Italiani siamo noi

Sì, è vero: Sy ha ottenuto (purtroppo) la cittadinanza italiana e già questo dovrebbe essere un problema su cui riflettere. Ma manteniamo i distinguo tra «nazionalità» e «cittadinanza» che non sono per nulla sinonimi. La nazionalità infatti definisce l’appartenenza a una comunità per storia, tradizione, religione, cultura e lingua mentre la cittadinanza è la condizione giuridica di una persona alla quale lo Stato riconosce la pienezza dei diritti giuridici e civili attivi e passivi. Tanto è vero che chiunque può avere doppie o anche triple cittadinanze ma una sola nazionalità che il più delle volte coincide con il luogo di nascita o di origine della famiglia e che semmai può cambiare solo con il passare delle generazioni, come è successo agli immigrati italiani in America nel secolo scorso.

Ousseynou Sy quindi non è un «italiano» ma un senegalese che ci ha chiesto e ottenuto aiuto e fiducia per poi tradirci. Ma al netto di dispute e verità linguistiche il problema resta la sostanza: un immigrato qualsiasi sia la sua cittadinanza (anche i terroristi islamici che hanno fatto stragi in Francia avevano quella francese) ha tentato di dare fuoco a cinquanta ragazzi per motivi legati alla gestione dell’immigrazione. E non è bello che partiti e intellettuali dei miei stivali gli offrano una copertura politica ed umanitaria che non si merita. Chi dice, di fronte a tanto orrore, «meglio lui di Salvini» è un criminale che gioca con le parole, pratica a volte più pericolosa dell’uso delle armi.

IL GIORNALE

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