I nuovi doveri

Marcello Sorgi

C’è la parola «gradualità», ripetuta e insistita. C’è il «rischio ragionato», che il governo si assume, a patto che anche i cittadini ne siano consapevoli. C’è la prudenza obbligatoria dei comportamenti. Una settimana fa aveva detto che non era in condizioni di fissare la data delle riaperture.

Ieri Draghi l’ha annunciata per il 26 aprile, insieme a un calendario, illustrato da Speranza, che si può definire del ritorno alla normalità. Se non fosse che Salvini ha celiato nel non attribuirsene il merito, e se non fosse che Draghi emana sempre un senso di autorità indiscutibile, sarebbe il caso di parlare di una svolta clamorosa. Nel giorno in cui l’Organizzazione mondiale della sanità ammonisce per lo sviluppo ancora temibile della pandemia, il governo ha voluto lo stesso che all’indomani del 25 aprile, per gli italiani ci sia una seconda festa della Liberazione: bar, ristoranti aperti anche a sera (sia pure all’aperto e con il limite del coprifuoco alle 22 che rimane); scuole, naturalmente, e progressivamente anche cinema, teatri, spiagge, strade, viaggi da una regione all’altra, vacanze, fiere, saloni, lo stadio romano dell’inaugurazione degli europei a giugno. Decisione importante, assunta con il pieno appoggio degli scienziati del Cts e in accordo con le Regioni, alcune delle quali erano pronte a muoversi autonomamente. La “cabina di regia” s’è conclusa all’unanimità, assicura il premier, chiarendo che non si tratta di un liberi tutti. Molto dipenderà infatti dal modo in cui gli italiani si comporteranno nelle prime settimane delle riaperture, mentre il miglioramento dei dati sui contagi e i ricoveri e la crescita del numero dei vaccinati dovrebbero rendere l’operazione meno rischiosa. Il ritorno al “giallo”, e via via, si spera, al “bianco”, il colore della normalità, avverrà più presto se tutti saranno capaci di continuare a rispettare le regole chiave: mascherine, distanziamenti, no agli assembramenti. E di continuare a vaccinarsi, al ritmo crescente di questi giorni.

Legata alla stagione delle riaperture è anche una discreta aspettativa di ripresa economica. Draghi ha utilizzato la seconda parte della sua conferenza stampa per spiegare in tal senso le misure adottate dal governo negli ultimi due giorni: lo scostamento di bilancio di altri 40 miliardi, che porta il livello del debito pubblico al quasi 160 per cento, record raggiunto solo dopo la fine della seconda guerra mondiale, e il via libera ai cantieri di 58 importanti opere pubbliche, strade, treni ad alta velocità, impianti, per le quali sono stati nominati altrettanti commissari incaricati di fare in modo che i lavori procedano speditamente e senza intoppi.

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