Archive for the ‘Salute’ Category

Covid, prove di retromarcia: scattano i primi interventi sull’obbligo delle mascherine

venerdì, Dicembre 30th, 2022

Paolo Russo

ROMA. Mentre la maggioranza cancella ogni restrizione anti-Covid votando nel decreto rave il congelamento fino al 30 giugno delle multe ai No Vax e l’uscita dalla quarantena senza tampone per i positivi anche se con i sintomi, il ministro della salute, Orazio Schillaci, inizia a ingranare la retromarcia.

Ieri la firma apposta all’ordinanza che proroga fino al 30 aprile l’obbligo di indossare la mascherina in ospedali, Rsa, ambulatori medici e studi dei medici di famiglia. A breve anche la circolare che fornirà alle Regioni le indicazioni in caso di ripresa dei contagi, suggerendo l’uso massiccio delle mascherine.

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Ad ore poi il ministro firmerà la circolare che corregge un po’ il tiro rispetto al liberi tutti del decreto rave che entrerà in vigore il 1° gennaio, imponendo l’obbligo di indossare le Ffp2, nei luoghi al chiuso o in caso di assembramenti, ai positivi in uscita dall’isolamento domiciliare senza test. L’obbligo di mascherina varrà peraltro anche per chi sintomi non ne ha. Una precauzione in più rispetto a chi, soprattutto in FdI e Lega, aveva cercato di far credere che il Covid fosse oramai alle spalle una volta per tutte, permettendo anche ai positivi con tosse e mal di gola di andarsene in giro senza aver fatto un tampone di controllo. Una voglia di normalizzazione che oggi deve però fare i conti con «la tempesta perfetta» – così l’ha definita Schillaci nella sua informativa al Senato – che si è scatenata in Cina con la decisione di abbandonare improvvisamente la politica del “Covid zero” perseguita fino a ieri.

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I super esperti del ministero stanno in queste ore analizzando la situazione in stretto contatto con il ministro e l’impressione è che ci si affidi più alla natura non troppo malevola del virus, che non alla capacità di individuare per tempo eventuali nuove e più pericolose varianti. Un’ipotesi che costringerebbe probabilmente il governo a ripristinare parte delle restrizioni, ma che è data per improbabile dagli stessi super esperti. A spiegare perché, a La Stampa, è Gianni Rezza, il direttore del dipartimento di prevenzione del dicastero.

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Covid, c’è il rischio di varianti più pericolose dalla Cina?

giovedì, Dicembre 29th, 2022

di Silvia Turin

In Cina potrebbe effettivamente nascere una variante completamente nuova e molto distante dal ceppo Omicron, magari capace di superare la protezione offerta finora dai vaccini in uso

Covid, c’è il rischio di varianti più pericolose dalla Cina?
(Ap)

Perché la crescita delle infezioni in Cina è un dato allarmante per lo sviluppo di nuove varianti?
La probabilità di comparsa delle varianti cresce con l’aumentare della circolazione di Sars-CoV-2. In Cina alcune previsioni tracciano picchi di contagi con cifre abnormi: 3,7 milioni al giorno a metà gennaio e 4,2 milioni al giorno a marzo. I virus a Rna come il coronavirus commettono alcuni errori, chiamati «mutazioni», ogni volta che si riproducono. Nella maggior parte dei casi le mutazioni non determinano cambiamenti importanti. Tuttavia, più un virus circola più è probabile che nascano varianti significative, con caratteristiche di maggiore diffusività o patogenicità.

Perché in Cina la nuova ondata di Covid è così diffusiva?
A causa della politica «zero Covid» portata avanti dal Governo cinese, la popolazione locale è praticamente «naive», cioè non ha quasi avuto precedenti esposizioni al virus Sars-CoV-2. Non solo: gli anziani sono stati poco immunizzati e i vaccini offerti, Sinopharm e Coronavac, si sono dimostrati molto meno efficaci di quelli utilizzati in Europa e Usa. In base alle stime disponibili, solo il 25% della popolazione cinese avrebbe un qualche grado di immunità a Omicron (da vaccino o infezione). Il virus è libero di contagiare milioni di persone e di replicarsi e mutare milioni di volte.

