Meghan: “Ho pensato anche al suicidio”. Harry: “Deluso da mio padre”

“Sono stata silenziata”, “non mi hanno difeso dagli attacchi denigratori della stampa”, “mi hanno negato aiuto quando pensavo al suicidio”: sono alcune delle accuse mossa alla casa reale britannica dalla duchessa di Sussex, Meghan, nella prima, attesissima e temutissima intervista col marito Harry dopo aver lasciato Buckingham Palace. Una intervista a tutto campo di due ore nel patio di casa a Los Angeles, concessa alla famosa anchor americana Oprah Winfrey e trasmessa ieri sera in anteprima mondiale dalla Cbs, che l’ha acquistata per almeno 6 milioni di euro e venduta a 68 Paesi. La coppia però ha confermato di non aver ricevuto alcuna ricompensa.

Nella lunga conversazione anche l’annuncio che il loro secondo figlio sarà una bimba e nascerà in estate. E la rivelazione che si sposarono tre giorni prima della cerimonia trasmessa in tv: “Quello era lo spettacolo per il mondo. Noi volevamo il nostro momento”.

I duchi di Sussex hanno evitato l’attacco frontale alla regina Elisabetta. “La rispettiamo molto”, hanno assicurato. Meghan ha voluto fare anche una distinzione: “C’è la famiglia reale e ci sono le persone che gestiscono l’istituzione, sono due cose separate ed è importante essere in grado di dividerle perché la regina, per esempio, è sempre stata meravigliosa con me”.
Ma questo non ha impedito all’ex attrice americana birazziale di attaccare Buckingham Palace, evocando anche accuse di razzismo. “Nei mesi in cui ero incinta del mio primo bambino ci dissero che non gli sarebbe spettato nessun titolo né gli sarebbe stata garantita la sicurezza. C’erano anche preoccupazioni e conversazioni su quanto sarebbe stata scura la sua pelle quando fosse nato”, ha raccontato, senza precisare chi parlasse di questo ma riferendo di averlo saputo attraverso Harry.

Meghan ha ammesso di essere entrata con “ingenuità” nella casa reale, di cui conosceva poco o nulla. Ma “una volta sposati tutto iniziò a peggiorare: non ero protetta. Anzi erano disposti a mentire pur di proteggere a mie spese tutti gli altri membri della famiglia”. I problemi iniziarono subito: I giornali mi accusarono di aver fatto piangere mia cognata Kate. In realtà fu il contrario. Pochi giorni prima delle nozze se la prese per un problema riguardante gli abiti della damigella, sua figlia Charlotte. Fui io a piangere, e lei si scusò perfino, mandandomi fiori e un biglietto. Ma quando quella brutta storia venne fuori, non la smentì mai”. Da allora “fui vittima di un’autentica campagna di denigrazione” e “le allusioni razziali sulla stampa trasformarono il pericolo generale in minaccia mortale”. Quindi il passaggio più personale. “Mi sentii disperatamente sola e abbandonata. Non volevo più vivere”, ha confidato, denunciando che le negarono l’aiuto psicologico per evitare imbarazzi.

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