Trento, un crac da un milione e 100 mila euro: poi il broker ha ucciso i figli e si è suicidato

TRENTO – Un tenore di vita senza alcun rapporto con le sue reali possibilità economiche. Gravate da un dissesto pesantissimo. Che lo aveva visto perdere in poco tempo circa un milione e centomila euro. Soldi letteralmente «bruciati». Circa trecento mila ricevuti dai suoceri, altri 490 mila provenienti dalla vendita della casa in cui sino al 2015 aveva abitato nella vicina Mezzocorona. E quattrocentomila euro affidati da una ventina di clienti, tra amici e conoscenti ai quali aveva promesso un premio attorno al tre per cento. Invece niente. Tutto in fumo. Tutto svanito dopo investimenti sbagliati che la polizia sta cercando di ricostruire. Eppure nonostante il tracollo Gabriele Sorrentino, il promotore finanziario ed ex maresciallo dei carabinieri, 43 anni, che lunedì ha ucciso a martellate due dei suoi tre figli, uno di quattro anni e l’altro di due, continuava ad avere un tenore di vita elevatissimo: l’attico lussuoso alle Albere, il quartiere signorile di Trento progettato da Renzo Piano, il suv Volvo Xc90 dal prezzo di listino di 53 mila euro e accessoriatissimo, il sogno di comperarne un altro, gli elettrodomestici presi a rate che da tempo non pagava più assieme alle bollette Enel e Telecom accumulate l’una sull’altra. Un insieme di menzogne, fantasie e illusioni svanito davanti alla realtà che non gli ha fatto sconti.

I dubbi

Soltanto domenica suo papà, un ex «quadro» Alitalia in pensione dal 2008, gli aveva dato 100 euro per pagare la benzina dell’auto. Chiedendogli spiegazioni ancora una volta per quelle richieste sempre più eloquenti. Anche la moglie era dubbiosa. E lui per rasserenarla le aveva mostrato delle assurde «stampate» di computer che illustravano inesistenti accrediti in arrivo per un totale di 15 milioni di dollari.

L’insolvenza delle rate

La tragedia ha avuto come detonatore l’incontro dal notaio, lunedì dopo le 11, preventivato da tempo per rogitare l’acquisto della casa, 240 metri quadrati su due piani, tra cui l’attico. Un appuntamento privo di senso. Da tempo l’ex militare aveva smesso di pagare le onerose rate — 5 mila euro mensili — del «rent to buy», un affitto con riscatto al termine del quale avrebbe acquistato la casa versando una grossa somma, circa un milione di euro. Sogno impossibile, dato che doveva consegnare ancora complessivi 36 mila euro e per questo aveva ricevuto l’avviso di sfratto dalla società proprietaria del complesso immobiliare: la milanese Castello Sgr che contattata si limita a un «no comment».

L’omicidio

Secondo gli investigatori della squadra mobile diretti da Salvatore Ascione il duplice omicidio è avvenuto prima delle 10. La moglie – veterinaria, venditrice di farmaci per animali – era uscita presto di casa per andare al lavoro. Sorrentino – che aveva lasciato l’Arma nel 2014 per operare a casa da broker finanziario dopo essersi appassionato ai meccanismi di Borsa, ottenendo inizialmente alcuni guadagni – ha colpito i bimbi con cinque martellate. Una inferta al più piccolo, le altre quattro sul fratellino più grandicello. Prima di uscire di casa con l’intenzione di togliersi la vita, ha coperto i corpicini con due lenzuola. A questo punto è sceso, chiudendo a chiave la porta dell’appartamento descritto dagli agenti come una specie di «bellissimo asilo, con i giochi per i bimbi sistemati ovunque, bici e i monopattini persino sul pianerottolo». Poi si è diretto al belvedere del quartiere Sardagna, nei pressi dell’hotel Panorama inutilizzato da anni. Una strada tutta tornanti, bella, che si lascia prima del bivio per il monte Bondone, meta di ciclisti, sciatori e coppiette. Sceso dall’auto si è buttato di sotto. Come in passato hanno fatto altri dalla stessa balaustra che si affaccia su uno strapiombo di 150 metri.

Il black-out

In mattinata il broker aveva scambiato sms con la moglie all’insegna della normalità. Poi il black-out improvviso mentre la donna lo attendeva dal notaio all’appuntamento delle 11 e 30. Non vedendolo , arrivare, è corsa a casa preoccupata. Con lei c’erano anche i suoi genitori e il suocero. Poi l’allarme al 113. E la telefonata alla figlie sedicenne in gita con la scuola in Spagna: «Tuo papà ha ucciso i tuoi fratellini».

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