Le falle nella sicurezza: così il nigeriano era alla guida del bus

“Noi possiamo solo dire che aveva ben venticinque anni di servizio, di cui gli ultimi quindici alle dipendenze di Autoguidovie. Aveva sempre superato positivamente tutte le visite mediche periodiche e annuali. Non sappiamo spiegarci questo assurdo gesto”, dice in una nota il presidente dell’Autoguidovie Camillo Ranza.

Il Comune di Crema, che si è schierato contro il decreto sicurezza, è già nella bufera politica. “La foga a favore dei clandestini gli ha fatto sfuggire i problemi reali”, accusano Stefano Candiani e Nicola Molteni, “Una scuola si è ritrovata con uno scuolabus guidato da un senegalese con cittadinanza italiana con precedenti per violenza sessuale e guida in stato di ebbrezza. E oggi l’uomo ha dirottato il mezzo e gli ha dato fuoco. Poteva essere una tragedia. Ci attendiamo un rigoroso accertamento delle responsabilità per un affidamento così gravemente superficiale. Il sindaco non ha niente da dire?”.

Le regole dicono che oltre alla patente B e D, il conducente deve ottenere una Carta di qualificazione per il trasporto di persone. Poi l’autista di bus deve sottoporsi a controlli psicofisici e, periodicamente, a quelli tossicologici. Il problema è che stavolta qualcosa è andato storto. E solo per il pronto intervento dei carabinieri e il coraggio di un ragazzino si è evitato un massacro in nome dei “migranti che muoiono nel Mediterraneo”.

Ousseynou Sy, intato, è piantonato all’ospedale Niguarda e sottoposto a indagine. La procura di Milano gli contesta i reati di strage e sequestro di persona.

IL GIORNALE

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