Venezia, se piazza San Marco finisce all’asta

dal nostro inviato GIAMPAOLO VISETTI

VENEZIA – Battute all’asta, come un pezzo qualsiasi d’antiquariato, le botteghe storiche di piazza San Marco rischiano lo sfratto e l’addio. E’ il contrappasso della Venezia museificata, ridotta a una Disneyland a numero chiuso e presto a pagamento: i locali-icona finiscono nel mirino degli investitori internazionali e i commercianti locali non resistono più. La goccia che fa traboccare il vaso però non piove dall’estero. A versarla in laguna è il nostro Demanio, ossia lo Stato, che per il rinnovo degli affitti commerciali impone una gara europea ogni sei anni, senza diritto di prelazione. Quindici anni fa, fu la vittoria della libera concorrenza e del mercato, nell’interesse delle casse pubbliche. Nel frattempo è esploso il web e la crisi travolge anche le buone intenzioni. I bandi “carbonari”, dalla carta e dai vecchi albi municipali e di sestiere, approdano sulla Rete: non ci possono più ficcare il naso solo i veneziani ben informati, ma tutto il mondo che ogni giorno va a caccia di affari online.

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