La classifica dei migliori istituti italiani per andare all’Università o cercare lavoro

raffaele angius

Scegliere la scuola superiore è il primo passo nella vita adulta di un giovane, che nella sua formazione pone le basi per il futuro. Per assistere ragazzi e famiglie nella scelta, Fondazione Agnelli lancia l’edizione 2018/2019 dell’Eduscopio: uno strumento semplice con cui le famiglie possono effettuare una ricerca personalizzata confrontando dati e punteggi degli istituti selezionati in base al proprio luogo di residenza. I percorsi possibili sono due: i più affini al proseguimento degli studi o quelli orientati all’introduzione nel mondo del lavoro. Questi ultimi sono classificati sia per percentuale di occupazione post-scolastica e coerenza del lavoro con gli studi scelti.

Milano

Per quanto riguarda i percorsi scolastici votati al proseguimento degli studi, L’Alexis Carrel supera il Sacro Cuore nella classifica dei Licei classici migliori della città, mentre l’Alessandro Volta resta primo tra gli scientifici. Per la prima volta nell’Eduscopio, debutta la categoria dei Licei di scienze applicate, dove eccelle l’Ettore Molinari. Tra gli Istituti superiori mirati all’introduzione lavorativa, il Pietro Custodi, l’Ernesto Breda, l’Amerigo Vespucci e il Correnti sono i migliori, rispettivamente in ambito economico, tecnologico, servizi e industriale.

 

Roma

Il Mamiani non è più al primo posto né tra i classici né tra gli scientifici: lo hanno superato il Torquato Tasso e l’Augusto Righi. Il Vittorio Colonna è primo invece per le scienze applicate. Nella classifica dei tecnici, l’Istituto di Via dei Papareschi, il Giovanni Giorgi, l’Amerigo Vespucci e il Carlo Cattaneo sono i primi classificati rispettivamente per l’ambito economico, tecnologico, servizi e industriale.

 

Torino

Il Cavour mantiene il primo posto tra i classici, al fianco del Galileo Ferraris che rimane anche quest’anno primo tra gli scientifici. Il Filippo Juvarra per le Scienze Applicate. Nell’indice degli occupati entro due anni dalla fine delle scuole, guidano le classifiche per gli indirizzi economico, tecnologico, servizi e industriale rispettivamente il Germano Sommelier, il Giovanni Battista Pininfarina, il Giuseppina Colombatto e il Dalmazia Birago.

 

Napoli

Jacopo Sannazzaro e Giuseppe Mercalli mantengono la prima posizione rispettivamente come classico e scientifico. L’Emilio Segré è invece qualificato migliore per le Scienze Applicate. Il Nitti di Portici è il migliore Istituto tecnico economico per indice di occupazione, mentre il San Giorgio guida la classifica degli Istituti professionali dei servizi. Il Giuseppe Moscati di Casoria e l’Alfonso Canova confermano anche quest’anno la prima posizione per quanto riguarda rispettivamente l’indirizzo tecnologico e quello industriale.

 

Il metodo

Per la nuova edizione di Eduscopio, i ricercatori della Fondazione Agnelli – Gianfranco De Simone e Martino Bernardi – hanno analizzato i dati di circa 1.260.000 diplomati italiani in tre successivi anni scolastici (a.s. 2012/13, 2013/14 e 2014/15) in circa 7.000 indirizzi di studio nelle scuole secondarie di II grado statali e paritarie.

 

Le analisi e i confronti di Eduscopio si riferiscono a due compiti educativi specifici: la capacità di Licei e Istituti tecnici di preparare e orientare gli studenti a un successivo passaggio agli studi universitari e l’efficacia di Istituti tecnici e professionali di preparare l’ingresso nel mondo del lavoro per quanti, dopo il diploma, non intendono andare all’Università.

 

A differenza dell’edizione 2017, quest’anno l’Eduscopio scorpora i Licei scientifici dalle scienze applicate e i Licei delle scienze umane da quelli con opzione Economico sociale. Per entrambe le tipologie si è arrivati a compimento del primo ciclo di studi, iniziato con la riforma Gelmini nel 2010.

 

Per la prima volta Eduscopio prende in considerazione anche la percentuale di diplomati in regola: indicatore che ci dice per ogni scuola quanti studenti iscritti al primo anno hanno raggiunto senza bocciature il diploma 5 anni dopo. Se la percentuale è alta, la scuola è molto inclusiva e si impegna a portare avanti il maggiore numero di studenti, senza praticare una severa politica di scrematura: così gli studenti hanno percorsi più regolari. Se è basso, la scuola è molto selettiva e gli studenti sono incappati in bocciature o hanno abbandonato l’istituto.

 

«A livello intuitivo si può credere che in un confronto come quello proposto da Eduscopio, le scuole molto selettive siano avvantaggiate perché mandano all’università solo gli studenti migliori. In realtà, le nostre analisi rivelano che non vi è alcuna relazione sistematica tra selettività e performance – spiega Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli. – Anzi vi è una piccola correlazione positiva che lascerebbe credere che, in media, siano proprio gli studenti che provengono dalle scuole più inclusive a ottenere i risultati migliori. È una conferma molto interessante del fatto che efficacia formativa ed equità possono andare di pari passo».

LA STAMPA

 

 

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