Cosa temono le autorità sanitarie mondiali?
Soprattutto lo sviluppo e l’arrivo di una variante che potrebbe non derivare da Omicron. Nei primi due anni di pandemia le «varianti di preoccupazione» appartenevano a ceppi diversi (Alfa, Delta, Beta, Omicron), nell’ultimo anno invece si sono sviluppate solo sottovarianti di Omicron. Il problema è che in Cina, con una circolazione del virus così elevata, potrebbe effettivamente nascere una variante completamente nuova e molto distante dal ceppo Omicron, magari capace di superare la protezione offerta finora dai vaccini in uso.

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Influenza, picco tra i bambini da 0 a 4 anni: «A Milano pediatri introvabili e pronto soccorso presi d’assalto»

venerdì, Dicembre 2nd, 2022

di  Sara Bettoni

Posti letto insufficienti e sale d’attesa colme. Al Buzzi arrivati 144 bimbi in 24 ore: «Troppe carenze nel sistema territoriale». In città 120 specialisti che spesso hanno già raggiunto il tetto di pazienti fissato a 1.400 bambini

Influenza, picco tra i bambini da 0 a 4 anni: «A Milano pediatri introvabili e pronto soccorso presi d'assalto»

L’influenza riempie i pronto soccorso pediatrici di Milano e non solo. «La situazione è critica, viviamo in grave sovraffollamento da tre settimane — dice Giuseppe Bertolozzi, responsabile del reparto d’urgenza della De Marchi (Policlinico) —. Viaggiamo su una media di 90 accessi quotidiani». A seconda delle giornate, i bambini con sintomi simil-influenzali passano dai 30 ai 60. «Hanno febbre, tosse secca anche violenta. I piccoli da due mesi fino a un anno a volte soffrono di bronchioliti e hanno bisogno di ossigeno. Nei casi più gravi li ricoveriamo». 

I posti letto del pronto soccorso però sono solo otto ed è difficile far fronte alle necessità, anche perché all’epidemia di stagione, in anticipo rispetto agli anni pre Covid, si sommano altri virus. «Due medici coprono i turni sia nei giorni feriali sia nei festivi, ma il lavoro è tanto. Di conseguenza abbiamo persone in corridoio, cittadini in sala d’attesa che si lamentano». Si può aspettare anche 4 ore per una visita.

Non va meglio al Buzzi. Gian Vincenzo Zuccotti, direttore della Pediatria e del pronto soccorso pediatrico, parla di 144 richieste d’aiuto nelle ultime 24 ore, 46 delle quali in codice giallo, quindi mediamente gravi. «Siamo presi d’assalto da un po’ di tempo — spiega —, in queste condizioni abbiamo rallentamenti per le situazioni meno urgenti», ovvero i codici verdi e bianchi. «Le attese sono lunghe, si creano disagi. Tutto ciò non aiuta a lavorare con serenità e concentrazione». Anche al Buzzi gli spazi rischiano di essere insufficienti, tanto che in alcuni momenti della giornata l’atrio si trasforma in una terza sala d’accoglienza. «Ci stiamo confrontando con il primo anno di vero ritorno alla normalità, dopo la pandemia di Covid — aggiunge Zuccotti —. Il sistema immunitario dei bambini è disabituato a combattere i virus. Ma paghiamo anche le carenze dell’assistenza territoriale, che a sua volta ha criticità».

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Covid, meno contagi ma più ricoveri e decessi: “Preoccupante”. Il nuovo report

venerdì, Ottobre 14th, 2022

Balzo dei ricoveri da Covid in una settimana mentre i contagi della popolazione anziana nelle Rsa nel 2022 sono stati in linea con quelli della popolazione in generale e con un basso impatto sulla mortalità. Sono le due fotografie che arrivano dal fronte della lotta alla pandemia. La Fondazione Gimbe registra un boom della pressione sugli ospedali negli ultimi 7 giorni: +30% i ricoveri ordinari (ma con un calo di 126 unità nelle ultime 24 ore) e +44% nelle terapie intensive dove si passa da 125 pazienti a 244.

