Open Arms dopo l’ispezione: i medici confermano l’emergenza a bordo. Ocean Viking in attesa con 356 migranti

Scrutando l’orizzonte oltre lo stallo che impedisce ai 107 profughi rimasti a bordo della Open Arms di sbarcare a Lampedusa si intravede ormai nitidamente un nuovo caso di dimensioni triple. È quello della Ocean Viking, la nave battente bandiera norvegese di Medici Senza Frontiere e Sos Mediterranée. È in navigazione nel Canale di Sicilia ed ha salvato, in quattro diversi interventi, 356 migranti che sono a bordo ormai da otto giorni. Provengono da Sudan, Mali, Etiopia, Senegal e Gambia e hanno riferito di essere partiti tutti dalla Libia. La nave ormai si sposta quasi impercettibilmente di poche miglia al giorno tra Malta e l’isola di Linosa (che è praticamente attaccata a Lampedusa).

L’attesa

I rilevamenti Gps sulla navigazione sono praticamente minimi. È come se girasse in tondo sempre nello stesso tratto di mare. Segno che è sostanzialmente in attesa. Ma di cosa? Probabilmente di capire come andrà a finire il braccio di ferro sulla Open Arms. A differenza della nave della Ong spagnola questa è molto più grande. A bordo ci sono sufficienti scorte di viveri, i migranti non sono ammassati sul ponte e non ci sono particolari emergenze igienico-sanitarie. Ma la situazione potrebbe rapidamente mutare col passare dei giorni e dell’attesa. «È vero, al momento non abbiamo delle emergenze sanitarie o di altro tipo – riferiscono dalla Ocean Viking — ma dopo tanti giorni in mare i migranti cominciano ad essere provati, ansiosi e preoccupati per la loro sorte. Alle spalle hanno tutti storie drammatiche e non possiamo certo riconsegnarli alla Libia».

Porto sicuro

Il coordinatore della missione Nicholas Romaniuk ritiene che «a queste persone andrebbe consentito di sbarcare prima possibile. Portano nel corpo e nella mente i segni evidenti di traumi terribili legati alla permanenza in Libia«. «Da giorni — riferiscono fonti di Sos Mediterranée — attendiamo l’indicazione di un porto sicuro dove attraccare. Abbiamo fatto richiesta ma ci ha risposto solo la Libia. La nostra replica è stata “no grazie, Tripoli non è affatto un porto sicuro”». Quindi puntate verso l’Italia? «Non vogliamo fare forzature, attendiamo risposte chiare in base alle norme internazionali. Speriamo che le autorità europee si mettano d’accordo”» A bordo della nave l’emergenza nei prossimi giorni potrebbe riguardare i minori. Sulla Ocean Viking ce ne sono in tutto 103, 92 dei quali sono non accompagnati. Quindi nelle stesse identiche condizioni dei 27 della Open Arms per i quali ieri il premier Giuseppe Conte ha imposto lo sbarco a Lampedusa. Tra i minori c’è persino un bambino, che viaggia con la madre, di appena un anno.

CORRIERE.IT

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