La strategia M5s anti-Lega: “scippare” il tema sicurezza

L’invasione di campo è arrivata anche a toccare il tema del contrasto all’integrazione illegale, sancta sanctorum leghista. Ieri Di Maio ha messo in discussione il dogma dei porti chiusi e ancora prima la ministra Elisabetta Trenta che, sotto tiro per lo scarso attivismo sulla crisi libica, ha esortato Salvini ad avere «testa» e non «testa dura». Parole simili a quelle di Di Maio («Bisogna avere testa in questi momenti e lavorare con responsabilità»), che mettono a nudo la linea pentastelalta: avocare a sé una cogestione della sicurezza, accusare Salvini di essere una «testa calda», proporsi come la scelta moderata in vista delle urne europee.

Le invasioni di campo si ripetono e al momento la Lega gioca in difesa, anche se non mancano risposte su altri settori, come gli attacchi di Salvini alla gestione di Roma. «Non mi permetto di dargli lezioni su come risolvere le centinaia di crisi aziendali che sono ferme sul suo tavolo -.ha replicato ieri il leader del Carroccio riferendosi all’intervista rilasciata da Luigi Di Maio al Corriere- Chiedo altrettanto rispetto: di ordine pubblico, sicurezza, difesa dei confini mi occupo io. Ci metto la faccia e rischio personalmente». A dargli manforte il sottosegretario leghista all’Interno Nicola Molteni intervistato da Affari italiani: «Accettiamo consigli e suggerimenti da tutti, ma le decisioni in materia di contrasto all’immigrazione clandestina e di difesa di frontiere e confini le fa il ministro dell’Interno».

Salvini prova a mettere da parte le polemiche e tirare dritto. Due giorni fa ha annunciato che «da giugno per le forze dell’ordine entrerà in vigore la pistola elettrica». Ma anche in quell’occasione si era trovato a dover rispondere a uno sconfinamento nella riserva di caccia leghista, con la proposta di Di Maio di «estendere la nuova legittima difesa alle forze dell’ordine». A Di Maio non era rimasto altro da fare che pungere il collega vicepremier sottolineando di essere «contento che ha cambiato idea».

Perno della nuova strategia comunicativa del M5s è la difesa. E infatti, messo un po’ da parte il dominus della comunicazione grillina Rocco Casalino, dietro alla nuova linea ci sarebbe Agostino Rubei, portavoce della ministra Trenta. I cenni di recupero nei sondaggi spingeranno il M5s a spingere ancora di più sull’acceleratore.

IL GIORNALE

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