“Si conferma l’inversione di tendenza”, afferma Marco Mosti, Direttore operativo di Gimbe, che in parte riguarda anche la crescita dei contagi. “Per la quarta settimana consecutiva – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione – sale la curva dei nuovi casi settimanali, seppur in maniera meno ripida (+20,3%): da quasi 245mila della settimana scorsa arrivano a sfiorare quota 294mila, con una media mobile a 7 giorni di quasi 42 mila casi al giorno”. Al 12 ottobre la copertura vaccinale delle quarte dosi è al 18,7% ma “l’incremento di quasi il 60% delle somministrazioni giornaliere lascia ben sperare – spiega il medico – rispetto alla necessità di aumentare in tempi brevi le coperture di anziani e fragili”.

Allo stesso tempo la ripresa della circolazione virale ha già determinato un incremento di quasi 3mila posti letto in area medica (dai 3.293 del 24 settembre ai 6.358 dell’13 ottobre) ed è quindi “fondamentale per ridurre l’impatto sugli ospedali nella stagione autunno-inverno, insieme all’utilizzo della mascherina nei luoghi al chiuso, specialmente se affollati e/o poco ventilati”.

Meglio nel 2022 hanno fatto le Residenze sanitarie per anziani, grandi ‘vittime’ del primo anno di pandemia. Per l’Istituto Superiore di Sanità “i contagi nelle Rsa hanno avuto lo stesso andamento della popolazione generale, ma grazie ai vaccini e a una buona capacità di gestione del virus, testimoniata dagli andamenti degli isolamenti, l’impatto su ricoveri e decessi è stato basso”. È quanto si afferma nel nuovo aggiornamento del report a cui aderiscono 853 strutture residenziali provenienti da 7 regioni e per un totale di 31.341 posti letto disponibili, che hanno partecipato alla sorveglianza dal 21 dicembre 2020 al 18 settembre 2022.

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Vaccini Covid, sì ai bivalenti agli over 12 su richiesta: la circolare del ministero

sabato, Settembre 24th, 2022

di Redazione Salute

Le formulazione aggiornate a Omicron (BA.1 o BA.4-BA.5) potranno essere somministrate come quarta dose ad almeno 120 giorni di distanza dalla terza dose (o da un’infezione da coronavirus)

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I vaccini bivalenti contro Omicron potranno essere somministrati «su richiesta» a tutti i soggetti di almeno 12 anni di età, che abbiano già ricevuto la prima dose di richiamo da almeno 120 giorni.

L’uso per la quarta dose

Lo chiarisce una circolare del Ministero della Salute dal titolo «Aggiornamento delle indicazioni sull’utilizzo dei vaccini a m-RNA bivalenti». A seguito dell’autorizzazione da parte di Ema e Aifa sono ora disponibili, nell’ambito della campagna di vaccinazione con la quarta dose, due formulazioni bivalenti di vaccini a m-RNA: i due bivalenti aggiornati a Omicron BA.1 (quello di Pfizer e quello di Moderna) e i due bivalenti aggiornati a Omicron BA.4-BA.5 sempre di Pfizer e Moderna. Il ministero ricorda che tali vaccini potranno «essere resi disponibili su richiesta dell’interessato, come seconda dose di richiamo, per la vaccinazione dei soggetti di almeno 12 anni di età, che abbiano già ricevuto la prima dose di richiamo da almeno 120 giorni», oppure quando siano trascorsi almeno 120 giorni dall’ultima infezione da Covid. Un uso che è quindi consentito solo per la quarta dose, che resta fortemente consigliata soprattutto ai soggetti fragili, ai sanitari e ai soggetti sopra i 60 anni.

— Covid in Italia, il bollettino di oggi 23 settembre: 21.085 nuovi casi e 49 morti.

