Archive for the ‘Spettacoli -Eventi -TV’ Category

Chi sono i figli di Maurizio Costanzo, Saverio, Camilla e Gabriele

domenica, Febbraio 26th, 2023

I primi due li ha avuti con la seconda moglie, Flaminia Morandi, l’ultimo, il più piccolo, lo ha adottato con Maria De Filippi nel 2001

Chi sono i figli di Maurizio Costanzo, Saverio, Camilla e Gabriele

Sono tre i figli di Maurizio Costanzo: Saverio e Camilla, avuti con la seconda moglie , la giornalista e scrittrice Flaminia Morandi, e Gabriele adottato con Maria De Filippi.

Camilla è la più grande. Nata nel 1973, è una scrittrice e sceneggiatrice, ha un marito e due figli. Non ama i riflettori e si tiene lontana dai social. All’inizio della sua carriera si è cimentata nel ruolo di attrice ma poi ha cambiato strada.
Nel 2009 ha pubblicato il libro Ero cosa loro. L’amore di una madre può sconfiggere la mafia, con Giusy Vitale. Nel 2015 ha firmato il romanzo Una bellissima notte senza luna. Della sua vita privata si sa pochissimo.


Saverio è nato a Roma nel 1975, oggi ha 47 anni. Regista e sceneggiatore di successo anche lui ha avuto due figli dall’allora compagna Sabrina Nobile, ora è legato sentimentalmente all’attrice Alba Rohrwacher. Laureato in Sociologia della Comunicazione, ha iniziato la sua carriera come conduttore radiofonico, sceneggiatore e attore. Alla fine degli anni ‘90 si è trasferito a New York per perseguire la carriera da regista. Tra le sue opere più importanti ci sono L’Amica Geniale e la serie tv In Treatment, Private e La solitudine dei numeri primi.

Rating 3.00 out of 5

Maria De Filippi scioccata dalla morte del marito Maurizio Costanzo: non se lo aspettava

sabato, Febbraio 25th, 2023

di Renato Franco

La conduttrice andava a trovarlo mattina e sera in clinica e non immaginava questa evoluzione. Erano uniti da 33 anni e insieme avevano anche un figlio adottivo

Maria De Filippi scioccata dalla morte del marito Maurizio Costanzo: non se lo aspettava

Molto provata, scioccata, basita. È questo lo spettro di sentimenti che attraversa l’animo di Maria De Filippi, che è stata colta di sorpresa dalla morte di Maurizio Costanzo. Non se lo aspettava, non c’erano avvisaglie. Lui era stato ricoverato in una clinica romana per un piccolo intervento, «un problemino fastidioso, ma non grave». Lei lo andava a trovare mattina e sera, poi come sempre al lavoro, a registrare Amici. Una routine normale ed eccezionale li legava ogni giorno da 33 anni. La cena insieme, sempre, ma anche le vacanze (tranne in montagna a sciare, andava solo lei), una convivenza quasi simbiotica che il Covid aveva cementato ancor di più. Con il tempo lei era diventata il suo sergente di ferro — come scherzavano tra loro: controllava dieta e salute, centellinava cibi e dolci.

Il loro è stato un amore (insieme hanno avuto un figlio adottivo Gabriele, oggi 30enne), ma anche un’alleanza e una staffetta. L’intesa che si rinsalda in un passaggio di testimone. Prima lui potentissimo e lei una signora nessuno, ma con tanta stoffa. Infatti cresce alla velocità della luce. Arriva il momento in cui in coppia sono «la» televisione, ascolti & potere. Un sodalizio (non solo sentimentale) che continua finché lei — forte dei 23 anni in meno — diventa il pilastro di Mediaset come un tempo era stato lui. Costanzo & De Filippi, un marchio, un brand, una coppia indissolubile, la più potente della tv. Mai ci fu connubio più influente. Due che hanno fatto (lei la sta ancora facendo) la storia della tv.

