Archive for Settembre, 2019

Lavoro, Istat: la disoccupazione scende al 9,5%, ai minimi dal 2011

lunedì, Settembre 30th, 2019

Ad agosto il tasso di disoccupazione scende al 9,5%, in diminuzione di 0,3 punti percentuali su base mensile. Lo rileva l‘Istat, spiegando che si tratta del minimo dal novembre del 2011, quindi da quasi otto anni. La disoccupazione giovanile (15-24 anni) cala di 1,3 punti percentuali su base mensile, portandosi al 27,1%. E’ il tasso più basso, sottolinea l’Istat, da agosto del 2010, ovvero da nove anni.

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Conte: “Niente aumento dellʼIva, abbiamo trovato i 23 miliardi” | In vista bonus Befana per chi paga con le carte

lunedì, Settembre 30th, 2019

Sono stati trovati i 23 miliardi di euro che permetteranno di non toccare l’Iva. Lo ha annunciato Giuseppe Conte, spiegando che il Consigliodei ministri discuterà “la nota d’aggiornamento che preannuncia la Manovra di bilancio”. Il premier ha poi precisato: “La prima buona notizia è che sterilizziamo l’Iva. I 23 miliardi ci sono: manca qualche copertura ma stiamo completando il lavoro”. Allo studio inoltre un bonus Befana per chi paga con le carte.

“Ridurre Iva su bollette dal 10% al 5%” – “Stiamo lavorando per portare l’Iva sulle bollette dal 10% al 5%, e su latte, pasta pane dal 4% all’1%”, ha aggiunto il premier, precisando che per raggiungere questo obiettivo “dobbiamo incentivare l’uso dei mezzi elettronici, ma serve per questo un piano nazionale: dobbiamo consentire anche a chi non ha carte o bancomat o conti correnti di poter usare questi strumenti senza costi e senza provvigioni”, ha spiegato Conte.

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Giuseppe Conte ora è un modello: di destra, di sinistra. E di niente

lunedì, Settembre 30th, 2019

di Susanna Turco

Con una sintesi tipicamente americana l’ha detto proprio Donald Trump, nel celebre tweet di quasi endorsement. Conte non è uno: sono almeno due, forse molti. Sono comunque sempre di più, alla fine di questa legislatura è possibile che, come i numeri, rasentino l’infinito. Una moda contagiosa, una maschera di Anonymous. Magistrale la sintesi del presidente statunitense: non «Giuseppe», ma «Giuseppi». Il nome proprio di ciascuno è indeclinabile, l’eccezione conferma la regola.

Siamo dunque a Giuseppi. Il fenomeno ha dell’inquietante ma ormai va veloce, trotta, a breve galopperà. In questa forma. E nell’altra complementare: Giuseppe Conte stesso, il ri-premier in persona, il fu avvocato del popolo, è infatti dappertutto. Moltiplicato. A sinistra con Massimo D’Alema e con Roberto Speranza. A destra con Giorgia Meloni. All’Onu con Greta Thunberg, a Lecce con Maurizio Landini: d’accordissimo con entrambi, peraltro. Come un format, un reality show, dal titolo: «Conte incontra il mondo». Non sappiamo cosa ci aspetta nei prossimi mesi, abbiamo in queste settimane avuto un semplice assaggio. Avanti. Lui è la scopa dell’apprendista stregone: più provi a farla a pezzi, più si moltiplica. Come persona e come modello. L’invasione degli ultraconte.

Così, all’ombra dei primi passi di una alleanza giallo-rossa che ormai avanza a tutti i livelli, si avvia la stagione dei Conte formato governatore regionale. In Umbria, sulle ceneri del Pd devastato dal caso di Catiuscia Marini, la governatrice indagata e costretta alle dimissioni per l’inchiesta sulle assunzioni nella sanità, è sorta come un fungo – previa trattativa estenuante, e svariati no – la candidatura di Vincenzo Bianconi da Norcia.

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Dopo il trionfo di Kurz, incognita alleanze in Austria. Occhi puntati sui Verdi, che dettano le condizioni

lunedì, Settembre 30th, 2019

Sebastian Kurz vola al 38,4% in Austria, ma ora resta l’incognita delle alleanze. E, dopo il tonfo dell’ultradestra sulla scia dell’Ibizagate, tutti gli occhi sono puntati sui Verdi. Guadagnato il 12% (contro una percentuale inferiore al 4% delle precedenti elezioni, che li aveva tenuti fuori dal Parlamento) dettano le loro condizioni: l’Austria deve diventare “il Paese numero uno in quanto a difesa dell’ambiente e del clima”, scandisce Kogler, mentre per la leader del partito a Vienna, Birgit Hebein, ”è Kurz che ora deve decidere in che direzione intende andare”. Certo non è tenero il giudizio nei confronti dell’Fpoe, che è crollato dal 26% della precedente consultazione al 16%: ”È finita la follia della destra estrema”.


