Draghi, riaperture usando la testa, più controlli in aeroporti. Sui vaccini, pensiamo prima a superare il blocco all’export

di Elisa Messina

Draghi, riaperture usando la testa, più controlli in aeroporti. Sui vaccini, pensiamo prima a superare il blocco all'export

Prima della liberalizzazione dei brevetti sui vaccini anti Covid bisognerebbe parlare della rimozione del blocco alle esportazioni promosso soprattutto da parte di Stati Uniti e Regno Unito. È la posizione del presidente del consiglio Mario Draghi che, durante la conferenza stampa a Porto in occasione del vertice europeo, è tornato sulla questione aperta dal presidente Biden. «Biden ha aperto una porta, ma la sua posizione deve essere ancora capita nella sua completezza» ha precisato il premier: «Ci sono milioni di persone nel mondo che stanno morendo. ci sono case farmaceutiche che hanno ricevuto milioni su milioni. Ci si aspetta che diano qualcosa in cambio. Ma la questione è complessa». In primo luogo la liberalizzazione dei vaccini non garantisce l’aumento della produzione, ha precisato il premier, e non garantisce che questi vengano prodotti in sicurezza che è un requisito fondamentale.

«Russia e Cina? Non impensieriscono»

Il nodo da superare, secondo Draghi, è quello del blocco alle esportazioni: «l’Ue ha esportato almeno quanto ha prodotto – ha detto Draghi. Ci sono paesi che stanno morendo perché non hanno accesso ai vaccini e ci sono programmi come il Covax, nati per portare i vaccini in questi paesi, che però sono insufficienti». A chi interpreta la mossa di Biden come tattica o diplomatica per battere la politica del vaccino della Russia e della Cina, che fanno grandi proclami di export, il premier risponde che non lo ritiene credibile, anzi di più, la definisce «un’ipotesi buffa»: Russia e Cina non impensieriscono gli Usa. Annunciano di esportare milioni di dosi, è vero, «ma poi le consegne non corrispondono agli annunci», ha precisato il premier.

Italia, riaperture in modo graduale

Con i vaccini stiamo andando nella giusta direzione, ha sottilenato Draghi: il 90 per cento di chi ha più di 80 anni ha ricevuto almeno una dose. Dal «famoso 26 aprile» il giorno della prima riapertura, ricorda Draghi, i ricoveri sono calati, così le vittime. Se l’andamento procede in questa direzione sicuramentela cabina di regia procederà con nuove riaperture. L’importante, ribadisce il premier, è la gradualità. «Riapriamo ma usando la testa». «Io voglio riaprire, che le persone tornino fuori a lavorare, a stare insieme, a divertirsi. Ma bisogna farlo in sicurezza»

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.