Maurizio Costanzo e Maria De Filippi si conoscono nel 1989 quando il giornalista era già un nume tutelare di Canale 5, successi e insuccessi passavano per la vetrina del suo talk show, che decreta trionfi e disfatte, apre o stronca carriere. Un trampolino di lancio, quei 15 minuti di celebrità che se riuscivi a bucare lo schermo si potevano ripetere in un istante che diventava eterno. Anche Maria è una sua intuizione (tra i tanti che ha lanciato si deve aggiungere anche lei). All’inizio Queen Mary era ancora una principessa povera: «Quando ancora non ero popolare, e arrivavamo nei posti, mi sentivo messa da parte, direi sicuramente di essere stata gelosa di Maurizio. Poi ho imparato che Maurizio sa esserci, è un punto fermo, penso che mi abbia rasserenato. Io avevo due lati diversi. Uno molto forte, la certezza di saper fare, mentre dal punto di vista emotivo ero insicura».

Rating 3.00 out of 5

“Dopo 30mila ospiti sono ancora curioso. Che serate con Sordi, la Vitti e i tre tenori”

sabato, Febbraio 25th, 2023

Paolo Giordano

"Dopo 30mila ospiti sono ancora curioso. Che serate con Sordi, la Vitti e i tre tenori"

Pubblichiamo uno stralcio di una intervista concessa da Maurizio Costanzo al Giornale nel dicembre del 2021. Costanzo racconta i primi giorni del suo Show e rivela quali furono i suoi modelli.

Si ricorda la prima?

«Andava in onda soltanto una volta alla settimana su Rete4, allora di proprietà della Mondadori. Poi la comprò Berlusconi e mi chiese di fare una puntata al giorno».

Adesso siamo arrivati a 30mila ospiti. Da Kirk Douglas a Carmelo Bene all’uomo qualunque, passando per politici, giornalisti, cantanti, star.

«L’ospite che per primo mi viene in mente adesso è Aïché Nana, sa la ballerina che negli anni Cinquanta improvvisò uno spogliarello citato anche da Fellini nella Dolce Vita?».

La famosa festa organizzata dall’appena scomparsa Olghina di Robilant al Rugantino di Roma che diventò il manifesto di un’epoca.

«Un atto casuale ma dirompente. Uno di quei gesti che entrano nella storia del costume. Mi piaceva la sua voglia di vivere, di rimanere sempre la Aïché del ristorante Rugantino, piena di entusiasmo».

Il bello del Maurizio Costanzo Show è che talvolta diventa un «confessionale».

«Una volta Andreotti disse: Lo sa che quasi tutti i miei compagni di scuola sono diventati cardinali? Loro hanno fatto carriera. Ma come, gli risposi, loro hanno fatto carriera? E lei?».

Era presidente del Consiglio.

«Ma quella risposta era forse la conferma di un suo riflesso mentale, magari una conseguenza dell’educazione per la quale il Vaticano restava per lui sempre il punto di riferimento più importante».

Ci sono stati ospiti che, da soli, valevano il biglietto.

«Sordi. Oppure Gassman. Oppure i tre tenori Pavarotti, Carreras, Domingo. O Monica Vitti, che ricordo con tenerezza. L’ultima volta che è venuta da me ne aveva 70 e quella sera ho intuito che non stava già bene. Non aveva nulla di visibile, per carità, solo una mia sensazione».

Costanzo ha «importato» il talk show dagli Stati Uniti.

«E ho voluto l’orchestra sul palco perché l’avevo vista da Johnny Carson nel Tonight Show».

Rating 3.00 out of 5

Quando Costanzo raccontava il rapporto con Maria: “Mi bullizza ma è la donna nella cui mano vorrei morire”

venerdì, Febbraio 24th, 2023

In collegamento nella puntata di Che Tempo Che Fa Maurizio Costanzo e Maria De Filippi hanno scherzato con Fabio Fazio e Luciana Littizzetto sulle loro dinamiche di coppia. Costanzo ha raccontato “Io sono un vecchio goloso finito con una che lo tiene a stecchetto. Maria mi bullizza, non mi rivolgo ad Amnesty International… Però…” poi ha aggiunto “Lei rappresenta la donna più importante che io abbia incontrato, la donna nella cui mano vorrei morire.”

