L’ultima idea di Trump: comprare la Groenlandia dalla Danimarca

L’interesse ha comunque un suo fondo di serietà: gli Stati Uniti sono interessati alle risorse naturali dell’isola nonché al controllo geopolitico delle rotte artiche. Con lo scioglimento dei ghiacciai, ora sono accessibili zone che prima non potevano essere sfruttate per ragioni economiche. Secondo alcuni studi, le aree intorno all’oceano Artico contengono le più grandi riserve di petrolio e gas naturale al mondo non ancora sfruttate.

E sempre a causa del riscaldamento globale, il ghiaggio non ostacola più il passaggio dei cargo lungo le rotte polari, fino a pochi anni fa aperte (e non tutte) solo in estate. Il controllo di quello che una volta veniva definito il “Passaggio a Nord-ovest” è già al centro degli interessi della grandi potenze mondiali, tenendo conto che la Russia ne controlla già una buona parte – per evidenti questioni geografiche – e la Cina le sta utilizzando sempre di più. Giusto un anno fa, il colosso danese Maersk Line, la più grande compagnia mondiale del trasporto marittimo, ha lanciato il suo primo supercargo portacontainer su una rotta artica nel nord della Russia, sperimentando un’alternativa al Canale di Suez.

 Trump ha avuto l’idea da un suo collaboratore, il quale gli ha riferito come Danimarca faccia fatica a finanziare il sussidio – per l’equivalente di circa 457 milioni di euro – che ogni anno invia al territorio. Da qui, l’idea di subentrare a Copenaghen suggerendogli di acquistarlo. “Cosa ne pensate?”, avrebbe chiesto a quel punto Trump sempre secondo il Wall Street Journal: “Pensate che funzionerebbe?”. Da allora, prosegue il quotidiano, il presidente ha parlato della prospettiva di acquistare la Groenlandia in numerose occasioni. Alcuni suoi consiglieri si sarebbero detti favorevoli, sottolineando i vantaggi economici di una tale operazione, che inoltre – ritengono – lascerebbe un’eredità simile a quella dell’acquisto americano dell’Alaska dalla Russia nel 1867.

Già nel febbraio scorso, il tema era finito sul tavolo dello Studio ovale: gli Usa si erano prontamente offerti di aiutare la Danimarca per la costruzione di tre nuovi aeroporti in Groenlandia, di fronte alle proposte arrivarte da parte di banche cinesi. Il timore della Casa Bianca è che Pechino chiedesse poi la possibilità di utilizzare gli scali anche per scopi militari.

La notizia arriva mentre Trump si prepara a fare la sua prima visita di stato formale in Danimarca, dove incontrerà il primo ministro Mette Frederiksen e parteciperà a una cena di stato ospitata dalla regina Margrethe ii il 2-3 settembre. L’incontro si concentrerà, tra l’altro, proprio sulla Groenlandia, dove gli Stati Uniti hanno costruito diverse basi militari e stazioni meteorologiche dalla seconda guerra mondiale. L’ipotesi di un’offerta per l’isola è però stata accolta con scarsa serietà nel Paese. Lars Lokke Rasmussen, primo ministro fino a giugno e ora a capo dell’opposizione in Danimarca, ha twittato che l’idea di Trump “deve essere uno scherzo del primo di aprile”, anche se fuori stagione. Trump non è il primo presidente che guarda con interesse alla Groenlandia: già nel 1946 Harry Truman propose alla Danimarca di comprare l’isola per 100 milioni di dollari, ma la sua offerta venne rifiutata.

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