Archive for Ottobre, 2019

Il giorno di Segre tra gioia e amarezza «È la mia mozione». E Bonino: ho i brividi

giovedì, Ottobre 31st, 2019

di Monica Guerzoni

La senatrice a vita Liliana Segre (Lapresse)

«Sono in treno, zona silenzio e sono molto stanca». Sono le sette e dieci della sera, la «sua» sera. Liliana Segre risponde con un messaggino lapidario dal treno che la riporta a Milano, dopo il voto di Palazzo Madama sulla commissione istituita in suo nome. Un’idea nata sull’onda dell’odio digitale che ogni giorno, con una media di 200 messaggi, colpisce questa donna di quasi novant’anni, che porta impresso sul braccio e sull’anima il numero 75190 del lager di Auschwitz ed è un monumento vivente alla tragica memoria della Shoah. Nella testa e nel cuore la senatrice a vita ha ancora l’emozione per quei 151 sì e l’amarezza per i 98 astenuti, che resteranno, accusa il dem Lele Fiano, figlio di Nedo, ebreo deportato ad Auschwitz e unico superstite di tutta la sua famiglia, come una «macchia indelebile per la nostra storia parlamentare».

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Zingaretti: «Basta conflitti, il Partito democratico va rifondato»

giovedì, Ottobre 31st, 2019

di Nicola Zingaretti

Zingaretti: «Basta conflitti, il Partito democratico va rifondato»

Ci si domanda spesso perché Salvini e la destra siano così forti. I motivi sono molti tra cui sicuramente la presenza nel territorio. Ma ce ne è uno, in particolare, che generalmente viene poco analizzato nei commenti e nel dibattito politico. La destra ha saputo più di noi cogliere lo smarrimento degli italiani, lo sradicamento di legami antichi, la paura della frammentazione e della dispersione. Si dice: è la globalizzazione. Ma come sappiamo essa crea opportunità, insieme a tante fragilità e incertezze. I cittadini impauriti vogliono ritrovare la loro «casa». La loro «casa interiore», protettiva e in grado di far loro esprimere i bisogni, i desideri e i talenti di cui sono dotati. Non si vive senza una «casa». La destra sovranista in tutto il mondo, e la Lega in Italia, propongono approdi forti e chiari. Certo autoritari, regressivi e intollerabili per noi, illiberali e xenofobi. Ma sono approdi, forme cui aggrapparsi. Simboli identitari e sicurezze ideologiche. Salvini è il migliore a raccontare e rappresentare i problemi ma è il peggiore a risolverli. È un tifone di bugie raccontate con un sorriso. Ma di fronte a questo, ecco l’enorme macigno che abbiamo dinnanzi, il centrosinistra non è stato in grado di fare altrettanto sulla base di un suo rinnovamento ideale, programmatico e identitario.

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Gli anziani non sono un peso

giovedì, Ottobre 31st, 2019

di Ferruccio de Bortoli

Gli anziani in Italia non sono un peso. Si può (e si deve) dare più spazio ai giovani (che in gran parte se ne vanno) senza creare disagi e inutili sensi di colpa a genitori e nonni. Una questione di civiltà. Lo squilibrio tra generazioni è fonte di apprensioni familiari, di inedite tensioni. Giustificate. Lo sguardo lungo è necessario. Invece litighiamo, non solo in occasione della prossima legge di Bilancio, soprattutto su effimere scelte a breve. Investiamo poco, ci assicuriamo di meno, nascondiamo sotto il tappeto le dinamiche inesorabili della nostra società. Se teniamo al futuro delle prossime generazioni dovremmo parlarne di più. E aiutarle per tempo ad affrontare le emergenze dell’invecchiamento della popolazione. Un peso, forse insopportabile, che cadrà sulle loro spalle. Una mina nascosta nel Servizio sanitario nazionale (che deve curare più che assistere) e nei conti dell’Inps. Oggi abbiamo quasi 14 milioni di italiani con più di 65 anni. Secondo l’Istat, nel 2037, in un contesto di popolazione calante, ne avremo 4,5 milioni in più. La percentuale di loro che non sarà autosufficiente è destinata a crescere esponenzialmente. Oggi a 75 anni è del 26 per cento; a 85 anni del 46 per cento. Se leggiamo poi il rapporto Oasi 2018 del Cergas Bocconi, a cura di Francesco Longo e Alberto Ricci, ci accorgiamo che il numero di over 65 con limitazioni funzionali è (dati 2015) di quasi 2 milioni e 900 mila.