Video RaiMaurizio Costanzo, è morto l’icona del giornalismo e della tv

Rating 3.00 out of 5

Maurizio Costanzo è morto, il giornalista e conduttore tv aveva 84 anni

venerdì, Febbraio 24th, 2023

di Renato Franco

Maurizio Costanzo: la morte venerdì a Roma. Ha alternato impegno e disimpegno, programmi buoni e ottimi a meno buoni e meno ottimi, è stato quello della camicia con i baffi nello spot Dino Erre Collofit, quello della tessera numero 1819 della P2

Maurizio Costanzo è morto, il giornalista e conduttore tv aveva 84 anni

È morto Maurizio Costanzo. Il giornalista, conduttore tv, autore e sceneggiatore aveva 84 anni. È morto venerdì a Roma. La camera ardente sarà allestita sabato dalle 10.30 alle 18 in Campidoglio.

«Bboooni, state bboooni». Quando il tasso di diverbio si alzava ricorreva all’adagio romanesco. Quante volte lo ha detto Maurizio Costanzo nelle 4.480 puntate del suo Show, quello che portava il suo nome, quello che ha segnato le serate di 41 anni di televisione italiana. Lo avevano chiuso nel 2009, ma non se ne poteva fare a meno, e lo avevano riacceso nel 2015.

Ora Maurizio Costanzo si è spento per davvero.

Ha alternato impegno e disimpegno, programmi buoni e ottimi a meno buoni e meno ottimi, è stato quello della camicia con i baffi nello spot Dino Erre Collofit, quello della tessera numero 1819 della P2, quello che la mafia ha provato a far saltare in aria per il suo impegno prima al fianco poi in ricordo di Giovanni Falcone.

È stato giornalista, ma anche autore radiofonico, televisivo, di canzoni (per Mina, Se telefonando, scritta con Ghigo De Chiara, un successo nel 1966), autore di opere teatrali, sceneggiatore (per quattro film di Pupi Avati; per Una giornata particolare con Sophia Loren e Mastroianni diretti da Scola nel 1977).

Nato a Roma il 28 agosto 1938, Maurizio Costanzo inizia come cronista di Paese Sera nel 1956. Altri sette anni per debuttare come autore radiofonico in Rai con Canzoni e nuvole, condotto da Nunzio Filogamo. Sono piccoli passi che lo portano alla televisione. È suo il primo talk show della tv italiana — un genere che diventerà poi tanto imprescindibile quanto inflazionato: Bontà loro (Rai1, 1976 – 1978) è il primo seme di una serie di programmi che avranno la loro fioritura finale nel 1982 con il Maurizio Costanzo Show, in scena dal Teatro Parioli di Roma.

Se Bruno Vespa ha riprodotto in televisione la terza Camera dello Stato, C ostanzo ha inventato il «salotto mediatico» che parte su Rete4 per poi allargarsi su Canale 5, un luogo di transito e discussione, a volte alta, altre meno, dove si fa prima a elencare chi non è mai stato invitato piuttosto che il contrario: alla fine saranno oltre 30mila. Persone comuni e personaggi affermati. Con il suo Show ha scritto una pagina indelebile della storia della tv, raccontando come non era nai stato fatto prima il costume e la politica con i suoi protagonisti.

Rating 3.00 out of 5

Addio Burt Bacharach, l’uomo che ha trasformato l’easy listening in arte

venerdì, Febbraio 10th, 2023

Simona Siri

NEW YORK. L’uomo che ha trasformato il genere easy listening in una forma d’arte. L’ha definito così il quotidiano The Guardian, celebrandolo per l’ultima volta. Burt Bacharach è morto ieri all’età di 94 anni nella sua casa di Los Angeles per cause naturali dopo una vita dedicata alla musica. Si lascia dietro un’eredità artistica impareggiabile: 73 singoli nella Top 40 negli Stati Uniti e 52 nel Regno Unito; un centinaio di artisti che hanno interpretato la sua musica; collaborazioni con Dionne Warwick, Frank Sinatra, The Beatles, Barbara Streisand, Tom Jones, Aretha Franklin e Elvis Costello; titoli come I Say A Little Prayer, Walk On By, What The World Needs Now Is Love, Magic Moment, The Look Of Love. Persino due Oscar, il primo nel 1969, per l’intera colonna sonora del film Butch Cassidy and the Sundance Kid e un altro nel 1981 per Arthur’s Theme cantata da Christopher Cross, colonna sonora del film Arthur con Dudley Moore e Liza Minnelli.

