Verona, la rivolta dell’università contro il raduno delle famiglie

La “ribellione” dell’ateneo non ha fatto cambiare idea al ministro dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca Marco Bussetti. Che proprio ieri ha confermato la sua presenza («mi hanno invitato e partecipo su un tema a me caro») escludendo che la sua scelta indichi una rottura con i Cinque Stelle («vado per discutere di certi temi con grande serenità e tranquillità»). Il Movimento, però, è deciso a boicottare l’evento. «A Verona non ci andrà mai nessuno del M5S, nessun ministro, perché la considerazione della donna da Medioevo non ci rappresenta», ha ribadito ieri il vicepremier Luigi Di Maio. Senza commentare però il fatto che, nonostante le polemiche, il logo di Palazzo Chigi continua a rimanere sul sito del Congresso, sulle brochure e sui manifesti. «Non ci è arrivato alcun contrordine», spiegano gli organizzatori.

I distinguo di Parolin e Chiesa

Ad arrivare ieri, invece, è stata una posizione ufficiale della Chiesa che, con il segretario di Stato Vaticano Piero Parolin, ha detto di condividere «la sostanza» dei temi del congresso ma «non le modalità» e di «non approvare nemmeno i toni utilizzati nella polemica». A cascata si è espressa anche la Diocesi di Verona, che con il vescovo Giuseppe Zenti sarà presente alla kermesse. Il tema della famiglia, ha spiegato la Chiesa veronese, non merita «un linguaggio violento e ideologico» e la politica «potrebbe fare di più e meglio».

“Subite intimidazioni”

Che a Verona il clima non sia dei più sereni lo certificano anche le minacce ricevute da alcuni albergatori che ospiteranno i relatori del summit. «Gli hotel hanno ricevuto telefonate e mail di intimidazione», denunciano Antonio Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vicepresidente del Congresso delle famiglie. Il boicottaggio sarebbe partito da una pagina Facebook che ha pubblicato la lista dei sette alberghi indicati nel sito del raduno. «Sì, qualche albergatore ha ricevuto delle chiamate di minaccia ma le abbiamo respinte al mittente», conferma Giulio Cavara, alla guida dell’associazione albergatori Confcommercio Verona.

La città, intanto, si prepara anche alla contro-manifestazione del collettivo di “Non una di meno” che si mobiliterà per parlare «di diritti delle donne e delle persone Lgbt»: una tre giorni che si chiamerà «Verona città transfemminista» e prevede, sempre dal 29 al 31 marzo, convegni sulla teoria gender, laboratori di piazza contro sessismo e razzismo, proiezione di cortometraggi.

LA STAMPA

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