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Covid, come si può prenotare per i vaccini bivalenti e a chi sono consigliati

sabato, Settembre 10th, 2022

di Margherita De Bac

Lunedì via agli appuntamenti ai vaccini che contengono due ceppi del virus sars CoV-2. In arrivo 18,9 milioni di dosi

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Cosa sono i nuovi vaccini?
Si chiamano bivalenti (adeguati o aggiornati) perché contengono due ceppi del virus Sars CoV-2, quello originale isolato all’inizio del 2020, e Omicron BA.1, comparso come variante a novembre del 2021 e diventato prevalente con le sottovarianti BA.4 e 5, molto simili per caratteristiche, che oggi sono responsabili del 90% delle infezioni. Ambedue i vaccini sono sviluppati con la tecnologia dell’Rna messaggero, prodotti dalle aziende Moderna e Pfizer/Biontech. Approvati il primo settembre dall’agenzia europea del farmaco Ema e ratificati lunedì 5 settembre dalla nostra Aifa.

Quando saranno disponibili in Italia?
Da lunedì 12 settembre le Regioni apriranno le prenotazioni. Basterà fissare l’ appuntamento attraverso i siti regionali scegliendo tra centri vaccinali e farmacia. Entro questo mese arriveranno 18,9 milioni di dosi, cui seguiranno altre consegne. Le Regioni hanno già ricevuto le prime scorte.

Chi può vaccinarsi?
I nuovi vaccini sono offerti gratuitamente a tutti i soggetti oltre i 12 anni, senza preclusioni. In teoria dunque tutti potrebbero richiederli per fare i richiami, ma su questo punto il ministero darà indicazioni più dettagliate.

A chi sono raccomandati?
Il ministero della Salute raccomanda la vaccinazione in via prioritaria alle persone a rischio di sviluppare la malattia grave da Covid e potenzialmente fatale: fragili (con patologie croniche) over 60, ospiti e operatori delle residenze sanitarie per anziani, oltre a loro personale sanitario e donne incinte, come indicato anche da Ema e dall’agenzia europea per il controllo delle malattie infettive. Ulteriori indicazioni strategiche nell’ambito della campagna vaccinale potrebbero essere decise nelle prossime settimane sulla base dell’andamento dell’epidemia.

Quando fare il richiamo con i nuovi vaccini?
Bisogna aspettare almeno quattro mesi dall’ultima dose ricevuta, anche se il ciclo primario è stato completato utilizzando composti di altre aziende, quindi AstraZeneca e Janssen.

E se ho avuto l’infezione naturale?
Aspettare almeno 4 mesi prima del richiamo. L’ulteriore dose serve a rafforzare la protezione contro le forme gravi di malattia.

Cosa devo fare se ho già ricevuto la quarta dose utilizzando i vaccini tradizionali oppure se ho fatto tre dosi e ho avuto successivamente l’infezione?
Su questo il ministero deve ancora esprimersi.

I vaccini tradizionali, monovalenti, contenenti il ceppo di virus originale, continueranno ad essere somministrati?
Si, ma limitatamente a prima e seconda dose. Restano sempre efficaci nel proteggere da sintomi gravi. Le scorte rimanenti, circa due milioni in Italia, potrebbero essere donate ai governi africani. Il quantitativo destinato all’Italia è stato stabilito dall’Ue.

I nuovi vaccini prevengono il contagio?
No, proprio come quelli tradizionali non evitano il contagio. Si può contrarre il virus e trasmetterlo ad altri contatti. Ecco perché il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza parla di cambio di paradigma. Si pensava di poter bloccare la circolazione del virus immunizzando larga parte della popolazione. Invece il Sars-CoV-2 ha acquisito nel tempo la capacità di aggirare le difese del sistema immunitario. Quindi ora l’obiettivo è la difesa dalle forme gravi attraverso il rilancio della campagna vaccinale. È imminente l’arrivo di vaccini contenenti la sottovariante di Omicron, la BA.1.

CORRIERE.IT

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Vaiolo delle scimmie, la prima vittima italiana è un carabiniere di 50 anni in vacanza a Cuba

martedì, Agosto 23rd, 2022

L’AVANA. Un carabiniere di 50 anni, Germano Mancini, da poco più di due mesi comandante della stazione di Scorzè, in provincia di Venezia, è morto a Cuba, primo italiano vittima del vaiolo delle scimmie e anche primo caso diagnosticato sull’isola. Lo riferisce il Ministero della salute pubblica cubano: le condizioni del nostro connazionale «si sono rapidamente evolute verso la gravità, essendo in condizioni critiche instabili dal 18 agosto».

