Fondi russi alla Lega, le due smentite a Salvini sul ruolo di Savoini

L’incontro in albergo

Quando il sito Buzzfeed pubblica l’audio degli incontri dell’ottobre scorso, Salvini nega di aver mai saputo di quella riunione e smentisce che la Lega abbia «mai preso un rublo», ma anche che Savoini potesse aver parlato a nome del partito. Le chat e le mail trovate dalla Guardia di Finanza nel telefono e nel computer dello stesso Savoini — indagato per corruzione internazionale e sottoposto a perquisizione — sembrano raccontare una realtà ben diversa, documentando i contatti con lo stesso Salvini e con altri rappresentanti di livello del partito. Tanto che secondo alcuni indiscrezioni, ci sarebbe la prova che a quel tavolo Savoini si era seduto come «uomo della Lega» proprio perché era stato delegato a trattare l’affare. Un ruolo che del resto sembra essere accreditato anche dal fatto che la sera precedente era uno dei partecipanti alla cena organizzata al ristorante nella capitale russa Rusky, proprio con Salvini e con i vertici di Confindustria Russia.

«Nella delegazione»

Savoini è a Mosca anche il 16 luglio 2018 quando la delegazione guidata dal ministro dell’Interno Salvini incontra i rappresentanti del Consiglio per la sicurezza nazionale. «Non so chi l’abbia invitato, chiedete ai russi», afferma un mese fa il titolare del Viminale nonostante fosse al tavolo dell’incontro con accredito e segnaposto nominativo. All’epoca il sito Buzzfeed aveva già chiesto a che titolo fosse presente e Savoini aveva risposto via mail: «Faccio parte della Lega dal 1991, ho sempre fatto parte dello staff di Salvini ancor prima che il ministro degli Interni entrasse nel governo», prima di specificare di aver «contribuito a organizzare tutti i viaggi di Salvini a Mosca». Al Viminale negano questa circostanza, sostengono che non era «al seguito del ministro». Ma ieri, in Senato, Conte è stato categorico: «Il 16 luglio 2018 per l’incontro con le controparti russe su indicazione del protocollo del ministero dell’Interno, la delegazione ufficiale comprendeva anche il nominativo del signor Savoini». Ieri sera il Viminale ha ribadito che «Savoini non era partito da Roma con lo staff ed era un semplice accompagnatore». Ma nessuno ha ancora chiarito chi abbia pagato i suoi numerosi viaggi, spesso al seguito del consigliere Claudio D’Amico.

CORRIERE.IT

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