Napoli martoriata

C’è una bambina di soli quattro anni in ospedale. Lotta per sopravvivere dopo essere stata colpita da un proiettile che le ha perforato i polmoni. E c’è una città sconvolta, scossa, arrabbiata. Stanca di tutta la violenza di cui ciclicamente è teatro è pronta a scendere in piazza, nella stessa piazza dove una persona ha sparato ferendo tre persone, per dire basta. Per chiedere, come dice il titolo stesso della manifestazione, che Napoli sia disarmata. Istituzioni locali, associazioni e Chiesa vogliono che si agisca concretamente per combattere la criminalità organizzata. Agli appelli si aggiungono le polemiche politiche, con il Movimento 5 stelle che, in prima fila, punta il dito contro Matteo Salvini.

Il ministro dell’Interno è diventato bersaglio di critiche di chi – tra i suoi alleati di governo – gli ha fatto notare che parlare di sicurezza non basta, che bisogna prendere provvedimenti, che sui territori ostaggio della camorra c’è bisogno di più uomini delle forze dell’ordine. Dal canto suo il titolare del Viminale ha detto che rinforzi già sono stati inviati nei mesi passati. Ha fatto sapere che sta pregando per la per la bimba ferita e ha promesso giustizia: “I maledetti criminali che l’hanno colpita non avranno tregua: sappiano che per loro è pronta la galera”, ha affermato mentre era lontano da Napoli e proseguiva la sua campagna elettorale. Ha provato a respingere le accuse facendo notare che proprio poche ore dopo la sparatoria nel centro di Napoli venivano arrestati i protagonisti di un altro agguato, quello avvenuto poche settimane fa a San Giovanni a Teduccio, dove un uomo era stato ucciso davanti a una scuola, a pochi passi dal nipotino.

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