Il militare si trovava in vacanza a Cuba per il periodo di Ferragosto. Originario di Pescara, risiedeva a Noale. Il rapporto dell’autopsia eseguita all’Istituto di medicina legale «ha mostrato la sepsi dovuta a broncopolmonite causata da un germe non specificato e danni multipli d’organo come causa della morte», dice ancora il ministero.

I primi sintomi a due giorni dall’arrivo a Cuba
«Confermiamo il decesso, ma non sappiamo ancora nulla sulle cause – spiega Emanuele Spiller, comandante del reparto operativo dei carabinieri di Venezia -. Aspettiamo che l’Ambasciata ci faccia sapere qualcosa in più». Mancini è morto il 21 agosto.

Sono immediatamente scattate tutte le procedure previste anche dal nostro sistema sanitario. Mancini era a Cuba insieme ad alcuni amici, giunto il giorno di Ferragosto per qualche giorno di vacanza. I primi sintomi si sarebbero manifestati dopo un paio di giorni, via via sempre più gravi, al punto da richiedere il trasporto in ospedale e il ricovero. Mancini – già in ospedale – è stato colpito da una crisi cardiaca e ha dovuto essere trasferito in terapia intensiva, dove la situazione è poi precipitata fino alla morte. I parenti e gli amici dell’uomo hanno riferito che non aveva alcun problema di salute, prima di essere colpito dal virus. Dettaglio questo, da cui si partirà per cercare di capire la causa di una morte così improvvisa e rapida. 

Chi era Germano Mancini
Cinquant’anni, padre di un figlio grande, era originario di Pescara ma residente a Noale da tempo. Da più di 15 anni era in servizio a Scorzé e da giugno, quando il suo comandante, il luogotenente Giuseppe Barresi, è stato trasferito a Zero Branco e Quinto di Treviso ne aveva assunto le funzioni come reggente. L’italiano alloggiava in una casa in affitto e aveva visitato diverse località nell’ovest del Paese. «L’avevo visto l’ultima volta ai primi di agosto quando ci siamo incontrati al Rally, l’evento motoristico di Scorzè. Il comandante Mancini mi è sembrato in ottima forma, come sempre, non ho notato in lui nulla di diverso dal solito, anche se qualcuno diceva che ultimamente era dimagrito», commenta con dolore il sindaco Nais Marcon, dopo aver saputo della scomparsa del luogotenente in ferie a Cuba.

Isolati i contatti 
Le persone che a Cuba hanno avuto contatti con il carabiniere Germano Mancini, il primo italiano deceduto per vaiolo delle scimmie, si trovano in isolamento e per ora non hanno manifestato sintomi della patologia. E’ quanto si apprende dalla nota diffusa dal ministero della Salute pubblica di Cuba, dove e’ deceduto l’uomo lo scorso 21 agosto, riportata dai media locali.

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Covid, ecco il vaccino bivalente contro il virus di Wuhan e le sue varianti. Come funziona, quanto ci protegge e se metterà fine alla pandemia

martedì, Agosto 16th, 2022

ROBERTO CAUDA

ROMA.  Il Regno Unito è il primo paese che ha approvato il vaccino bivalente di Moderna che contiene oltre al vaccino tradizionale che è stato utilizzato fino ad oggi costruito sullo Spike del virus ancestrale di Wuhan anche lo Spike aggiornato di Omicron 1. I dati ottenuti in 437 soggetti hanno indicato che il vaccino bivalente è sicuro e conferisce una buona protezione anche nei confronti di altre varianti ed in particolare di Omicron 4 e 5. Al momento sono stati identificati una serie di categorie di persone che sono primariamente destinatarie del vaccino: operatori sanitari, persone oltre 50 anni persone con fragilità, anche se non é escluso che la platea si possa ulteriormente ampliare anche ad altre categorie di soggetti. Il vaccino Moderna è il primo ad essere stato aggiornato ed approvato, ma in tempi brevi sarà anche disponibile il vaccino Pfizer. Resta l’interrogativo di quanto questi vaccini possono essere efficaci nei confronti di nuove varianti e quanto duri la protezione da loro conferita, la speranza è che questa possa durare, come per la vaccinazione antinfluenzale, un anno.

