“Costruiamo il futuro insieme o non ci sarà”. Francesco tende la mano al mondo islamico

domenico agasso jr inviato ad abu dhabi

Conta ciò che ha detto. «O Costruiamo insieme l’avvenire, o non ci sarà futuro». «È giunto il tempo in cui le religioni si spendano con coraggio per aiutare la famiglia umana a maturare la capacità di riconciliazione». Ma conta soprattutto dove lo ha detto. Il contesto è decisivo per cogliere la portata delle parole di Francesco, primo papa a camminare sul suolo del Golfo. Il Pontefice sta visitando uno Stato confessionale islamico in cui i cristiani e le altre minoranze religiose godono di relativa libertà, ma con dei limiti: le attività religiose devono essere svolte tra le mura dei luoghi di culto, e le chiese non possono avere campane o esibire la croce.


Ecco, il Papa è ospite d’onore degli emiri ad Abu Dhabi. E viene davvero onorato, con una sontuosa cerimonia dietro l’altra, tra aerei che volano con i colori del Vaticano, imponenti ma discrete misure di sicurezza, qualche drone che spunta qua e là. Una pulizia sulle strade che di più non si può , zero cartacce per terra. Ed efficienza in ogni tipo di servizio per il seguito vaticano. Tutto questo, tra lunghi – lunghissimi – suv neri, imponenti grattacieli e hotel extralusso. E il Pontefice riceve anche un riconoscimento, appena creato: il «Premio della Fratellanza Umana».

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