Crisi di governo, mozione di sfiducia della Lega a Conte al Senato. Convocata lunedì la capigruppo

Governo, Salvini annuncia candidatura a premier: “Chiedo agli italiani di darmi pieni poteri”

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È scontro sulla data di convocazione dell’aula del Senato. La Lega chiede martedì 13 agosto ma le opposizioni propendono per lunedì 19 o martedì 20 agosto.
Potrebbe finire con una decisione a maggioranza, lunedì pomeriggio in conferenza dei capigruppo, la definizione del calendario della crisi. Secondo la Lega ci sono i presupposti per fare il prima possibile, e in particolare prima di Ferragosto.

Matteo Salvini ha dettato la linea ai suoi che sono in arrivo nella capitale già da lunedì. Per le opposizioni meglio uno svolgimento più lento ma più ordinato. La capigruppo dovrebbe consentire ai parlamentari di essere sicuramente presenti nella capitale. Se la capigruppo dovesse decidere a maggioranza al momento l’ipotesi favorita sarebbe quella del 19-20 agosto.

“Troppi no (da ultimo il clamoroso e incredibile no alla Tav) fanno male all’Italia – è la posizione del partito di Salvini – che invece ha bisogno di tornare a crescere e quindi di andare a votare in fretta. Chi perde tempo danneggia il Paese e pensa solo alla poltrona”. “Ridare la parola agli italiani” e “tornare prima possibile al voto”, dopo mesi di liti e incomprensioni, è “una scelta di coraggio, di coerenza” ma anche “la più dignitosa”.

Il segretario del Pd Nicola Zingaretti parla a Radio Capital e paragona Matteo Salvini al lupo cattivo. Commentando l’ipotesi che il leader della Lega possa vincere le prossime elezioni Zingaretti risponde: “È come se uno riuscisse a mettere fuori dalla porta tre lupi e poi facesse rientrare dentro casa un lupo che lo sbrana” risponde il segretario dem. “Non credo che Salvini sia la soluzione, casomai è almeno parte del problema”. Il leader Pd esclude l’appoggio a una nuova maggioranza o ad un governo tecnico: “Sono contrario a qualsiasi trasformismo, spiega, bisogna andare al voto. Nessuno faccia il furbo su questo”.

Governo, Zingaretti: “Renzi ci aiuti a vincere le elezioni. È tempo di unità”

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Sull’unità del Pd, Zingaretti lancia poi un appello a Renzi, “Il Pd è ricco di tante personalità – dice – divise sono un disastro, se si uniscono sono imbattibili. Renzi sia parte di una bella squadra per cambiare il Paese. Lo scontro alle elezioni sarà tra Lega e Pd e possiamo vincere”.

I sondaggi favorevoli, e il rischio di far slittare di sei mesi le elezioni in caso di definitiva approvazione della legge sul taglio dei parlamentari, hanno convinto Matteo Salvini ad imprimere una improvvisa accelerazione alla crisi di governo. Conte, anziché salire al Colle per rimettere il mandato come avrebbe voluto il leader leghista, chiede la ‘parlamentarizzazione’ della crisi, ovvero vuole recarsi in Parlamento e incassare la sfiducia, sfidando Salvini a recarsi in Senato e spiegare i motivi che lo hanno indotto a staccare la spina.

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I tempi li decideranno i due presidenti di Camera e Senato. Con ogni probabilità avverrà intorno a Ferragosto. Poi la palla passerà nelle mani del presidente della Repubblica che potrà decidere se affidare un mandato al premier attuale per un Conte bis. Oppure se affidare l’incarico a un’altra personalità a capo di un governo – anche senza fiducia, i precedenti ci sono – che porti il Paese alle elezioni per la fine di ottobre con un ministro dell’Interno, responsabile della macchina elettorale, che non sia il leader leghista.

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Lo scenario che si presenta alle urne è di una Lega molto forte in grado di incassare da sola – sommando i parlamentari eletti con il proporzionale a quelli con i collegi uninominali – la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento. Questo darebbe il potere assoluto a Salvini (anche senza il contributo di Fratelli d’Italia) che ieri ha ufficializzato la sua candidatura a premier.

A contrastarlo in campagna elettorale un Pd che al momento risulta diviso, l’ex alleato di governo, un M5S indebolito e fiaccato, e un partito di Berlusconi allo sbando. Sul fronte dem, Zingaretti ha lanciato un appello a Renzi per aiutarlo a vincere.

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Anche Renzi è stato preso in contropiede dalla crisi voluta da Salvini: si aspettava il voto in primavera, aveva fissato la Leopolda per la fine di ottobre e in quella occasione avrebbe scelto se proseguire con il Pd o se fondare una nuova realtà politica. Cosa farà ora l’ex premier? Accogliere l’appello di Zingaretti a restare dipenderà anche dalle aperture che gli prospetterà l’attuale segretario dem in termini di renziani presenti nelle liste. 

In tutto questo restano i timori di Mattarella per un voto in piena sessione di bilancio nel momento in cui lo spettro dell’esecutivo provvisorio riaccende lo spread e gli interessi sui Btp.

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