La vita
Nato a Kansas City, Missouri, nel 1928 e cresciuto a New York, Bacharach inizia ad amare il jazz da ragazzino, intrufolandosi nei jazz club della città per andare a sentire Dizzy Gillespie. A scuola intanto studia i classici come Stravinsky e Ravel e dopo un periodo nell’esercito degli Stati Uniti, diventa pianista accompagnatore di Vic Damone, degli Ames Brothers e la sua prima moglie, l’attrice Paula Stewart. Tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 lavora anche come arrangiatore ed è il direttore d’orchestra per Marlene Dietrich durante i suoi tour europei. La svolta pop arriva nel 1957 grazie all’incontro con il paroliere Hal David. Insieme, i due sfornano un successo dietro l’altro, a partire dai due singoli iniziali: The Story of My Life cantata da Marty Robbins e Magic Moments cantata da Perry Como. Grazie alla sdolcinatezza dei testi di David e agli arrangiamenti ricchi di archi e melodie facili di Bacharach, i due insieme compongono canzoni che sfidano l’usura del tempo e che arrivano intatte ai giorni nostri, senza aver perso un briciolo del genio e del fascino che avevano quando sono state composte e che infatti ancora oggi sono suonate, trasformate in cover, ri-arrangiate da musicisti di ogni genere e età. Alcuni titoli: Say a Little Prayer, originariamente cantata da Aretha Franklin; What’s New Pussycat? con la voce di Tom Jones; The Look of Love cantata da Dusty Springfield e Make It Easy on Yourself dei Walker Brothers. Raindrops Keep Falling on My Head, interpretata da BJ Thomas e che appare nel film Butch Cassidy and the Sundance Kid, vince un Grammy e un Oscar nel 1969.

Rating 3.00 out of 5

Sanremo 2023, la terza serata: Grignani show, il monologo di Egonu, Mengoni sempre in testa

venerdì, Febbraio 10th, 2023

di Matteo Cruccu

Nella terza serata del Festival di Sanremo, su Rai 1, ad affiancare Amadeus la pallavolista Paola Egonu. Gli ospiti sono i Maneskin. Si esibiranno tutti i cantanti: chiudono Olly, Anna Oxa, Articolo 31, Ariete, Sethu, Shari, Gianmaria, Modà, Will

Sanremo 2023, la terza serata:  Grignani show, il monologo di Egonu, Mengoni sempre in testa
Ansa

La terza serata del Festival di Sanremo è la serata di Paola Egonu , e del suo monologo, atteso intorno alle 23.45. Ed è la serata dei Maneskin, che hanno infiammato l’Ariston con il chitarrista Tom Morello. Mengoni verso il trionfo.

LA SCALETTA DELLA TERZA SERATA | LA CLASSIFICA| IL CASO FEDEZ | LA CO-CONDUTTRICE PAOLA EGONU | COME SI VOTA

I 28 cantanti in gara si esibiranno in questo ordine: Paola e Chiara, Mara Sattei, Rosa Chemical, Gianluca Grignani, Levante, Tananai, Lazza, Lda, Madame, Ultimo, Elodie, Mr. Rain, Giorgia, Colla zio, Marco Mengoni, Colapesce Dimartino, Coma_Cose, Leo Gassmann, I Cugini di Campagna, Olly, Anna Oxa, Articolo 31, Ariete, Sethu, Shari, Gianmaria, Modà, Will. Ospiti i Måneskin con Tom Morello, Sangiovanni e il comico Alessandro Siani.