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Piazza Affari chiude in rosso (-0,15%) aspettando la Fed, giù banche e Pirelli

mercoledì, Ottobre 30th, 2019

di Eleonora Micheli

Le ultime da radiocor

Chiusura contrastata per le Borse europee, nonostante l’annuncio a sorpresa delle trattative tra Fca e Psa Peugeot per un’aggregazione tra i due gruppi auto. I listini del Vecchio Continente sono stati penalizzati dal settore finanziario, travolto dai conti deludenti della tedesca Deutsche Bank e della spagnola Santander. Ha tenuto banco, inoltre, l’attesa per la decisione della Federal Reserve sui tassi di interesse, anche se gli economisti da settimane hanno preannunciato un taglio rispetto all’attuale livello dell’1,75-2%. Sono andate bene Parigi e Londra, mentre hanno perso quota gli altri indici europei. Milano ha perso lo 0,15%, mentre lo spread è rimasto stabile in area 143 punti, nel giorno in cui il Tesoro ha collocato con successo Btp a cinque e dieci anni, anche se a tassi lievemente saliti

Andamento Piazza Affari FTSE Mib
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Gli italiani e i Cinque Stelle. Quando finisce un amore

mercoledì, Ottobre 30th, 2019

di MICHELE BRAMBILLA

Quando finisce un amore si sta male perché come canta Cocciante non c’è mai una ragione perché un amore debba finire; e come canta Vecchioni l’amore non finisce mai. Forse per questo Luigi Di Maio dopo l’ultima batosta elettorale dice che il movimento tornerà a correre da solo come ai vecchi tempi, quando tanti italiani speravano in Grillo, nel cambiamento, nella democrazia dei cittadini e non delle caste. Di Maio si illude di poter far rivivere agli italiani quell’innamoramento per un qualcosa che era completamente nuovo e diverso.

Ma è appunto un’illusione perché ci si innamora di una persona, non di un partito politico. E il feeling fra gli elettori e il M5S è finito credo per sempre.

Non è dunque questione di mollare l’alleato (ieri la Lega, oggi il Pd) per tornare all’antica purezza. Come ha scritto ieri Stefano Folli su Repubblica “non esiste più quell’alone magico intorno al movimento che Beppe Grillo aveva saputo creare all’inizio dell’avventura”. Non esiste più quello che Francesco Alberoni, in “Innamoramento e amore“, chiamava “stato nascente“. Se i Cinque Stelle pensano di risolvere la loro crisi tornando a quello stato nascente, non fanno i conti con la realtà.

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Caso Barr: contraddetti, ancora una volta, dagli americani

mercoledì, Ottobre 30th, 2019

Ci risiamo. Gli americani, per bocca di William Barr, incrinano la linea difensiva del presidente del Consiglio e dell’intelligence italiana. E dicono a chiare lettere due cose di non poco conto: che da un lato hanno aperto un canale apposito con i servizi segreti italiani, e dall’altro che il procuratore Durham ritiene che in Italia potrebbero esserci “informazioni utili” alla controinchiesta sul Russiagate. Quindi, non sono proprio “i normali scambi informativi” fra paesi alleati di cui parlava la scorsa settimana il premier Conte e che ha ribadito oggi il capo del Dis, Gennaro Vecchione, che peraltro ha anche tenuto a precisare come non siano stati dati (finora) elementi rilevanti agli americani. E allora le contraddizioni rimangano e le versioni divergono.  Non sono bastate certo le oltre tre ore di audizione del numero uno degli 007 italiani a diradare le nubi che ancora sono lì, immobili e impensieriscono Conte.

Palazzo San Macuto, sede del Copasir, ore 15 e 20. È in quell’istante che Vecchione, che siede li dal dicembre del 2018, per volere del premier Conte, varca l’ingresso della stanza del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti. Si accomoda, guarda negli occhi tutti i componenti del Copasir, a partire dal presidente Raffaele Volpi, e comincia a rispondere. Prima ora e mezzo dedicata alla relazione annuale dei servizi segreti. Poi quando scoccano le cinque del pomeriggio si entra nel vivo dell’audizione. E i membri del Copasir iniziano a porre le domande sugli incontri tra i servizi italiani e il Guardasigilli americano. Perché il Capo del governo ha autorizzato quei contatto anziché gestirli personalmente? Si torna al giugno scorso. A quando la lettera di Barr arriva attraverso canali diplomatici. Vecchione ricostruisce i passaggi successivi. 

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Dal Papeete al Ppe: svolta leghista

mercoledì, Ottobre 30th, 2019

Silvio Berlusconi e i suoi di Forza Italia lo vanno ripetendo da un anno almeno: la Lega dovrebbe entrare nella famiglia dei Popolari europei. Ora, dopo il successo elettorale in Umbria, dall’alto di sondaggi sempre favorevoli, ci sta riflettendo su anche Matteo Salvini. L’operazione diplomatica è complicatissima e si annuncia lunga. Ma la marcia di avvicinamento al Ppe è necessaria per rompere il cordone sanitario costruito intorno alla Lega in Europa. Il leader ne ha parlato con alcuni dei suoi, Giancarlo Giorgetti e Lorenzo Fontana tra gli altri, i più attenti alle relazioni internazionali, vero regolatore della politica nazionale anche in Italia.

