Renzi-Di Maio, proposta indecente

La notizia è pressoché un paradosso, ma ormai tutto è possibile nell’era della politica dell’instante senza memoria. Il paradosso del più fiero oppositore dei Cinque Stelle, e della prospettiva di un governo tra Pd e Cinque stelle, che ha recapitato a Di Maio, attraverso i suoi uomini, la sua “apertura” per scongiurare il ritorno al voto “ed evitare di dare l’Italia in mano a Salvini”.

Fonti degne di questo nome raccontano che Matteo Renzi – anche se l’ex premier nega – ha comunicato, attraverso i suoi canali diplomatici, la sua disponibilità a una soluzione della crisi che preveda un accordo tra Pd e Cinque stelle. Quantomeno a provarci, sperimentando soluzioni creative, perché in fondo la politica è l’arte del possibile soprattutto quando lo scenario che si prospetta è la comune rovina delle parti in causa. La posta in gioco, questo è il senso del ragionamento, è davvero alta, basta leggere qualche sondaggio che dà alla destra, nel suo insieme, quasi il 50 per cento dei consensi. Numeri che annunciano la più grande slavina di destra della storia della Repubblica: Salvini a palazzo Chigi e una nuova maggioranza in grado di eleggere il successore di Mattarella, rispetto a questo Parlamento che invece dà ancora ampi margini di gioco politico. È una svolta istituzionale profonda che chiuderebbe un ventennio in cui il Quirinale, con Scalfaro, Ciampi, Napolitano e Mattarella è stato un luogo di garanzia e anche tenuta democratica nei momenti più complicati.

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