Il problema è che a questo punto le opzioni per il futuro governo sono tutte apertissime. Mentre l’ultradestra, dove gli unici commenti pubblici sono lasciati al segretario generale Harald Vilimsky, sembra aver optato oramai per l’opposizione nonostante avesse detto il contrario durante tutta la campagna elettorale, sulla carta sono possibili sia una coalizione tra popolari e Verdi che un’alleanza tra popolari e socialdemocratici, che hanno raggiunto il 21,5% dei voti. Ovviamente, la terza opzione è un’alleanza a tre in cui vengano coinvolti anche i liberali di Neos.

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L’azionista Matteo Renzi sgomita al tavolo del Governo

lunedì, Settembre 30th, 2019
L'azionista Matteo Renzi sgomita al tavolo del

Italia Viva è differente. Matteo Renzi assicura che crescerà e “sarà una rivoluzione”. In una lunga intervista concessa a Claudio Cerasa sul Foglio il senatore toscano si propone di fatto di sostituire il Pd nel rapporto con M5S. Dalle sue parole escono carezze per Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede, bordate per Nicola Zingaretti e Andrea Orlando. Sottolinea che Italia Viva è “un’altra cosa rispetto al Pd, abbiamo un altro stile, abbiamo un altro entusiasmo”. Un movimento che “non vive di correnti e di fuoco amico”. Riferimento al Pd di Nicola Zingaretti che “valorizza la classe dirigente che era contro il Jobs act. Mette nella sua segreteria uno che era contro la riforma del lavoro, mette alle riforme istituzionali uno che era contro il nostro referendum”. Fuori dal Pd, prosegue Renzi, “siamo tornati a scherzare, a sorridere, a prenderci in giro, a vivere con leggerezza. Nel Pd dovevi guardarti le spalle dal tuo compagno di stanza”. Italia Viva crescerà, assicura, “avrà a breve più di 50 parlamentari, centinaia di sindaci, una cinquantina di consiglieri regionali, migliaia di amministratori e soprattutto un sacco di comitati e semplici iscritti. Sarà una rivoluzione, mi creda”.

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Se ‘salta’ la Corrente del Golfo l’Europa sarà investita dal gelo. E il paradosso è che la colpa è del riscaldamento globale

lunedì, Settembre 30th, 2019

Mariella Bussolati

Nizza, la spiaggia di Promenade des Anglais a February 2018 in Nice. Potrebbe diventare un paesaggio abituale. Valery Hache/AFP/Getty Images

L’alba del giorno dopo, un film campione di incassi nel 2004 diretto da Roland Emmerich, aveva una trama che sembrava scritta in questi giorni: un paleoclimatologo assiste al distacco di una immensa porzione di ghiaccio polare. Preoccupato, avverte che a causa di questo fenomeno si potrà piombare in un’era glaciale, ma il vicepresidente americano risponde dichiarando che l’economia non è abbastanza florida per poter affrontare il cambiamento climatico. Nessuno ascolta l’allarme e dopo poco New York e tutti gli Stati della costa orientale degli Stati Uniti finiscono nel gelo, flagellati da uragani, trombe d’aria e montagne di neve. Il film è celebre per gli effetti speciali che hanno reso la situazione esagerata e paradossale.

Purtroppo non siamo lontani da questo scenario fantascientifico. Durante questa estate calda anche la Groenlandia si sta sciogliendo a ritmo sostenuto e gli scienziati  sostengono che, a causa di ciò, la Corrente del golfo, il grande fiume oceanico che trasporta a nord il calore tropicale, potrebbe interrompersi. Se accadesse, l’emisfero nord piomberebbe esattamente in una morsa di freddo, una conseguenza assurda perché è dovuta proprio al riscaldamento globale.

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Alberto Angela batte Maria De Filippi nella sfida del sabato sera e il web esulta: “Vince la cultura”

lunedì, Settembre 30th, 2019

Tre milioni e 600mila spettatori, pari al 20% di share. Con questi dati Alberto Angela vince la prima serata di sabato. La sua puntata di Ulisse dedicata a Leonardo Da Vinci è stato il programma più visto della serata del 28 settembre e ha battuto anche la ‘regina’ della tv Maria De Filippi che su Canale 5 conduceva Amici Celebrities.

