Sergio Mattarella è all’angolo, ora si inventa un governo balneare: chi farà il premier e quando si voterà

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Con tutto questo iter si arriverebbe a settembre. Se, invece, la crisi fosse insanabile fosse insanabile – prosegue Il Giorno – lo scenario cambia.  Il Capo dello Stato, sentiti i presidenti delle Camere e dopo le consultazioni di rito, indice le elezioni. Il tempo minimo che deve intercorrere necessariamente dal giorno dallo scioglimento delle Camere alle urne è di 45 giorni mentre quello massimo è di 70 giorni, ma il Viminale se ne prende 55/60 da quando votano gli italiani all’estero. A quel punto, il Cdm si riunisce per approvare il dpR (decreto del Presidente della Repubblica) con cui viene fissata la data del voto. In teoria, come è prassi, il cdm che si occuperà di ciò sarà quello dimissionario, cioè Conte, ma si dice che Mattarella imporrebbe un governo tecnico (che, dato il periodo, sarebbe ‘un governo balneare’) per portare il Paese al voto con i crismi della neutralità. Gli italiani potranno così essere chiamati al voto il 13 ottobre, ma è implausibile: le Camere dovrebbero essere sciolte a ridosso di Ferragosto. Mentre per votare il 20 ottobre, le Camere vanno sciolte dopo Ferragosto, tra il 20 e il 22 agosto. Infine, per votare l’ultima domenica di ottobre, il 27, le Camere potrebbero essere sciolte, al più tardi, anche il 27-28 agosto. Poi, più ci si inoltra in autunno più, è ovvio, le elezioni si allontanano.

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