Ore 02:02 – Sorpresa al terzo posto

Nessuna sorpresa dunque nella classifica finale, almeno per quanto riguarda la vetta. Mengoni è sempre più primo: quel che colpisce è il podio semmai. Ultimo risale tantissime posizioni e si piazza secondo. Ma soprattutto è Mr.Rain il vero coup de theatre: coi suoi bambini arriva terzo. Chissà se resisterà anche domani sera

Ore 01:36 – Si chiude con Will e Siani

Su Will non ci ripeteremo: rileggersi quando detto per Sethu, Gianmaria, Olly. Si corre verso le classifiche finali. Sarà ancora Mengoni il Papa (provvisorio) del Festival? C’è spazio per un intermezzo con Siani

Ore 01:28 – I Pooh (ancora intonati)

Ed ecco i Modà che si riaffacciano dopo essere caduti nel gorgo della depressione, come ci ha raccontato lo stesso Kekko. Al netto dell’empatia umana, peccato però che la proposta sia stravecchia, come già detto, dei Pooh ancora intonati.

Ore 01:23 – Corsa verso il finale

Altro giovane in batteria, gIANMARIA: si corre veloce senza interruzioni verso la terza classifica. Anche se la sensazione è, come già detto, che Amadeus si sia reso conto di aver messo troppi esordienti in pentola e quindi li ha un po’ confinati sul finale: anche perché pure lui sembra decisamente acerbo.

Ore 01:19 – Shari, meglio al secondo round

Madame Salmo ovvero Shari si muove bene sul palco, è precisa nel canto e il brano che le ha tagliato sul misura il fidanzato funziona ancora meglio al secondo ascolto

Ore 01:11 – Guazzabuglio Sethu

Per Sethu invece vale il discorso di Olly: altro guazzabuglio, un po’ indistinguibile. Con l’aggravante di quel caschetto che viaggia tra Giovanna D’Arco e il Gianduia Vettorello di Teo Teocoli

Ore 01:07 – Impeccabile stavolta Ariete

L’abbiamo detto più volte, questo teatro può giocare brutti scherzi. L’altro ieri Ariete ha steccato più volte, come la ben più navigata Giorgia, per dire. E come l’altra, stasera è stata impeccabile, facendo meglio apprezzare anche il brano con le sue inquietanti vasche di squali

Ore 01:03 – Gli amici ritrovati

Gli Articolo 31 celebrano di nuovo la loro pace, di rosso vestiti come dei rapper americani: niente lacrime oggi, però un omaggio al tempo che fu e all’amicizia ritrovata. Al di là della resa, una pagina da libro Cuore qui all’Ariston

Ore 00:45 – Anna arrabbiata

Arriva Anna Oxa: non è stato molto rilassato il suo ritorno in Riviera, con rabbiosi attacchi alla stampa ingrata (e smentite su presunte liti a colpi di bicchieri d’acqua nel backstage con altri concorrenti). E sembra arrabbiata anche la canzone che si perde tra montagne russe vocali. Comunque il pubblico dell’Ariston la ama e le tributa una standing ovation

Ore 00:41 – Troppo autotune ( e troppi giovani)…

Ecco Olly: autotune a profusione, molta confusione, dei giovani quello che ha convinto meno. Ed è forse una delle poche critiche che si possono muovere all’Amadeus quater: era davvero necessario ingaggiare ben 28 concorrenti?

Ore 00:24 – Né trash né autoriali

Ecco la quota vintage (in gara) del Sanremo 2023: sinceramente più trascurabile rispetto a quella extra (il trio Morandi ecc). Perché tentano la via del nuovo, con l’aiuto del Rappresentante di Lista, perdono la strada del trash. E non sembrano arrivare da nessuna parte…

Ore 00:08 – Gassmann ora significa cantante

Al secondo ascolto cresce Gassmann Jr: il testo scritto con Zanotti dei Pinguini è ficcante, l’interpretazione anche. La saga di questa grande famiglia italiana ora svolta definitivamente verso il canto? Stasera Leo non è sembrato figlio di (tantomeno nipote di)

