Archive for Aprile, 2019

Fabio Fognini re di Montecarlo: sconfitto in finale il serbo Dusan Lajovic

lunedì, Aprile 22nd, 2019

Fabio Fognini trionfa a Montecarlo e conquista il primo Master 1000 della sua carriera. Dopo l’impresa in semifinale contro il re della terra rossa, Rafael Nadal, il tennista ligure si è imposto in due set, con il risultato di 6-3, 6-4 sul serbo Dusan Lajovic. Era dal 1976, vittoria di Adriano Panatta agli Internazionali di Roma, che il tennis maschile italiano non si aggiudicava un grande torneo.

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Decimazione

lunedì, Aprile 22nd, 2019

Nuovo

Da 1,5 milioni nel 1990 ai 146 mila di oggi, quello dei cristiani in Iraq non è un genocidio fisico, ma culturale e di identità delle stesse radici dell’Occidente. Possiamo non occuparcene? Le prime conclusioni dell’inchiesta in Iraq con i frati di Assisi finanziata da Huffpost

ERBIL, Kurdistan, Iraq. La cerimonia è piena di canti e incensi, ma senza pompa – banchi pieni, fedeli assorti. Nella Chiesa di San Giuseppe a Erbil l’attesa dell’evento più importante della vita cristiana, la resurrezione di Gesù, è scandita dal suono sconosciuto dell’Aramaico. La lingua di Gesù è qui ancora in uso nelle cerimonie della Chiesa Caldea, e non somiglia a nessuna delle lingue del mondo attuale, non ha echi se non quelli suoi propri.

La prima volta che ho sentito una messa in Aramaico era in un’altra festa, un’altra attesa. Era il Natale del 1990 a Baghdad, sotto assedio da parte delle forze della Coalizione occidentale, dopo che il 2 agosto Saddam Hussein aveva invaso il vicino Kuwait in una mossa di annessione. E l’attesa per la nascita del Bambino si confondeva con l’attesa delle bombe. Tre settimane dopo quel Natale, il 17 gennaio – 18 ore e 38 minuti dopo la scadenza dell’ultimatum dell’Onu, alle 02:38 del mattino ora di Baghdad- le bombe sarebbero arrivate. Puntuali.

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Meteo, temporali a Nord-Ovest, vento e burrasche al Sud: allerta maltempo a Pasquetta

lunedì, Aprile 22nd, 2019

l lungo ponte di Pasqua è iniziato con il bel tempo e con le code sulle autostrade in uscita dalle grandi città, ma da domani Pasquetta è previsto un peggioramento quando, in concomitanza con un altro picco di traffico per i rientri dalle gite tradizionali, il tempo peggiorerà soprattutto al Sud. Già nella serata di ieri in Sardegna è scattato l’allerta maltempo, soprattutto nella parte meridionale dell’isola, con forte vento e decine di interventi dei vigili del fuoco. La zona più colpita è stata il Sulcis Iglesiente con alberi caduti, cornicioni, pali dell’illuminazione e cartelli stradali pericolanti, ringhiere cadute sull’asfalto. Particolarmente colpita Teulada, dove è stato in parte scoperchiato il tetto del palazzetto dello sport. Problemi anche a Nuxis, a causa di parte di un balcone crollato, a Villacidro, Carbonia e Iglesias. La Protezione Civile ha diramato un avviso di condizioni meteo avverse sino alle 6 di domani lunedì 22 aprile con un ulteriore rinforzo dei venti fino a burrasca da est-sud-est. Saranno inoltre possibili delle mareggiate sui versanti esposti del golfo di Cagliari.

LEGGI Le previsioni meteo

Da oggi anche Sicilia e Calabria saranno al centro di una perturbazione, con mareggiate e burrasche. In particolare, previsti venti forti di scirocco con raffiche fino a 140 chilometri orari e onde alte 6 metri. In altre regioni ci potranno essere temporali, al Nord sono previste molte nubi sul Piemonte e l’Emilia-Romagna. Dalla serata è atteso un deciso peggioramento con precipitazioni diffuse e la neve che potrà tornare sui rilievi alpini occidentali oltre i 1500 metri. Al Centro Sud, nonostante i venti forti le temperature non si abbasseranno, perché la ventilazione è prevista da sud, di Scirocco, ma la perturbazione si estenderà a tutta Italia e il tempo sarà brutto anche martedì 23. Ecco le previzioni per i prossimi giorni.