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Draghi, il presidente Bce si appella ai Paesi dell’euro: ora l’unione fiscale

lunedì, Settembre 30th, 2019

di Fabrizio Massaro

A un mese dall’addio, dopo otto anni, alla carica di presidente della Bce, Mario Draghi lancia uno dei suoi messaggi più forti ed espliciti: «È più urgente che mai» che i singoli Paesi dell’Unione europea aumentino la spesa pubblica per contrastare il rallentamento dell’economia. E per fare questo serve che gli stati si impegnino nel lungo termine a una vera unione fiscale, cioè di bilancio, che è «essenziale» all’Eurozona per competere con le altre potenze globali.

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Tumore al seno, i mammografi e gli ospedali da evitare

lunedì, Settembre 30th, 2019

di Milena Gabanelli e Simona Ravizza

«Il tumore al seno colpisce una donna su undici. E nessuna vuole mettersi nei suoi panni. Ricordati, la prevenzione è sempre la cura migliore». È l’appello promosso dal ministero della Salute per sensibilizzare ai controlli contro il cancro della mammella che colpisce quasi 62 mila donne l’anno ed è il più diffuso (29% sul totale dei tumori femminili). Come sappiamo, a fare la differenza fra una possibile guarigione e un calvario è la diagnosi precoce. Le visite regolari sono quindi un nostro dovere, mentre l’utilizzo di apparecchiature non obsolete è un obbligo delle strutture sanitarie.

Quando non si vedono le piccole lesioni

Oggi nel 50% dei casi il tumore al seno viene «visto» quando è di dimensioni piccolissime, sotto al centimetro. Lo strumento che lo scova è il mammografo. Nei 396 ospedali italiani ce ne sono di due tipi. Quello digitale di ultima generazione garantisce una definizione dell’immagine più precisa, una migliore capacità diagnostica e minor esposizione alle radiazioni. Nelle strutture italiane, come mostra un report del Centro studi di Confindustria sui dispositivi medici, ce ne sono 1.012. Dallo stesso documento emerge che ce ne sono 865 ancora analogici di cui 18 con un’età inferiore ai 5 anni, altri 121 considerati obsoleti perché hanno fra i 5 e i 10 anni e 726 che superano i 10 anni. Ovvero l’84% dei mammografi analogici sono considerati pericolosi perché possono non «vedere» le piccole lesioni. Per quel che riguarda i mammografi digitali solo 51 (2%) hanno più di 10 anni.

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Pd e Movimento 5 Stelle: il fronte in cerca d’identità

lunedì, Settembre 30th, 2019

di Paolo Mieli

Nonostante le tensioni sulla manovra nel vertice notturno, il primo mese di governo è parso tranquillo. Certo, c’è qualche scaramuccia a rendere il clima più frizzante. Ma – che si parli di giustizia, riforme costituzionali, elezioni regionali, economia (soprattutto quella verde), migranti – i summit tra Partito democratico e Movimento cinque stelle sono stati sereni: i plenipotenziari delle due formazioni uscendo da quei vertici lasciano intendere che, a parte qualche dettaglio, si sono trovati in sostanziale armonia. Se poi i grillini hanno problemi di compattezza e di tenuta, immediatamente mettono in chiaro che non è certo per colpa del partito di Nicola Zingaretti. Insomma: una luna di miele abbastanza soddisfacente. Vien da chiedersi se non abbia peccato di pessimismo Mario Tronti quando ha definito l’accordo estivo tra Pd e M5S un «suicidio assistito».

In un’intervista a Carmine Fotia («L’Espresso») l’ottantottenne teorico dell’operaismo italiano, già senatore del Pd, non ha concesso attenuanti al patto che ha portato alla nascita dell’attuale governo. Alla sinistra italiana ha rimproverato di esser corsa a salvare i seguaci di Grillo proprio «mentre affondavano». Di essersi poi sottratta all’opportunità di «sfidare sul campo e sconfiggere in battaglia» la destra. Tronti ha inoltre sostenuto che Zingaretti avrebbe dovuto puntare i piedi contro i «governisti ad ogni costo» che hanno in mano le correnti del suo partito. Anche al prezzo di «mettere in gioco la segreteria». Perché? Per il fatto che «un conto è se al governo ci arrivi meritandoti un mandato di fiducia dal basso… un altro se ti affidi sempre ai trucchi di una legge elettorale o, peggio, alla solita congiura di palazzo».

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