L’erede di Nefertiti in lista con il Movimento 5 Stelle

Michele Serra

Di Maio Circondato dai suoi fedelissimi (Di Assunta, De Alfredo, D’Irma e Di Pomigliano, tutti di Pomigliano d’Arco tranne Di Pomigliano, che è di Pozzuoli), il leader del movimento si domanda se, per esempio, formare un governo con Matteo Salvini, compresi un paio di sottosegretari nazisti e un ministro favorevole al rogo per gli eretici, sia stata una buona idea, specie considerando che molti voti ai cinquestelle arrivavano da elettori di sinistra delusi dal Pd. La risposta è stata “chissà”… , osservando pensosi il Golfo di Napoli dalla vetrata della pizzeria Serenella, gestita dalla madre del senatore Di Poldo, uno dei luoghi di formazione dell’establishment grillino.

Lo stato maggiore del Movimento Cinque Stelle lo annuncia a chiare lettere: è arrivato il tempo della riflessione. Un modo per tagliare fuori Toninelli già in partenza. E con lui i toninelliani, una corrente che, nonostante il divieto di formare correnti, era nata spontaneamente, per attrazione naturale, tra alcuni deputati del movimento. Tra i quali Di Pierpaolo, scalzista della prima ora e latore del progetto di legge per l’abolizione delle pantofole usa e getta negli alberghi, e la senatrice animalista Di Giustino, fondatrice del primo centro per la riabilitazione degli scarafaggi infortunati.

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