Salvini e Di Maio mai così avversari

Alle otto di sera in buvette alla Camera sbuca il ministro Danilo Toninelli: “Uno yogurt, grazie”. Poi si guarda intorno, con aria stanca: “Sono venuto qui a rilassarmi un po’”. È l’epilogo di una giornata vissuta al cardiopalma con i venti di crisi di governo che soffiano sempre più forti intorno alla Tav: Matteo Salvini e Luigi Di Maio non sono mai stati così avversari.

Per la prima volta il ministro della Lega arriva a evocare lo show down: “Continuerò a fare il ministro in questa formazione a meno che i ‘no’ non diventino troppi. Vado fino in fondo”, dice in tv all’ora di cena. Mezz’ora prima il capo politico M5s aveva tuonato: “Non sono disponibile a mettere in discussione il ‘no’. Per noi i bandi devono essere sospesi proprio perché stiamo ridiscutendo l’opera, come previsto dal contratto. Abbiamo solo chiesto la sospensione dei bandi per un’opera vecchia di 20 anni, lo abbiamo chiesto perché previsto dal contratto siglato tra M5S e Lega. E cosa fa Salvini? Oltre a forzare una violazione del contratto minaccia pure di far cadere il governo? Se ne assuma le responsabilità di fronte a milioni di italiani”.

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