Al Quirinale scatta l’allarme ma Conte non risponde

Roberto Scafuri

Per essere «un anno bellissimo», così come pronosticato dall’ardito premier Giuseppe Conte, questo 2019 va nient’affatto male.

Recessione, calo delle stime di crescita, sostegno a Maduro in Venezuela, guerra diplomatica con la Francia. Ciliegina sulla torta di questi primi «formidabili» due mesi, l’irrituale richiesta di «azzeramento» dei vertici Bankitalia. Più che irrituale, richiesta «incredibile» proprio in virtù della sua «irricevibilità», considerato l’ambito di indipendenza assegnato ex lege alla Banca centrale. Certo: ogni legge si può cambiare, eppure resta la volontà manifesta (meglio: mediatica) dello «strappo», se non proprio della «spallata». Una situazione di imbarazzo che investe direttamente il Quirinale, ancora una volta chiamato a elaborare prudenti strategie di «disinnesco». Prive però, almeno per ora, delle due risorse impiegate con (alterna) fortuna fino a questo momento.

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