Renzi s’impone su Orlando nei circoli Ma sui numeri scoppia la polemica

Nel primo round del congresso del Partito democratico, secondo dati ufficiosi dell’organizzazione del Pd, non definitivi, Matteo Renzi vince e doppia Orlando, Emiliano passa il turno. Ma è polemica sul dato di affluenza: secondo la stessa fonte, hanno votato circa 235/255 mila iscritti, su un totale di circa 430 mila (58,1%). E ancora: il segretario uscente conquista il 68,22% dei consensi. Piazzato (al 25,42%, al 29,6% secondo il suo comitato) Andrea Orlando, mentre in terza posizione si attesta il governatore della Puglia Michele Emiliano (accreditato all’6,36%, 8% dal suo comitato), il cui obiettivo era quello di superare l’asticella del 5%, al di sotto della quale non si può accedere alla fase delle primarie aperte.

La seconda fase del congresso Pd si svolgerà domenica 30 aprile, giorno in cui le mozioni dei tre candidati verranno sottoposte al voto popolare delle primarie aperte (ammessi ai seggi nei gazebo anche i simpatizzanti, oltre che gli iscritti) che, nelle intenzioni dei vertici del Nazareno, dovrebbero portare alle urne almeno due milioni di cittadini (nel 2013 furono 2.814.881 in occasione della prima elezione di Renzi alla carica di segretario del partito). In quattro anni, durante l’intera gestione Renzi, il Pd ha perso circa 100 mila tesserati: erano 539.344 nel 2013, sono circa 435 mila oggi. Dati del comitato Orlando che ha lamentato che solo 292 mila sono effettivamente registrati nell’anagrafe degli iscritti mentre sugli altri sono in corso accertamenti. Perciò, secondo loro, i renziani, se parlano di affluenza al voto nei circoli preferiscono le percentuali ai numeri assoluti, perché il calo degli iscritti è palpabile in tutta Italia: in Emilia-Romagna, il Pd è passato da 82.098 tessere nel 2012 a 33.454 nel 2016.

E così, quando le convenzioni e le operazioni di voto nei circoli non erano terminate, la sottosegretaria Maria Elena Boschi ha polemizzato con gli avversari di Renzi che avevano parlato di mancanza di trasparenza sugli iscritti in alcune regioni: «Le cifre sull’affluenza sono corrette… Se si parla di brogli si indichino i nomi e i luoghi…». Poi, rivolta ad Emiliano: «Mi auguro raggiunga il 5% anche se credo che il risultato per lui sia molto deludente, nonostante le sue apparizioni televisive…». Alla sottosegretaria Boschi ha replicato Andrea Martella (mozione Orlando) ricordandole le anomalie riscontrate a Castellamare di Stabia, Cassino, Crotone, Barletta e Pompei, solo per fare alcuni esempi. Per tutta la serata i tre comitati hanno dato i «numeri» sull’affluenza. Molto alta (fino al 58,1%) per i renziani, media (200 mila votanti per il comitato Orlando), molto bassa per i sostenitori di Emiliano (intorno al 40%).

E anche sui voti effettivamente presi dal vincitore non c’era il timbro degli altri concorrenti. Orlando dà Renzi al 62,4%. In termini assoluti Renzi avrebbe preso 135 mila voti, Orlando 55 mila ed Emiliano 10-11 mila. «É stata una bellissima prova… Stiamo parlando di migliaia di persone che hanno discusso, partecipato e scelto», ha detto il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina cofirmatario della mozione Renzi. Soddisfazione al comitato Orlando per i risultati ottenuti a Roma (33,9%) e a Bologna (47,5%). Infine, il commento di Miguel Gotor (Mdp) che, insieme ai bersaniani fuoriusciti dal Pd, aveva puntato sulla vittoria schiacciante dell’ex premier: caustico con Renzi («Dopo aver perso il grande plebiscito si rifà col piccolo plebiscito») e duro con Orlando («Ora critica l’ex premier ma lui è ministro in carica»).

CORRIERE.IT

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