Ore 00:01 – Al Bano e Romina a tutti gli effetti

L’hanno detto oggi: dopo aver cantato il loro disamore, oggi celebrano l’amore per sempre, con l’annuncio delle loro nozze. Ora sono Al Bano e Romina a tutti gli effetti, i Coma Cose, per inciso bravissimi per testo e armonizzazioni

Ore 23:45 – È il momento di Paola

È il momento dell’attesissimo monologo di Paola Egonu. Parole semplici, metafore immediate, qualche incespicatura dovuta all’emozione: ma il messaggio che siamo tutti dello stesso colore, passa diretto. E l’orgoglio di indossare la maglia azzurra chiama la standing ovation. Nulla di elaborato, ma a volte è più importante il contenuto del contenitore.

Ore 23:38 – Pop di altissima fattura

Si ritorna sulla nave, ma questa volta Gue, a differenza di Fedez, non fa scherzi. E si rientra all’Ariston con i più autoriali, visti fin qui: Colapesce e Dimartino. Al secondo ascolto, ancora meglio del primo: voci che si fondono, testo finemente cucito, in questo incubo urbanomarittimo. Pop di altissima fattura.

Ore 23:28 – Fuga per la vittoria

Ci sono dubbi? Difficilmente qualcuno si potrà interporre tra Mengoni e la vittoria finale: canzone scritta per trionfare, interpretazione impeccabile e da casa non possono che sostenere lui. La tiara si avvicina.

Ore 23:17 – Scanzonati Colla Zio

Gianni Morandi scherza con Paola Enogu, prendendo uno sgabello per mettersi alla sua altezza. E la pallavolista se la cava egregiamente tra una presentazione e l’altra: tocca ai Colla Zio, della banda dei giovani, forse i più promettenti. Belle armonizzazioni, scanzonature al punto giusto, bravi.

Ore 23:09 – Il riscatto di Giorgia

Che impressione al debutto: un’altra campionessa come lei, stonata, tanto che aveva fatto poco apprezzare anche il brano. Stasera è riscatto, Giorgia non sbaglia una nota e anche la canzone è bella come recita il testo. Una standing ovation alla fine che cancella il brutto film di ieri.

desc img

Ore 23:02 – Non siamo all’Antoniano

Mr. Rain non si discosta dalla scelta (infelice) del debutto, Povia ossigenato con coro di voci bianche che non aiuta il brano, come se fossimo all’Antoniano e non all’Ariston.

Ore 22:59 – Splendida Elodie, ma il brano…

Tocca alla splendida Elodie, fasciata di nero. Voce sempre splendida, calda, black, arrangiamenti ben fatti, eppure tutto questo sembra sopravanzare la canzone in sé che non vola altrettanto alta.

desc img

Ore 22:44 – Ultimo, finto giovane

Ecco un altro che partiva dalle prime file della griglia: Ultimo. A livello musicale non si discute, però per approccio e testo sembra molto, ma molto più vecchio dei suoi 27 anni (per dire l’approccio del trio Al Bano- Ranieri- Morandi è sembrato più giovanile). A quale pubblico si rivolge quindi? Non è facile da comprendere

Ore 22:38 – Annalisa diventata fatale

Si vede un’altra vecchia conoscenza dell’Ariston, Annalisa, questa volta ospitata all’esterno del teatro: diventata femme fatale anche lei, Emma Stone ligure, la voce però è quella cristallina di sempre, mentre attacca con «Bellissima»

Ore 22:25 – Morandi cambia partner

Morandi cambia partner, dopo il felice rencontre con i coetanei ottuagenari di ieri, Massimo Ranieri e Al Bano, scende di qualche generazione e ingaggia il celebratissimo idolo dei teenager, Sangiovanni per intonare «Fatti mandare dalla mamma» che compie 6o anni proprio ora. Bizzarro ma alla fine riuscito duetto.

