Imu e Tasi? 156 miliardi di patrimoniale “mascherata”

Se con l’abolizione della Tasi sulla prima casa i proprietari hanno risparmiato 3,5 miliardi di euro all’anno, sugli immobili strumentali, invece, il passaggio dall’Ici all’Imu ha visto raddoppiare il prelievo fiscale. «Il 2019 sarà un anno difficile e di sfida – commenta il segretario della Cgia, Renato Mason – Per ammortizzare la frenata del Pil bisogna assolutamente evitare l’aumento dell’Iva».

Secondo il coordinatore dell’Ufficio studi, Zabeo, «accanirsi fiscalmente sui capannoni, che sono beni strumentali, continua a non avere alcun senso, se non quello di fare cassa, frenando però l’economia reale del Paese». A livello territoriale il maggiore prelievo Imu-Tasi si verifica in Valle d’Aosta. Particolarmente sostenuto anche il gettito pro capite in Liguria, Trentino Alto Adige e Emilia Romagna.

Rispetto al 2011, ultimo anno in cui è stata applicata l’Ici, la variazione di gettito prelevato su tutti gli immobili presenti nel Paese è aumentata del 114 per cento. Se 8 anni fa i Comuni hanno incassato 9,8 miliardi di euro, tra Imu e Tasi l’anno scorso hanno riscosso 21 miliardi. In termini percentuali, le regioni con l’incremento del valore assoluto più importante tra il 2011 e il 2018 sono state il Trentino Alto Adige (+185 per cento), il Molise (+161 per cento) e la Valle d’Aosta (+155 per cento). In termini pro-capite, invece, sempre il Trentino Alto Adige (+175 per cento), il Molise (+165 per cento) e la Valle d’Aosta (+156 per cento).

IL GIORNALE

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