Mattarella non ha il piano B. Se il governo cade, si vota

Massimiliano Scafi

Sorrisi, cordialità, tanti selfie nel Salone dei Corazzieri con le invitate per la festa dell’otto marzo.

Il governo balla parecchio, lunedì può cadere, ma Giuseppe Conte cerca di cancellare, quasi di esorcizzare il braccio di ferro violento sulla Tav che sta dilaniando la maggioranza: «Non ci sarà nessuna crisi, presidente, ne sono sicuro. Sarebbe assurdo». Sergio Mattarella non gli risponde. Forse pure lui la pensa così, spera che in qualche modo lo scontro rientri in fratta e si trovi una soluzione che riavvii i lavori salvando la faccia ai grillini. Anche perché al momento dal Quirinale un’alternativa non si vede: se i gialloverdi implodono, toccherà tornare al voto in primavera. Intanto però l’alta velocità deve ripartire. «Sono necessarie – avverte – delle politiche pubbliche volte ad ampliare la base occupazionale».

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