Rating 3.00 out of 5

La classifica della seconda serata di Sanremo: Mengoni primo, Sethu ultimo

giovedì, Febbraio 9th, 2023

Marco Leardi

Sanremo 2023: la classifica della seconda serata

Ora ci sono tutti e ventotto. Dal primo classificato all’ultimo. Al termine della seconda serata del festival di Sanremo è stata svelata la classifica generale parziale della kermesse 2023. La graduatoria, passibile chiaramente di futuri colpi di scena, è stata il risulato delle percentuali di voto ottenute dai 14 artisti andati in scena nella prima serata e dai giudizi ottenuti dai 14 cantanti della seconda serata. Le proposte musicali, in questa fase, sono state votate unicamente – in maniera disgiunta – dalle giurie della Giuria della Sala Stampa, Tv, Radio e Web

Ecco la classifica della seconda serata

1) Marco Mengoni – Due vitePUBBLICITÀ Inspired by

2) Colapesce Dimartino – Splash

3) Madame – Il bene nel male

4) Tananai – Tango

5) Elodie – Due

6) Coma_Cose – L’addio

7) Lazza – Cenere

8) Giorgia – Parole dette male

9) Rosa Chemical – Made in Italy

10) Ultimo – Alba

11) Leo Gassmann – Terzo cuore

12) Mara Sattei – Duemilaminuti

13) Colla Zio – Non mi va

14) Paola e Chiara – Furore

15) Cugini di Campagna – Lettera 22

16) Levante – Vivo

17) Mr Rain – Supereroi

18) Articolo 31 – Un bel viaggio

19) Gianluca Grignani – Quando ti manca il fiato

20) Ariete – Mare di guai

21) Modà – Lasciami

22) gIANMARIA – Mostro

23) Olly – Polvere

24) LDA – Se poi domani

25) Will – Stupido

26) Anna Oxa – Sali

27) Shari – Egoista

28) Sethu – Cause Perse

Cosa è successo durante la seconda serata

Rating 3.00 out of 5

Non è provocazione, solo maleducazione: Fedez bulletto in Rai

giovedì, Febbraio 9th, 2023

Andrea Indini

No, non cadete nell’errore. È troppo facile sputare su un viceministro del governo in carica, regolare i propri conti (sporchi) nelle nostre case (con la tivù pagata da noi) e giocare a fare il sovversivo a suon di rime, parolacce e fotografie strappate. Troppo facile fare il bulletto su un palco vuoto, senza un briciolo di contraddittorio, senza nessuno che possa dirti che stai stonando. Troppo facile usare il Festival di Sanremo (che cliché) per sparare qualche cagata (scusate il termine) e poi fare l’eroe dicendo “mi assumo tutta la responsabilità”. Che pena! Quella di Fedez non è stata affatto una provocazione. Macché! È stata soltanto becera maleducazione. Delle più infami, tra l’altro.

Non è la prima volta che succede. Non bisogna andare troppo indietro per dover subire il Fedez-pensiero (?) sulla televisione pubblica. Anno domini 2021, concertone del Primo maggio, festa dei lavoratori. E sul palco Mister Ferragni a sproloquiare. Al tempo se l’era presa con il leghista Andrea Ostellari, reo di non essere d’accordo con il ddl Zan, e più in generale con tutto il partito di Matteo Salvini. In nome della libertà di espressione aveva poi “svelato” pressioni ricevute da viale Mazzini per edulcorare il testo dell’intervento. “Ovviamente da persona libera mi assumo tutta la responsabilità di ciò che dico e faccio – aveva detto due anni fa – il contenuto di questo intervento è stato definito inopportuno dalla vicedirettrice di Raitre”. Stessa scena ieri sera. Con quell’inutile e penoso “il testo della canzone non è stato annunciato allo staff della Rai e voglio assumermi la piena responsabilità di questo”. Perché, se anche fosse che viale Mazzini non sapeva nulla, lì davanti a lui era ben presente un Amadeus muto come una mummia. E, a casa mia, se non ti opponi, sei come minimo connivente.

