Banche, rischia di saltare la proroga a famiglie e imprese delle moratorie da 300 miliardi di euro

Il tutto in un contesto in cui moltissime aziende, in particolare quelle dei servizi, non hanno le risorse nemmeno per onorare la prima rata in scadenza a moratoria finita». Tutti quei soggetti che non avevano la possibilità di pagare nei mesi passati, a maggior ragione saranno in difficoltà a luglio. Molte aziende saranno chiamate a onorare i propri debiti, al di là delle decisioni del governo. Molte chiuderanno e a rischio ci sono migliaia di posti di lavoro, tra i 600mila e il milione. Alla data del 1° luglio mancano ancora tre mesi. «Occorre però mettere già adesso bene a fuoco la questione per poter ragionare con consapevolezza sui prossimi passi in tema di aperture tra emergenza sanitaria e crisi economica» sottolinea Artom. Il passaggio del 1° luglio potrebbe per la prima portare in primo piano l’emergenza economica, offuscando quella sanitaria al centro fino ad ora. Per la prima volta inizierebbe davvero a uscire tutta la polvere finora spinta sotto al tappeto.

«L’interruzione delle moratorie comporterà che almeno una quota rilevante dei soggetti con le rate attualmente sospese, in assenza di liquidità necessaria a rimborsare gli arretrati, possa essere classificata dalle banche in posizione di default – dice anche Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi -. Tutto ciò avrà un effetto devastante sulla nostra economia, sulle imprese, sulle famiglie e pure sul settore bancario che, di fatto, non avrà più lo spazio normativo necessario per poter sostenere il Paese e aiutarlo a uscire dalla drammatica crisi innescata dall’emergenza sanitaria. Occorrono, quindi, una serie di interventi volti a consentire il prolungamento delle misure eccezionali, la cui cancellazione non può in alcun caso avvenire bruscamente, ma deve essere graduale».

«Ad oggi, e nonostante le misure di sostegno varate dal Governo, il 40% delle famiglie italiane ha difficoltà col pagamento degli affitti e il 30% con rate e prestiti: annullare le moratorie vorrebbe dire condannare a morte le imprese che erano ricorse a tale misura e a ridurre sul lastrico 1,4 milioni di famiglie, con ripercussioni enormi sull’intera economica nazionale» dice anche Furio Truzzi, presidente di Assoutenti.

LA STAMPA

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