Dalle regioniLombardia · Piemonte · Campania · Puglia · Sicilia

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Italia ultima per occupazione, gli obiettivi Ue 2020 sono lontanissimi

lunedì, Aprile 22nd, 2019

di ROSARIA AMATO

ROMA – Il 2020 ormai è alle porte, ma gli obiettivi della strategia Ue per la crescita sono lontanissimi. E quello sul lavoro in particolare non potrebbe essere più lontano: l’Italia ha raggiunto appena un tasso di occupazione del 63 per cento, e diventa davvero improbabile che arrivi in pochi mesi al 67 per cento fissato da Bruxelles. Tasso che comunque, ammesso che riuscissimo a raggiungerlo, ci lascerebbe comunque distanti dagli altri Paesi: già nel 2017 la media Ue era al 72,2 per cento, e anche se l’obiettivo del 75 per cento per il 2020 non verrà raggiunto, l’Italia rimarrà comunque fanalino di coda, ultimo Paese europeo per l’occupazione, seguito solo dalla Grecia che sfiora appena il 58 per cento.

A fare il punto sul lavoro è la Fondazione OpenPolis, che seguendo il proprio motto “Numeri alla mano” ha appena pubblicato un rapporto che mette a confronto anche le profonde differenze regionali, che rendono la situazione italiana ancora più problematica. I punti di differenza tra il tasso di occupazione della provincia di Bolzano e quello della Regione Sicilia sono 35: un abisso tra il 79 per cento di una delle aree più progredite del Nord e il 44 per cento della Regione più meridionale d’Italia. La classifica ripercorre fedelmente la geografia della penisola: seguono Campania, Calabria, Puglia, Basilicata, fino ad arrivare al Lazio e alle Regioni del Centro che mostrano tassi di occupazione medi, di poco superiori al 60 per cento, per poi arrivare al Nord che, a partire dal Piemonte, mostra tutti tassi superiori al 70 per cento.

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Lo sforzo di verità che serve al paese

lunedì, Aprile 22nd, 2019
di Ferruccio de Bortoli

Bisogna sinceramente ammettere che il premier Giuseppe Conte è uno straordinario avvocato. Più che del popolo, delle cause impossibili. Riesce a tenersi in equilibrio nonostante le laceranti contraddizioni tra le parti della sua maggioranza. E, dunque, è anche un buon navigatore della politica. Cammina con insospettata leggerezza sulle uova, non solo pasquali, dei dossier di governo. Crediamo sia consapevole — anche se dalle sue parole non si evince — che dopo le elezioni europee lo scenario sarà del tutto diverso. Compreso il suo destino. Del resto sa, per esperienza legale, che un arbitrato può saltare se uno dei litiganti risulta rafforzarsi troppo rispetto all’altro. Se Matteo Salvini avrà molti più voti di Luigi Di Maio e la tentazione di mandare all’aria tutto per chiedere le elezioni anticipate. Salvo fare i conti con l’oste, che si dimentica sempre in questi scenari, cioè il presidente della Repubblica cui spetta il potere di scioglimento delle Camere (in autunno poi non si è mai votato).

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Ucraina, il nuovo presidente è il comico Zelensky: “Non vi deluderò”

lunedì, Aprile 22nd, 2019

“Non vi deluderò mai”, queste le prime parole dell’attore e comico Vladimir Zelensky, nuovo presidente dell’Ucraina con oltre il 70% dei voti. L’uscente Petro Poroshenko, già ai primi dati degli exit poll a chiusura seggi, ha ammesso la sconfitta e si è congratulato con il rivale. Zelensky, new entry in politica, si è presentato alle presidenziali con il partito “Servitore del Popolo”, dal nome dello show in cui interpretava i panni di un semplice professore catapultato dagli eventi alla guida del Paese.

Ucraina, il nuovo presidente è il comico Zelensky: "Non vi deluderò"

Poroshenko: congratulazioni a ZelenskyIl presidente uscente dell’Ucraina Petro Poroshenko ha ammesso la sconfitta nelle elezioni presidenziali, facendo le congratulazioni al rivale Volodymyr Zelensky. Ha comunque promesso di non allontanarsi dalla vita politica: “Il mese prossimo lascerò la mia carica, questa è la scelta degli ucraini: accetto questa decisione, ma voglio sottolineare che non abbandonerò la politica”. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Interfax.

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Sri Lanka, esplosioni in chiese e hotel: quasi 300 morti, è unʼecatombe | Polizia: “Ventiquattro arresti”

lunedì, Aprile 22nd, 2019

Pasqua di sangue in Sri Lanka devastato da una serie coordinata di attacchi tra i più sanguinosi degli ultimi anni contro la comunità cristiana. Quasi 300 i morti, di cui almeno 35 stranieri, e più di 500 feriti sono il bilancio ancora provvisorio di otto esplosioni, le prime sei in simultanea, che hanno squarciato alcune chiese nell’ora della messa ed alberghi pieni di turisti. Ventiquattro i sospetti arrestati. Revocato il coprifuoco.

