M5S e nuovo governo, i due fronti aperti. E spunta l’idea «senza Salvini»

di Tommaso Labate

M5S e nuovo governo, i due fronti aperti. E spunta l'idea «senza Salvini»

«Se può ancora saltare tutto? Se la tela tra Pd e M5S venisse disfatta all’improvviso? Se può ancora succedere che Conte si ritrovi a guidare un governo sostenuto dal M5S e la Lega? È tutto possibile. Basta che Di Maio si metta di traverso facendo leva sul peso che ha ancora in Parlamento, in fondo, al Senato bastano una manciata di senatori per far saltare il banco. E se riuscisse a convincere Salvini ad accettare la più umiliante delle rese, magari proponendogli un nuovo governo gialloverde con lui fuori dalla squadra?».

Alle 8 di sera, quando la colonnina di mercurio fissa la temperatura della Capitale a ventisette gradi centigradi, gli ambasciatori del Pd che stanno facendo la trattativa coi pari grado del M5S informano gli uomini più vicini a Nicola Zingaretti dello stato dell’arte. Il segretario del Pd quella trattativa l’ha formalmente smentita, com’è ovvio, fedele alla strategia di rimanere l’ultimo staffettista a raccogliere il testimone della nuova maggioranza e a portarlo, nel caso, fino al traguardo. Nel caso.

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