Vittorio Feltri e i “cannibali islamici protetti dalla sinistra”. La sfida: “Io li chiamo figli di…”

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E se tu cronista racconti le cose come stanno e affermi che la cultura di certa gente è in contrasto con la nostra e sarebbe bene osteggiarla, vieni punito. È vietato dall’Ordine dei giornalisti descriverla in forma corretta, ossia proclamare che faremmo meglio a prenderne le distanze. Non c’è verso di poter essere aderenti alla realtà, guai a fare un titolo che definisca bastardi gli attentatori. Non sei obbligato a lodarli, ma costretto a non deplorarli. Chi non si attiene a queste regole paradossali si becca la sanzione e deve stare attento se non vuole poi essere radiato.

Insomma i carnefici che in Sri Lanka hanno massacrato una moltitudine di persone sono degli illustri sconosciuti non meritevoli di essere insultati. Quando verrà fuori, e ciò sta avvenendo, che sono islamici saremo indotti, in omaggio alla deontologia del cavolo, a giustificarli. Saremo pregati di usare, dandogli addosso, un linguaggio ossequioso perché – tutto sommato – chi uccide centinaia di uomini, donne e bambini, in fondo non ha torto. Così è anche se vi fa schifo, noi italiani siamo convinti che leccando i piedi ai musulmani avremo il vantaggio di essere soppressi per ultimi. Oriana Fallaci aveva intuito tutto, noi siamo persuasi che irrorando saliva su chi ci perseguita ce la caveremo, almeno per un po’. Illusione.

LIBERO.IT


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