Lo Sri Lanka, dopo decenni di conflitti interni tra governo e separatisti tamil e un periodo di pace, all’alba del giorno di Pasqua è ripiombato nell’incubo. Sei esplosioni in sequenza sono avvenute in tre chiese e tre alberghi della capitale Colombo, frequentati anche da stranieri. Per i fedeli in preghiera non c’è stato scampo. Altri due kamikaze sono entrati in azione ore più tardi alla periferia di Colombo, seminando ancora morte.

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Sri Lanka, falle nellʼintelligence: la strage di Pasqua “poteva essere evitata”

lunedì, Aprile 22nd, 2019

Gli attacchi a chiese e hotel in Sri Lanka, che hanno portato ad almeno 290 morti e oltre 400 feriti nel giorno di Pasqua, forse potevano essere evitati. La polizia locale, infatti, ha fatto sapere che le indagini sugli attentati esamineranno i rapporti secondo i quali l’intelligence avrebbe fallito nel rilevare o mettere in guardia preventivamente contro possibili attacchi suicidi. Solo 10 giorni fa era arrivato un allarme per il rischio di attentati kamikaze contro “chiese importanti”.

Sri Lanka, serie di esplosioni in chiese e hotel

Sono stati due ministri del governo cingalese a menzionare i fallimenti dell’intelligence. Il portavoce della polizia Ruwan Gunasekara ha dichiarato che il Dipartimento d’investigazione criminale sta indagando sulle esplosioni ed esaminerà i rapporti.

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Il vero nemico è la sciatteria dell’uomo verso la storia

mercoledì, Aprile 17th, 2019

Giordano Bruno Guerri

Appena sugli schermi sono apparse le immagini della cattedrale in fiamme, il pensiero di moltissimi – me compreso – è stato che doveva trattarsi di un attentato.

Un vile, odioso attentato di qualche fanatico terrorista islamico. Il crollo della guglia di Notre-Dame ha richiamato immediatamente quello delle Torri Gemelle, neanche 18 anni fa, nello stesso inferno di fuoco, fumo e dolore. Se allora si era voluto colpire il cuore del capitalismo occidentale, un simbolo della potenza americana, stavolta il nemico aveva voluto abbattere uno dei più potenti e antichi simboli religiosi del cristianesimo, dell’Europa e della Francia, un luogo sacro anche ai non credenti, per tutta la storia che vi è passata.

Dispiace averlo pensato, e maggiormente scriverlo, ma l’ipotesi dell’attentato finiva per essere consolante. Ci sarebbe stato un avversario crudele e spietato da cercare e punire, un colpevole da accusare e combattere, una giustificazione alla tragedia inattesa di un’intera cultura.

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Libia, notte di fuoco a Tripoli: raid provocano quattro vittime

mercoledì, Aprile 17th, 2019

La notte di Tripoli viene scossa da altri raid e da numerose esplosioni che segnano una possibile nuova escalation del conflitto. Dopo quanto accaduto tra domenica e lunedì, con i primi bombardamenti che raggiungono la capitale libica nel quartiere meridionale di Abu Salim, nelle scorse ore diversi report parlano, come si legge sull’agenzia Agi, di una “pioggia di missili” verso il centro. Ma in realtà sarebbe ancora una volta la zona di Abu Salim ad essere maggiormente bersagliata. 

“Ci sono vittime” 

Le prime notizie circa un nuovo bombardamento che interessa Tripoli corrono su internet e riportano numerose esplosioni all’interno del perimetro urbano della capitale. La giornata di martedì trascorre senza grossi scossoni nei vari campi di battaglia, ma la tensione rimane comunque palpabile anche nel centro della capitale libica: le esplosioni della notte, risvegliano i tripolini e ricordano agli abitanti della metropoli la guerra in corso a pochi chilometri dalla periferia meridionale di Tripoli. E sono proprio le zone a sud del centro le maggiormente colpite dai missili piovuti a cavallo della mezzanotte: come accennato in precedenza, i razzi raggiungono nuovamente il quartiere di Abu Salim.

Con il trascorrere delle ore, emergono i dettagli riportati dalle testate locali: in particolare, si parla in totale di sette esplosioni che scuotono Tripoli e la zona sud di Abu Salim, segno di come la battaglia attualmente continui a svilupparsi tra la “Second Ring Highway” e l’aeroporto internazionale. Sono poi proprio i media libici a parlare di vittime: come riportato d LaPresse, i raid su Abu Salim delle scorse ore avrebbero provocato almeno quattro morti. Ancora una volta i missili avrebbero colpito, non si sa se per errore o meno, delle aree residenziali apparentemente senza particolari obiettivi militari nelle vicinanze. 

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