Raggi chiede sgomberi fischiata da antagonisti

Roma Che l’incontro in Prefettura si sarebbe concluso con un nulla di fatto era più che scontato.

L’attivista Cristiano Armati, rappresentante di chi vorrebbe curare gli interessi degli sfollati di via Curtatone, è uscito da palazzo Valentini col ghigno di chi la vuol tirare a lungo. Ma il vertice tra prefetto, sindaca Raggi e assessore regionale alle Politiche Abitative Refrigeri a qualcosa è servito. Innanzitutto a stabilire che d’ora in avanti si cercherà di scremare. E la chiave di tutto è la cosidetta «fragilità», un termine di cui sentiremo parlare spesso e che i movimenti per la casa già usano come slogan.

Dicevamo di Armati del Movimento per il diritto dell’Abitare, è lui a fare il punto sugli sfollati, è lui a confermare che resteranno in strada, il presidio di via dei Fori Imperiali continua a oltranza: «La soluzione per tutta la gente di via Curtatone è quella del circuito dell’accoglienza del Comune di Roma che è riservato a quella che viene definita fragilità, cioè donne incinte separate dai mariti, anziani disabili separati da chi si stava prendendo cura di loro. Non c’è nient’altro». Armati ha uno strano concetto della discriminazione e grida allo scandalo: «Questa divisione ci fa orrore. Il Comune continua a offrire soluzioni per quelle che vengono definite fragilità. Però non c’è un percorso chiaro che può portare all’assegnazione della casa popolare sia per chi è stato sgomberato da via Curtatone ma anche per chi ha perso il lavoro e soprattutto per tutti quelli che hanno trovato delle soluzioni che l’amministrazione definisce illegali, ma noi non pensiamo che lo siano. In concreto c’è quello che c’era prima, questa è una proposta inaccettabile. Rimangono tutti per strada».

Restano per strada e attaccano la sindaca. Che, al ritorno in Campidoglio, è stata bersagliata dagli antagonisti al grido «vergogna, vergogna» e «siamo tutti fragili». Lei resiste e rilancia: «Il vertice per i Movimenti e per i rifugiati si è concluso con un nulla di fatto. Ma la posizione del Comune è chiara. Noi sul tema dell’emergenza abitativa dobbiamo dare la priorità a chi sta aspettando una casa da decenni. Purtroppo queste persone hanno rifiutato più volte altre sistemazioni, ma noi continueremo su questa strada, è qualla giusta e legale». Speriamo regga, la strada.

IL GIORNALE

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