Quarantene
È attualmente in corso, non solo in Italia ma in tutto il mondo, un vivace dibattito sulle politiche di quarantena che presentano aspetti non solo sanitari ma anche politici, economici e sociali. Il progetto pilota SMART Release (Marsden L e altri) è il più grande studio di coorte condotto nella popolazione mondiale sull’impiego di un particolare test rapido antigenico SARS-CoV-2 a livello di comunità. L’obiettivo dello studio, prospettico di coorte, è stato quello di valutare i test antigenici effettuati a cadenza giornaliera come alternativa all’effettuazione della quarantena di 10-14 giorni per i contatti stretti di persone con casi noti di COVID-19 o con infezione. I risultati della ricerca condotti in 1.657 partecipanti, hanno permesso di identificare 34 casi di COVID-19, essendo 3 ulteriori casi sfuggiti al rilevamento da parte del test. È interessante peraltro notare che con questo approccio di test giornalieri si è evitata la perdita di un totale di 8291 giornate lavorative, che sarebbe invece avvenuta con un regime di quarantena. Gli autori dell’articolo concludono che questi test giornalieri sono stati ben tollerati da parte dell’utenza ed hanno permesso di sostenere l’attività lavorativa in periodo pandemico, con riflessi positivi sull’economia. Sempre per ridurre al minimo gli effetti della pandemia rappresentati, in questo caso dalla chiusura delle scuole, si è sviluppato un modello matematico basato sulla trasmissione di SARS-CoV-2 in ambito scolastico (Colosi E. e altri). Il modello, che considerava in parallelo esecuzione di test diagnostico e vaccinazione, è stato costruito nel momento in cui circolava la variante Delta e sulla base della copertura vaccinale in Europa che era presente a metà settembre 2021. I test effettuati regolarmente sono in grado di ridurre i giorni di scuola persi dagli studenti fin all’80% rispetto alla chiusura delle lezioni attuato dopo l’identificazione di casi. Inoltre, una copertura vaccinale, seppur moderata, rappresenta un controllo aggiuntivo a quello dei test migliorando ulteriormente il beneficio per prevenire la chiusura delle scuole. Dal momento che la circolazione del virus continuerà anche nei mesi prossimi con un innegabile rischio di chiusura delle scuole, secondo questo modello matematico, l’estensione della copertura vaccinale negli studenti, integrata da test diagnostici regolari, sono elementi essenziali per mantenere aperte le scuole soprattutto in presenza di varianti virali altamente trasmissibili.

Efficacia

Un argomento che è stato oggetto di attenzione e dibattito in questi ultimi mesi è la durata dell’efficacia della vaccinazione anti COVID-19 in un momento in cui circola la variante Omicron. Per questo motivo, è stata esaminata la letteratura dal 3 dicembre 2021 al 21 aprile 2022, con l’obiettivo di verificare l’efficacia nel tempo del vaccino nel periodo di prevalenza di Omicron. Degli oltre 145.000 studi inizialmente considerati, 409 sono stati analizzati e di questi 17 rispondevano ai criteri di inclusione per l’ulteriore analisi. Sette studi hanno valutato l’efficacia del vaccino dopo vaccinazione primaria (due dosi), uno solo con la vaccinazione di richiamo e 10 con entrambe (3 dosi). Un mese dopo il completamento della vaccinazione primaria, l’efficacia del vaccino contro la malattia grave COVID-19 risultava essere inferiore per Omicron, rispetto alle varianti pre-Omicron, ma l’ulteriore diminuzione dell’efficacia del vaccino tra 1 e 6 mesi dopo la vaccinazione è stata trascurabile.

