Televoto contro élite, Sanremo si spacca: le giurie ribaltano la volontà popolare

Un’ingiustizia? Assolutamente no. Quando al Festival è successo che si desse solo al Televoto la possibilità di votare e si è visto, grazie a chi si poteva permettete di spendere decine di milioni di lire per comprare i voti dei call center, quanto le classifiche finali fossero falsate. Diversi artisti sono passati dall’Ariston con successo di voto popolare per poi sparire tra le pieghe del breve volgere del tempo. Per non parlare poi delle mitiche cartoline del Totip. Le giurie della sala stampa e di quella d’Onore sono state messe in campo per pareggiare un eventuale voto popolare falsato. Negli anni della direzione di Carlo Conti il televoto pesava di meno (il 40%) con il 60% del voto assegnato da una giuria demoscopica formata da fruitori di musica e da una giuria di esperti tecnici. Quando a Baglioni è stato chiesto cosa ne pensasse della divisione delle giurie il dirottatore ha espresso idee chiare: «Se il Festival vuole davvero essere una manifestazione popolare, potrebbe essere giudicato solo dal televoto – dice Claudio -. O il risultato finale viene deciso da giurie ristrette di addetti ai lavori, certificati come tali o questa mescolanza con il televoto rischia di essere discutibile. Si crea la situazione per cui pochi pensano in un modo, altri in un altro, ma si bilanciano. È, e mi viene da sorridere, lo specchio della società».

Sabato notte però, Ultimo si è talmente arrabbiato per non aver vinto dall’insultare i giornalisti per avergli votato contro. Un fatto che non si è mai registrato in decenni di conferenze stampa post finale. Eppure Mahmood non è piaciuto solo alle due giurie d’élite visto che il Presidente del Pontifico Consiglio della Cultura Cardinale Ravasi ha usato twitter per fare i complimenti al vincitore.

Ancora, il direttore di Raiuno Teresa De Santis, intervistata da Mara Venier durante Domenica In, ha ammesso di aver preferito Mahmood agli altri concorrenti ammettendo un gusto super popolare. Claudio Baglioni, dall’alto della sua competenza, ha sottolineato la forza della canzone vincente così come degli artisti che hanno raggiunto il podio. «Questo Festival, soprattutto per il vincitore ma anche per le altre 23 canzoni che hanno gareggiato, ha dimostrato un autentico cambio della guardia nel mondo della musica italiana. I vincitori hanno espresso un’età media di 25 anni, sono tutti giovanissimi ed è un dato importantissimo. Un cambio generazionale che definirei epocale e ci fa capire come da questo momento non si tornerà più indietro».

LA STAMPA

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