Le manovre di Conte e Tria: c’è aria di redde rationem

Adalberto Signore

Non hanno ancora iniziato a fare gli scatoloni, ci mancherebbe. Anche perché alle elezioni Europee mancano ancora più di tre settimane e la politica in Italia ci ha abituato a stravolgimenti così repentini che è legittimo pensare che non tutto sia già perduto.

Di certo, però, c’è che sia a Palazzo Chigi che a via XX Settembre si respira da qualche tempo un’aria da ultimi giorni dell’impero. Come se l’implosione fosse ormai imminente. Magari non inevitabile, ma comunque alle porte. E la fotografia di questo clima da «liberi tutti» sta proprio nelle ultime mosse di due dei principali protagonisti del governo gialloverde: il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Tutti e due, infatti, stanno cercando di uscire dal cono d’ombra a cui sono stati costretti per mesi e mesi. Al netto del fatto che il primo gioca più di sponda con il M5s mentre il secondo pare più affine alla Lega, entrambi stanno provando a ritagliarsi un ruolo di maggiore autonomia e hanno iniziato a giocare in proprio. In vista, appunto, della possibile implosione del governo se, come pare, il voto del 26 maggio dovesse ribaltare gli equilibri all’interno della maggioranza.

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