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Troppi morti per il caldo? Difficile censirli ma certamente aumenteranno

giovedì, Agosto 11th, 2022

di Valentina Arcovio

Sappiamo che uccide e sappiamo anche come lo fa. Tuttavia, il “caldo killer” tende a lasciare sulle vittime solo prove indiziarie. Nulla di più. E’ per questo che possiamo fare solo semplici stime della mortalità legata al caldo. “In nessun certificato di morte – conferma Graziano Onder, direttore del Dipartimento malattie cardiovascolari, dismetaboliche e dell’invecchiamento dell’Istituto Superiore di Sanità – troveremo scritto ‘deceduto per il caldo”.  Forse è per questo che Onder non sembra particolarmente stupito dai dati emersi dal report “Risultati dei sistemi di allarme del Sistema di Sorveglianza della Mortalità Giornaliera”, nell’ambito del “Piano operativo nazionale per la prevenzione degli effetti delle ondate di calore”, diffuso ieri dal ministero della Salute. “Questo sistema di sorveglianza – spiega Onder – registra gli eccessi di mortalità in un dato periodo di tempo e sappiamo che in estate, specialmente negli ultimi anni, si verifica effettivamente un aumento”. In particolare, il ministero della Salute segnala un incremento della mortalità del 21% nel periodo tra il 1 e 15 luglio. In alcune città l’eccesso di morti è straordinario: dal +72% a Latina al +56% di Bari fino al +52% di Viterbo. “Questi dati non ci dicono necessariamente che ci siano più morti di caldo a Latina rispetto a Catania”, dice Onder. “L’eccesso di mortalità – continua – può dipendere anche da altri fattori. Certamente il caldo ha il suo peso, specialmente sulle fasce di popolazione più anziana o sui soggetti fragili. Ma un aumento della mortalità in una specifica area può dipendere anche da altro. Ad esempio anche dal Covid”.

La difficoltà di collegare i decessi al caldo non è solo italiana. Le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità indicano che solo tra il 1998 e il 2017 sono morte oltre 166mila persone a causa delle ondate di calore. Tuttavia, secondo gli esperti, il dato sarebbe da considerare sottostimato perché ci sono problemi oggettivi nel censire tutte le morti riconducibili al caldo. In ogni caso sono destinate ad aumentare nel tempo, non solo per la maggiore frequenza delle ondate di calore previste, ma anche per l’aumento dell’età della popolazione.

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Langya, il nuovo virus che arriva dalla Cina: colpisce fegato e reni

mercoledì, Agosto 10th, 2022

Almeno 35 persone sono state infettate da un nuovo virus in Cina a partire dal 2018. Il virus, denominato Langya (LayV) appartiene alla famiglia degli Henipavirus, la stessa a cui fanno capo il virus Hendra e quello Nipah, entrambi con elevata letalità. I primi dati suggeriscono che il nuovo virus non abbia la capacità di diffondersi efficacemente nell’uomo e che è meno aggressivo dei suoi parenti stretti. La notizia è stata riportata da ricercatori afferenti a diverse istituzioni cinesi sul New England Journal of Medicine. L’indagine che ha portato all’identificazione del nuovo virus è partita da una paziente 53enne ricoverata a fine 2018 per febbre e altri sintomi simil-influenzali in un ospedale cinese in cui era attiva la sorveglianza per infezioni potenzialmente di origine animale. 

Da allora sono stati identificati 35 pazienti infettati dal virus nelle province di Shandong e Henan. Tra i 26 pazienti infettati dal solo virus Langya e di cui i ricercatori riportano le condizioni cliniche, tutti avevano febbre, circa la metà soffriva di stanchezza, tosse, anoressia, dolori muscolari, carenza di globuli bianchi; circa un terzo aveva nausea, mal di testa, vomito, carenza di piastrine, alterazioni della funzionalità epatica; meno di 1 su 10 problemi ai reni. Attualmente non esiste un vaccino o un trattamento per l’henipavirus; l’unica terapia è la gestione delle complicanze.

Non sono stati riportati decessi tra i 26 pazienti. Il virus non sembra capace di passare agevolmente da uomo a uomo: «Non c’era uno stretto contatto o una storia di esposizione comune tra i pazienti, il che suggerisce che l’infezione nella popolazione umana potrebbe essere sporadica», scrivono i ricercatori. Anche il tracciamento dei contatti dei pazienti non ha documentato nessun contagio. L’indagine tra gli animali entrati in contatto con i pazienti ha mostrato un’alta presenza del virus nei toporagni, che potrebbe essere un serbatoio naturale di LayV. 

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