Si addestravano per attentati ispirati all’Isis, arrestati un palermitano e un marocchino

L’addestramento

Entrambi praticavano il soft air, la simulazione di azioni militari, per imparare l’uso delle armi e per allenarsi fisicamente. Per i magistrati sarebbero due lupi solitari, «che – scrivono i pm nel provvedimento di fermo – intraprendono il jihad senza una ben precisa e chiara organizzazione ma spinti e motivati solo dal crescente odio verso i Kuffar, parola araba che indica, attraverso una grande varietà di sfumature, la persona che non crede nel Dio islamico». Due «mujaheddin virtuali» , insomma, secondo la Procura, «che promuovono una guerra culturale, anche a colpi di tweet e di notizie artatamente piegate alla propaganda radicale».

Tradito dai selfie

Giuseppe Frittitta è stato tradito dai selfie che pubblicava sui social con in mano un coltello che definiva «mio compare 26 centimetri». Si era fatto crescere una lunga barba nera e inneggiava alla vendetta dei combattenti dell’Isis morti in battaglia. Più volte, in rete e nelle conversazioni via web, invocava l’uccisione di «tutti gli occidentali». Per mesi la Digos, coordinata dalla Procura di Palermo, ha monitorato le sue attività sui social e lo ha tenuto sotto controllo: oggi il palermitano è stato fermato per istigazione e apologia a commettere reati di terrorismo.

LA STAMPA

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