Vietato bluffare

Per questo il presidente della Repubblica, ha preteso chiarezza di impegni. Vuole che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Sul M5S , in particolare, L’incognita e’ su che cosa voglia essere davvero: se un ibrido di lotta e di governo, oppure un movimento finalmente definito e «costituzionalizzato». Matteo Salvini e la Lega hanno commesso un errore madornale, provocando in maniera irresponsabile una crisi in piena estate che ha esposto l’Italia alla speculazione finanziaria, e non solo. Ma all’ombra del Carroccio l’altro vicepremier dimissionario, il grillino Luigi Di Maio, non può pensare di continuare a navigare nell’ambiguità; di passare da una coalizione gialloverde a una col Pd con una presunzione di centralità che il 2018 gli ha dato, ma le Europee del 2019 ritirato bruscamente, dimezzando il Movimento. I «due forni» che pretende di potere usare in realtà sono una finzione.

Quanto è successo negli ultimi quattordici mesi non può essere imputato solo alla Lega. Il M5S ha condiviso scelte e errori non liquidabili additando Salvini come comodo capro espiatorio. Nella volontà di fare presto e nella chiarezza di Mattarella si indovina questo richiamo al senso di responsabilità e al coraggio di ammettere i propri limiti, oltre che errori, e voltare pagina. Senza il riconoscimento di una nuova fase, andare avanti con un altro governo «contrattuale», senza un programma vero, non solo sarebbe inutile: potrebbe diventare pericoloso per la tenuta del sistema di qui a pochi mesi.

E’ su questo che lo stesso Pd, diviso da chi, come l’ex segretario Matteo Renzi, punta a un governo comunque, e Zingaretti deciso invece a creare un accordo più solido e duraturo, sa di giocarsi la credibilità e forse perfino l’esistenza: anche perché si confrontano con un Movimento traumatizzato dalle sconfitte, spaventato dalle urne e tuttora tentato dalla Lega. Se una nuova maggioranza si salderà, non potrà che formarsi aderendo a un «codice Mattarella» che non prevede scarti, trasformismi e piccolo cabotaggio. E sfida sia M5S, sia Pd, divisi al loro interno e da una diffidenza reciproca di antica data. Altrimenti, rimane lo sbocco traumatico de l voto anticipato, che pure ieri Mattarella ha indicato come un epilogo naturale della democrazia quando non si riesce a formare una maggioranza in Parlamento. Rimane da capire che cosa sia meglio per l’Italia e il nostro interesse nazionale. Si è perso già troppo tempo e abbiamo sfiorato per due volte, in questi mesi, il Purgatorio di un commissariamento da parte degli alleati della Commissione europea. Fornire altre armi a chi vuole indebolire il nostro Paese sarebbe l’ultimo regalo a chi vede nella destabilizzazione non un pericolo ma un’opportunità .

CORRIERE.IT

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