Costi nascosti, offerte poco chiare, diritti violati: sanzioni in arrivo per gli operatori

Insomma: se è vero che anche su rete fissa i prezzi sembrano scesi e la copertura delle reti più veloci (fibra ottica fino alle case a 1 Gigabit) continua a crescere, le autorità hanno dubbi che gli operatori si stiano comportando bene con gli utenti nella trasparenza delle informazioni. L’Antitrust in particolare, nella sua indagine, fa riferimento a quelle che si leggono sui siti web, nelle brochure e che si vedono negli spot televisivi.

L’Antitrust, in particolare, nota che i tre operatori sembrano continuare con una pratica scorretta “con riferimento alla mancata chiara indicazione delle condizioni economiche proposte per le offerte” o delle prestazioni tecniche. Ossia non risulterebbe subito chiaro all’utente che si abbona quale sarà la velocità della connessione, in base alle diverse tecnologie vendute.

Quanto ai costi, in alcune pubblicità non è subito chiaro all’utente che deve pagare 5 euro al mese in più per avere la velocità massima disponibile; che il prezzo aumenta dopo un periodo di tempo oppure che ci sono costi extra (per esempio per il modem).

A una nostra analisi dei siti web degli operatori, risulta che per avere tutte le caratteristiche e costi della nuova offerta Tim fibra bisogna scaricare un pdf o accorgersi di una parola INFO su cui cliccare in un menu a scomparsa o di un “Riepilogo costi” in posizione un po’ defilata allineato a destra (quest’ultimo l’abbiamo notato solo dopo che ce l’ha indicato l’ufficio stampa, nonostante una prolungata analisi del sito; peccato, dato che quest’operatore prima aveva una tabella molto chiara e subito evidente nella descrizione dell’offerta, sul sito web, con tutti i costi, compresi quelli di disdetta che gli altri tendono a nascondere, in barba alle norme che chiedono di renderli subito trasparenti). Tra le caratteristiche delle offerte Wind Tre non si trovano i costi di disdetta, indicati invece da Fastweb.

L’Antitrust per ora, con questi che potremmo definire “indizi di colpevolezza” degli operatori, ha solo aperto un’indagine e si riserva di sanzionarli in seguito.

Si noti però che su pratiche simili li aveva già puniti in passato. Tra marzo e aprile dello scorso anno, Tim con una multa da 4,8 milioni di euro, Wind una da 4,2 milioni e Fastweb una da 4,4 milioni di euro.
Altre dovrebbero arrivare nelle prossime settimane, da Agcom o Antitrust, probabilmente, considerati i tanti fronti aperti.

REP.IT

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