quello che deve andrebbe a razzo, ha detto. Inoltre, le richieste di sussidi di disoccupazione sono cresciute al passo atteso dal consensus.

Ancora acquisti sui titoli di Stato italiani, con il rendimento del BTp decennale che ha aggiornato stamattina il minimo storico intraday allo 0,96%, dopo essere sceso ieri per la prima volta sotto l’1%. Ha poi chiuso in calo lo spread BTp/Bund che ha beneficiato delle attese per una soluzione alla crisi di governo. I BTp hanno sovraperformato gli altri bond sovrani dell’Eurozona giungendo a segnare nuovi record di rendimento sulla scadenza decennale (allo 0,95%). Nel finale il differenziale tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005365165) e il pari durata tedesco è risalito leggermente rispetto ai minimi di giornata attestandosi a 172 punti base (175 ieri). In calo anche il rendimento del BTp decennale banchmark che ha terminato all’1,02% (1,03% finale della vigilia).

E’ sceso sotto l’1% anche il rendimento dei decennali in asta offerti dal Tesoro allo 0,96%, un nuovo minimo storico in asta (il record era il rendimento all’1,14% di tre anni fa). La domanda del mercato è stata pari a un controvalore di 5,26 miliardi con un rapporto di copertura di 1,32 volte rispetto all’importo assegnato di 4 miliardi. Tassi in netto calo anche per i BTp a cinque anni. «La prospettiva di un governo filo-europeista e di legislatura è sicuramente molto positiva per i titoli di Stato italiani e per lo spread, che nell’ultimo anno era rimasto su livelli elevati quando invece quelli degli altri paesi europei periferici avevano continuato a contrarsi», commenta Luigi Nardella di Ceresio Investors. Tuttavia, va detto che i tassi europei sono tutti in forte discesa e restano da monitorare le prossime mosse della Bce. «Segnali di ripresa dell’economia o una delusione sulle misure della Bce – spiega Nardella – possono portare a una rapida inversione del trend. Quindi i BTp possono beneficiare di un’ulteriore riduzione dello spread, ma con il rischio importante di un rialzo generalizzato dei rendimenti».

Andamento dello spread Btp / Bund

A Piazza Affari in accelerata banche e industriali. Sul FTSE MIB hanno accelerato le banche (Unicredit, Mediobanca,Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e Ubi Banca sono salite tutte di oltre due punti percentuali), gli industriali e tutte le azioni a vario titoli influenzate dalle questioni politiche. La migliore è stata Cnh Industrial (+5,18%), in attesa della presentazione del piano industriale, la settimana prossima, seguita da Poste Italiane (+4,7%) e Leonardo – Finmeccanica (+4,29%). Telecom Italia (+2,54%) è stata sostenuta dal buon andamento del settore, sulla scia del semestre positivo della francese Bouygues Telecom (+6,5% a Parigi). Brillante anche Prysmian, premiata dagli analisti di Goldman Sachs che ha promosso il titolo a buy da neutral con un prezzo obiettivo a 22,5 euro da 17,5. Dopo l’avvio piatto, accelera Atlantia, anche se secondo la stampa un elemento di confronto ancora aperto fra M5S e Partito Democratico sarebbe la concessione di Aspi.

Sotto i riflettori ancora il settore auto, da un lato per il discorso dazi Usa-Cina, dall’altro per la partnership tra Toyota e Suzuki (hanno annunciato ieri uno scambio di azioni e una collaborazione nell’hi-tech), che secondo gli osservatori potrà aprire una nuova era di consolidamento nell’industria dell’auto giapponese e, più in generale, riaprire i giochi nel settore. Oggi comunque i titoli del comparto si sono mossi in modo limitato, con Fiat Chrysler Automobiles (+0,89%) e Ferrari (+0,74%) poco brillanti. Fuori dal listino principale, tra le migliori Banca Mps (+13,14%), che si è mossa in scia agli altri bancari, e si è attestata in calo Mediaset (-1,39%). Oggi che il giudice del tribunale di Milano si è riservata di decidere sulla richiesta di Vivendi di poter esercitare il diritto di voto all’assemblea straordinaria di Mediaset del 4 settembre prossimo. L’udienza era è stata fissata nell’ambito della procedura di urgenza chiesta da Vivendi per vedersi riconosciuto il diritto di votare all’assemblea straordinaria di Mediaset, convocata per il 4 settembre prossimo.

In Europa gli acquisti hanno interessato sostanzialmente tutti i settori, con banche (+1,22% l’Euro Stoxx 600), industriali (1,85%) e comparto chimico (+1,73%) a registrare i rialzi maggiori. Auto in stand-by, in assenza di notizie catalizzanti sul fronte dei dazi, con il braccio di ferro tra Stati Uniti e Cina sempre attuale, ma passato per oggi in secondo piano. Tra i titoli del comparto, da segnalare il modesto rialzo di Continental (+0,6% a Parigi), dopo che Moody’s ha abbassato l’outlook del produttore di pneumatici da “stabile” a “negativo”, confermando il rating «Baa1». Positivo l’andamento del comparto delle telecomunicazioni (+1,18%), dopo la semestrale della francese Bouygues Telecom (+6,75%): ha chiuso i sei mesi a giugno con un utile netto di 150 milioni, in rialzo del 5,6%, con ricavi in aumento del 13,7% a 2,9 miliardi. Sempre a Parigi, crescita del 3,09% per Pernod Ricard, dopo che il gigante degli alcolici ha archiviato l’esercizio con ricavi oltre 9 miliardi (+5%) e un risultato operativo in aumento del 9,5%. La società ha inoltre annunciato un buyback da 1 miliardo di euro e di un aumento del dividendo a 3,12 euro per azione con un payout pari al 50% sull’utile.

Negli Stati Uniti, Pil e richieste sussidi lavoro in linea con le stime
Nel secondo trimestre del 2019, la crescita economica statunitense è stata in linea con le aspettative. La seconda lettura del dato diffuso dal dipartimento al Commercio ha registrato un tasso di crescita annualizzato del 2% dopo il +3,1% del primo trimestre. La prima lettura era stata pari a un +2,1%. Le stime erano per un’espansione dell’economia statunitense del 2%. Sebbene leggermente rivisto al ribasso rispetto alla lettura preliminare, il dato mostra segnali incoraggianti. Le spese ai consumi – da cui dipendono due terzi del Pil Usa – sono state riviste al tasso annualizzato del 4,7% dal 4,3% dopo il +1,1% registrato tra gennaio e marzo. Si tratta del balzo migliore dalla fine del 2014.
Inoltre, il numero dei lavoratori che per la prima volta hanno fatto richiesta per ricevere sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è salito, anche in questo caso in linea con le previsioni. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro, le richieste sono aumentate di 4.000 unità a 215.000, contro le 215.000 attese. A metà aprile il dato era sceso a 193.000, ai minimi dal 1969. Infine a luglio, il numero di compromessi per la vendita di case esistenti negli Stati Uniti è tornato a calare nonostante tassi dei mutui in calo. Il dato, reso noto dall’associazione di settore National Association of Realtors, è sceso del 2,5% rispetto a giugno a 105,6 punti; gli analisti attendevano un calo dello 0,5%.

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