Il malumore dei leghisti: “Finiamo all’opposizione in pasto ai magistrati”

Paolo Bracalini

«Siamo pronti ad andare all’opposizione». Il mood della truppa leghista dà per scontato l’accordo Pd-M5s-Leu e si prepara allo scenario peggiore per il partito, non il voto anticipato ma una permanenza lunga nei banchi dell’opposizione.

Un epilogo della crisi che sarebbe negativo per la Lega, Salvini non avrebbe più la ribalta del Viminale per poter girare l’Italia nelle vesti di ministro che difende i confini e gli interessi nazionali, ma tornerebbe un semplice senatore dell’opposizione. A questo, tra i leghisti, si aggiunge il timore di un’escalation dell’accerchiamento giudiziario del capo, specie con una maggioranza «filo-manette» M5s-Pd che non garantirebbe più a Salvini lo scudo del per le eventuali richieste di autorizzazione a procedere da parte di qualche procura (come sul caso Diciotti, in cui il M5s ancora alleato votò contro «salvando» il ministro dell’Interno).

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