Roma, 26 luglio 2018 – Se fosse stato l’amante, beh, forse sarebbe stato quasi meglio. O meno peggio. L’amore, si sa, fa spalancare il cuore e chiudere gli occhi. L’amore è sacrificio: prendete me, giù le mani da lui, o lei. Ma il signor Benalla, di professione poliziotto abusivo e picchiatore, non è l’amante di Emmanuel Macron. Lo ha detto in modo ufficiale, in risposta a qualche sussurro, lo stesso presidente francese, e dobbiamo credergli. Ma se non è amore, allora è peggio: dabbenaggine, distrazione, faciloneria. Molto meno perdonabili a un leader politico di una sbandata, omo o etero che sia. Risultato: per coprire questo collaboratore, il capo dell’Eliseo scende altri gradini nella scala di una popolarità che è andata svanendo dopo l’euforia iniziale; e di una credibilità che lui stesso ha smantellato con grandi progetti e scarsi risultati, fino a dover congelare addirittura una importante riforma costituzionale. A conferma che non basta essere carini, di buoni studi e con una moglie chic per ottenere la patente di guida di un Paese.

De Gaulle sembrava un lampione degli Champs Elisées, e la Merkel non ha mai sfilato per Valentino, eppure passeranno alla storia per aver saputo tenere il volante ben saldo tra le mani. Perché governare è cosa difficile, non bastano il web e qualche atteggiamento da Rambo. Soprattutto non si devono dire bugie. Clinton ha rischiato la poltrona non per le lezioni private alla Lewinsky, ma perché aveva mentito su di lei. A Mitterrand piacevano le donne e non i poliziotti, ma ha sempre avuto l’abilità e la discrezione di non farsi fare domande in merito, e dunque di non rischiare di dire bugie. Macron, invece, è riuscito a trasformare una svista in affare di Stato, alternando coperture a reticenze e inesattezze, fino all’outing (non richiesto) sulla non relazione sessuale. Adesso, l’uomo che vorrebbe cambiare l’Europa, è un leader alla deriva, un presidente richiedente aiuto. Tutto passerà, probabilmente. La struttura istituzionale lo protegge meglio di una body guard. Ma se andasse male e un giorno dovesse bussare alla porta di Ventimiglia, non faremo come lui: alziamo la sbarra e lo facciamo passare. Disarmato, ovviamente.

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