Giustizia, il sospetto M5S: “Salvini vuol far saltare lo stop alla prescrizione”

Oltre ai contenuti, le divisioni riguardano anche gli strumenti. Il ministro Bonafede vorrebbe procedere per gradi. Prima un disegno di legge per accelerare i tempi del processo penale e far entrare così in vigore il blocco della prescrizione da gennaio 2020. Poi una nuova legge sulle intercettazioni e infine un nuovo sistema elettorale per il Csm, da delegare al Parlamento. La Lega chiede invece un pacchetto unico. “È praticamente impossibile – spiega un deputato grillino – è solo un modo per far saltare la riforma del processo penale e quindi lo stop alla prescrizione”. A cui in fondo la Lega non ha mai tenuto particolarmente, tanto che, ripercorrendo quelle trattative, è facile ricordare che Salvini si è opposto salvo poi accettare con la clausola dell’entrata in vigore dal 2020 e solo una volta approvata la riforma del processo penale.

E su questa riforma si palesano già le divisioni nella maggioranza. La Lega vuole “un limite perentorio a tutte le fasi del processo”, in particolare alle indagini preliminari e “in caso di ritardi del tutto ingiustificati da parte dei magistrati” chiede “conseguenze processuali e disciplinari”. E infatti Salvini, alla vigilia del vertice, rimarca che “serve una riforma della giustizia che garantisca tempi certi e consegni al mondo delle imprese un Paese sano”. Non solo, spinge anche sull’acceleratore del garantismo, fumo negli occhi per i 5Stelle. “Bisogna invertire l’onere della prova – spiega il leader leghista – siamo uno dei pochi Paesi incivili al mondo dove sono tutti presunti colpevoli. Non è l’innocenza che va dimostrata, è la colpevolezza che va provata”. Un’altra provocazione che piomba con sconcerto nel campo dei 5Stelle. Bonafede, in vista dell’entrata in vigore il primo gennaio 2020 del blocco della prescrizione dopo il primo grado, avrebbe in mente una riforma più flessibile. Pare con tre scaglioni per lo svolgimento delle indagini preliminari, modulati in base alla gravità dei reati.

L’altro terreno che per adesso appare inconciliabile è quello delle intercettazioni. Bongiorno sostiene che bisogna “evitare quelle a strascico”. Inoltre “occorre evitare la pubblicazione dei verbali nelle fasi precoci del procedimento e ciò che riguarda la vita privata delle persone. Ma non basta più dire: non pubblicate. È necessaria anche una sanzione per la pubblicazione delle cosiddette ‘intercettazioni gossip’”. In questi giorni il titolare di via Arenula ha risposto con l’invito ai giornalisti a pubblicare tutto, chiaro segnale della sua visione sull’argomento. E ha già convocato per venerdì i vertici dell’Ordine dei giornalisti e la Federazione nazionale della stampa per superare anche la legge dell’ex Guardasigilli Andrea Orlando. L’idea del ministro è di rendere pubblicabile, anche in tempi stretti rispetto al deposito delle carte, tutto quello che ha un interesse pubblico, chiudendo invece la via ai testi che riguardano fatti privati. Ma anche su questo, le due visioni diverse, garantista quella della Lega e giustizialista quella M5s, sono diverse a tal punto da poter creare l’incidente.

L’HUFFPOST

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