Sanremo: possiamo dire che la prima puntata non è stata granché?

E poi si arriva all’assurdo della platea semovibile, le prime file che si aprono per consentire al palco di “allungarsi” in mezzo alle poltrone, che rendono completamente diverso l’Ariston. Il festival, insomma, potrebbe essere in onda da qualsiasi altro posto del mondo, e anche questo non è un gran bene. Ma come, dirà qualcuno, per anni avete protestato perché il Festival era sempre uguale e adesso che, alla fine, è cambiato, non vi va bene lo stesso?

Capiamoci: il cambiamento era quello avvenuto lo scorso anno, con dei conduttori che riuscivano ad intrattenete senza maltrattare la musica, senza metterla in secondo piano; con delle canzoni che, in media, mettevano in scena una canzone italiana migliore del solito; con un Direttore artistico che si metteva in gioco costantemente, come conduttore, cantante, intrattenitore. Quest’anno, nelle svariate ore di Festival, non è successo praticamente nulla, i momenti d’intrattenimento erano ridotti al minimo e mai in grado di uscire dall’ovvio.

Troppo poco, francamente. Non c’è un presentatore vero, nessuno tiene il timone nella maniera sicura che sarebbe necessaria e la serata passa, ora dopo ora, senza scossoni. È rimasta solo la musica.

La serata è migliorata con Bisio che ha fatto finta di prendere in giro Baglioni prendendo per i fondelli i leghisti, è migliorata con Favino, che ha sempre una marcia in più, ma francamente anche il mashup tra i musical non era granché. Ed è calata con “Quella vecchia fattoria” della quale si poteva fare anche a meno. Il ritmo, già non elevato, è andato addirittura calando, con il crescere degli intervalli pubblicitari e degli ospiti.

La media delle canzoni è mediamente elevata, senza vertici particolarmente entusiasmanti, ma con una serie di novità interessanti, di proposte nuove, puntualmente penalizzate dalla giuria demoscopica. Ma questa prima serata è stata abbastanza sotto tono, tutto era adatto ad un normale show del sabato sera ma non esattamente calibrato per l’eccezionalità del festival, che deve essere tale persino nella bruttezza. Il “dirottatore” per ora è stato dirottato, speriamo da domani ritrovi la rotta.

REP.IT

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