Ma torniamo al maleducato Fedez. Il freestyle, ieri sera, è andato in scena dal palco della Costa Smeralda e non da quello dell’Ariston. Non c’è dunque il pubblico a fischiarlo. E lui va a briglia sciolte: se la prende (nell’ordine) con il viceministro ai Trasporti Galeazzo Bignami (“Se va a Sanremo Rosa Chemical scoppia la lite, forse è meglio il viceministro vestito da Hitler”) e il ministro per la Famiglia Eugenia Roccella (“Purtroppo l’aborto è un diritto sì, ma non l’ho detto io, l’ha detto un ministro”). Quindi coglie l’occasione ghiotta per regolare i propri conti col Codacons, con cui litiga e va in causa da anni. “A volte anche io sparo cazzate ai quattro venti, ma non lo faccio a spese dei contribuenti, perché a pestarne di merde sono un esperto. Ciao Codacons, guarda come mi diverto”. E infine, prima di ridare la linea a Sanremo, strappa la foto del deputato di Fratelli d’Italia.

Rating 3.00 out of 5

Sanremo 2023, il meglio e il peggio della seconda serata: dal dramma delle ragazze iraniane ad Angelo Duro in mutande

giovedì, Febbraio 9th, 2023

Alice Castagneri

In Iran non ci si può truccare, non si può ballare in strada, non ci si può baciare. In Iran anche semplicemente stare su un palco come quello dell’Ariston non sarebbe stato possibile per Pegah Moshir Pour, giovane attivista italo-iraniana «nata con i racconti del Libro dei Re e cresciuta con i versi della Divina Commedia».  Per questo le parole della ragazza, accompagnata da Drusilla Foer, commuovono, spezzano l’anima. Il vento della rivoluzione iraniana arriva all’Ariston, attraverso parole e gesti, semplici quanto potenti.  «In Iran – racconta Pegah – non avrei potuto presentarmi così vestita e truccata, né parlare di diritti umani sul palco, sarei stata arrestata o forse addirittura uccisa, è per questo che, come molti altri ragazze e ragazzi, ho deciso che la paura non ci fa più paura e di dare voce a una generazione crescita sotto un regime di terrore e repressione, in un paese bellissimo, uno scrigno di patrimoni dell’umanità». Insieme a Drusilla Foer intona Baraye, canzone – che ha appena vinto il Grammy – diventata l’inno della rivoluzione (è stata scritta da Shervin Hajipour musicando i tweet dei ragazzi sulle libertà negate).

Un monologo per gli intellettuali perseguitati o imprigionati, per i bambini afghani, per la ragazza che desiderava diventare ragazzo, per le donne, per la libertà. Libertà è la parola che ripetono più e più volte, prima di un ultimo simbolico gesto: Pegah si scioglie i lunghi capelli neri, li lasci liberi. Poi abbraccia Drusilla. 

Pegah e Drusilla portano a Sanremo i diritti negati in Iran: l’attivista si scioglie i capelli e l’Ariston si commuove

Il trio di vecchi amici: Morandi, Ranieri e Al Bano
Pacche sulle spalle, abbracci, strette di mano: Al Bano, Gianni Morandi e Massimo Ranieri – per la prima volta insieme sul palco dell’Ariston –  si divertono da buoni vecchi amici. Cantano le loro hit, da soli, e poi come un trio di tenori pop. Altro che Il Volo. Le tre leggende della musica italiana si prendono i meritati applausi del pubblico, che canta ogni singola parola. Amadeus non trattiene la felicità: «Vedervi tutti e tre insieme è bellissimo». Dal pubblico scatta un «Bravi!». Andavo a cento all’ora, Se bruciasse la città, Mattino: è un karaoke pop, una grande festa. Standing ovation finale dell’Ariston. Al Bano, che a maggio festeggerà 80 anni, vorrebbe rifarlo subito: «Ricominciamo». Piovono applausi. E Morandi: «Ci fate piangere». 

Sanremo Pagelle Live: “Lazza ha una hit, lacrime per gli Articolo 31, Modà superflui”

IL PEGGIO
I promo alle fiction che ogni anno vengono proposti durante le serate hanno stancato. Se ne potrebbe fare decisamente a meno. Il momento promozione con Francesco Arca che racconta Resta con me si poteva evitare. 

Rating 3.00 out of 5
Marquee Powered By Know How Media.