E’ un po’ come archiviare i mesi del Papeete, quasi che il leader abbia imparato la lezione estiva, culminata poi nella crisi di governo da lui dichiarata. Ora serve diplomazia e prudenza soprattutto in politica estera e sulle materia economiche. Insomma, meno bandiere anti-euro alla Borghi, più sforzo di accreditamento presso le Cancellerie europee, quando ci si arriverà. Si inizia dal Ppe, il primo gruppo politico all’Europarlamento, ancora spina dorsale del potere europeo.

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La strana storia del quartiere ebraico di New York che vive solo grazie ad Amazon

mercoledì, Ottobre 30th, 2019

di Alberto Flores D’Arcais

Il Corner Cafe al numero 2 di Ditmas Avenue un paio d’ore prima del tramonto si anima più del solito. È qui, a Borough Park – il quartiere ebraico ultra ortodosso di Brooklyn – che gruppi di uomini con i tradizionali abiti in uso da due secoli (giacche lunghe e pantaloni neri, cappelli larghi, treccine lungo il collo) si ritrovano ogni pomeriggio. A parlare di qualcosa fino a pochi anni fa insolito per la loro comunità: le vendite on line.


Borough Park (per i newyorchesi semplicemente “Boro”) e il suo principale codice postale sono i depositari più o meno nascosti di un piccolo e poco conosciuto segreto di Amazon. Dallo Zip code 11219 hanno origine infatti il 7 per cento di tutte le vendite fatte da fornitori terzi sul portale del colosso del e-commerce e considerato che i fornitori terzi contribuiscono al 57 per cento del totale delle vendite su Amazon è facile capire come il codice postale 11219 sia diventato una sorta di caposaldo nell’azienda multi-miliardaria di Jeff Bezos, oggi l’uomo più ricco del mondo.

Nato in origine come quartiere di immigrazione italiana e irlandese, ai primi del Novecento a Boro inizia un lungo processo di immigrazione ebraica. Dapprima con poche famiglie a maggioranza laica e intellettuale, poi dopo la creazione del Jewish community center (1914), con una immigrazione in prevalenza dall’Europa dell’Est, sempre più massiccia e più ortodossa.

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Ergastolo ostativo, la corte ha deciso: al mafioso non si può negare «la speranza»

mercoledì, Ottobre 30th, 2019

Milena Gabanelli

Milena Gabanelli discute di ergastolo ostativo e della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo con Marcello Bortolato, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze

Il 13 giugno 2019 una sezione del tribunale di Strasburgo si esprime contro l’esclusione dei benefici penitenziari per i detenuti condannati all’ergastolo per mafia e terrorismo: nell’ordinamento italiano, questi detenuti non hanno diritto alla liberazione condizionale, al lavoro all’esterno, ai permessi premio. Lo Stato italiano ricorre, chiedendo la pronuncia della Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo e sottolineando che il divieto-preclusione sia da considerare un caposaldo della legislazione contro il crimine organizzato: come spiegano coloro che lo hanno combattuto, i legami con mafia, ‘ndrangheta e camorra sono difficili da recidere.

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Gli elettori disancorati e l’offerta che non c’è

mercoledì, Ottobre 30th, 2019
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di   Maurizio Ferrera

Alle elezioni europee dello scorso maggio, basate sul sistema proporzionale, i partiti si erano presentati ciascuno per conto proprio. In Umbria si è invece votato con il sistema maggioritario a un turno. L’opzione più conveniente per i partiti era quella di presentarsi in coalizione e così è stato. Gli elettori si sono trovati di nuovo a scegliere fra destra e sinistra. Data l’egemonia della Lega a destra e lo spostamento a sinistra del Pd, per gli elettori di centro la scelta non è stata facile. È difficile fare ragionamenti generali a partire da un dato regionale. Ma vale comunque la pena di sollevare qualche interrogativo proprio sull’area di centro, che nella maggioranza dei Paesi Ue è la spina dorsale del sistema politico.

Quanti sono innanzitutto gli elettori che si auto-collocano in quest’area? I sondaggi indicano un valore intorno al 26%, di contro al 22% di chi si sente più vicino alla sinistra e al 26% più vicino alla destra. Un altro 26% circa non si colloca. Quattro spicchi di dimensioni pressoché uguali. Una equidistribuzione che sembra naturale, ma che diventa del tutto anomala se guardiamo ad altri Paesi. In Germania gli elettori centristi sono più della metà (52%) e i non collocati solo il 13%. In Francia, Spagna, Olanda, Grecia, Svezia e Finlandia coloro che si dichiarano di centro sono ben al di sopra del 30%, i non collocati sotto il 18% (www.resceu.eu).

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